MUKASENGIYUMVA

Siamo emozionati...
ecco la nostra bambina sostenuta a distanza, si chiama Mukasengiyumva, ha 10 anni (nata del 1995).

Mukasengiyumva adottata a distanza AVSI

Mukasengiyumva vive nel Distretto di Humure nella provincia di Byumba in Rwanda.
Humure é un villaggio che conta più di 73mila abitanti situato a nord del paese. Dista dalla capitale Kigali circa due ore di auto e lo si raggiunge percorrendo prima la strada asfaltata che conduce verso l’Uganda per poi prendere una pista in terra di 25 chilometri. Solo il 50% della popolazione usufruisce dell’acqua delle fontane e non arriva l’energia elettrica. Il comune si estende per decine di chilometri su alte (circa 2000 metri) e bellissime colline. La popolazione si sposta per lo più a piedi o in bicicletta arrampicandosi su ripidissime salite.

Rwanda Mappa

Mukasengiyumva é orfana totale e vive con i nonni, tre zii e una zia in una piccola casa di una stanza costruita in terra battuta ricoperta di vecchie lamiere metalliche.
Tutti gli averi della famiglia si limitano a una bacinella, quattro piatti, tre cucchiai, due stuoie, due coperte, una tanica di plastica per prendere l’acqua, due sedie tradizionali, due casseruole e due tazze di plastica (ed è veramente tutto!). La famiglia di Mukasengiyumva possiede due piccole parcelle di terreno che i nonni e gli zii coltivano a fagioli, caffé e sorgo (simile al mais). Purtroppo i guadagni sono sempre insufficienti a soddisfare i bisogni della famiglia, anche quelli primari. Essi non sono dunque in grado di garantire alla piccola i diritti fondamentali della sua infanzia come la sicurezza alimentare, l’istruzione primaria e le cure mediche in caso di malattia (nei villaggi la povera gente ricorre ancora alla medicina tradizionale, il più delle volte inefficiente o addirittura pericolosa).
Il sostegno a distanza, permetterà di realizzare interventi mirati, volti al miglioramento delle condizioni di vita di Mukasengiyumva (HUM-0900) e della sua famiglia e potrà offrirgli una reale speranza per il futuro.

Aiutare Mukasengiyumva è stato possibile risparmiando solo 85 centesimi al giorno (quante spese sciocche facciamo?!?!) per un totale di 4 rate trimestrali da 78 euro all'anno (Totale 312 euro).
Grazie infinite all'AVSI-Associazione Volontari per il Servizio Internazionale - Progetto SAD Rwanda che permette tutto questo con serietà e dedizione assoluta!
AVSI finora ha seguito 27000 bambini adottati a distanza!

Ci viene dal cuore consigliare, a chiunque possa economicamente farlo (anche un gruppo di amici), di sostenere un'adozione a distanza.
Cliccare su "AVSI" e poi su "SOSTEGNO A DISTANZA" e poi su "MODULO DI ADESIONE".

Sandro e Stefania
12 agosto 2005


- Rwanda [PDF-Inglese]
- Rwanda [PDF-Francese]


PROGETTO "SOSTEGNO A DISTANZA IN RWANDA"

"Murakoze cyane cyane" (In kinyarwanda "grazie molto molto")

Bambini del Rwanda che hanno bisogno di sostegno - AVSI

INTRODUZIONE

Qual è la differenza tra un bambino o un ragazzo rwandese e il suo omologo italiano? Sono le occasioni che mancano da una parte, le chances per dirla in francese.
Quando noi pensiamo ad un bimbo ci immaginiamo a comperargli la tutina, gli omogeneizzati, i giocattoli, la prima bicicletta. Lo iscriviamo all’asilo, alla scuola dell’obbligo e poi, nella maggior parte dei casi, alla secondaria e all’università.
Durante la crescita non gli abbiamo fatto mancare niente, lo abbiamo assistito e curato con tutti i mezzi a nostra disposizione. Ecco la chance: nascere in un paese ricco che ti permette di avere occasioni che si chiamano famiglia, salute, istruzione, giochi, cibo, amore...
Cosa significa invece nascere in un paese del "Terzo Mondo" uscito da pochi anni da una tragedia chiamata “genocidio”? Significa essere orfano di padre, di madre o di entrambi; significa essere orfano dell’Aids e forse anche tu sieropositivo; non avere i soldi per andare a scuola; cambiare la maglietta solo quando è a brandelli o troppo piccola per un corpo in crescita; abitare in una casa dove se hai un materasso per dormire è una fortuna; camminare scalzi o con quell’unico paio di scarpe che "speriamo duri tanto"; percorrere piste per due o tre ore al giorno per riempire un fusto di acqua; non avere energia elettrica; sognare un televisore e agognare una bicicletta; giocare con un pallone di foglie di banano; essere malnutrito o comunque quotidianamente in lotta per mangiare quel poco che ti permette di sopravvivere; sperare che la malaria non ti prenda troppo forte perché curarsi costa e non ci sono soldi; significa nascere e diventare grandi senza vivere quel Diritto fondamentale che è essere Bambini o Ragazzi.

Diritti appunto, una parola magica tanto scontata in paesi come il nostro e altrettanto disattesa o sconosciuta in Rwanda.
Cos’è il Diritto all’Educazione o al Sapere in un paese in cui la scuola Primaria ti insegna a malapena a scrivere il tuo nome, la Secondaria costa troppo per la maggior parte dei portafogli rwandesi e alla fine il francese lo parli a stento? La risposta non può che essere tristemente una: una bella idea che quaggiù rimane baco e non diventa farfalla.
È su questo terreno che il Progetto Sostegno a Distanza (PSD) in Rwanda ha deciso di giocare un’importante scommessa: intervenire sui bambini, sulle loro famiglie e sulla comunità partendo proprio dal "Diritto Negato" affinché diventi "Diritto Consumato". Un’impostazione che non perde di vista ma valorizza l’approccio diretto alla persona e che permette al beneficiario di godere di un intervento integrato con gli altri progetti che AVSI ha in Rwanda.


IL SOSTEGNO A DISTANZA. L’INTEGRAZIONE CON GLI ALTRI PROGETTI

Il Sostegno a Distanza è e rimane per AVSI Rwanda il progetto principe intorno al quale ruotano altri progetti finanziati da partenrs internazionali diversi: agenzie delle Nazioni Unite, Cooperazioni dei singoli Stati, Onlus italiane e Ong straniere.
Amalgamare, creare sinergie e integrare i diversi interventi è una priorità che AVSI ha scelto per fare in modo che l’aiuto non sia fine a se stesso, ma rientri in una logica complessiva di sviluppo duraturo.
Cosa significa questo? Che se con un Sostegno intervieni sul bambino Sostenuto e al massimo sulla famiglia, con l’integrazione dei progetti si danno invece risposte all’intera Comunità di riferimento in diversi settori: agricolo, alimentare, sociale, sanitario... Quindi può succedere che il ragazzo di Humure beve dell’acqua pulita grazie ad un progetto finanziato dal Ministero degli Esteri Italiano, lui e il suo vicino ricevono sementi per coltivare i campi con un appoggio della FAO, i ragazzi con i quali gioca al pallone vengono sensibilizzati sul problema dell’Aids attraverso un progetto UNICEF e suo fratello maggiore lavora in un’associazione appoggiata da AVSI. L’intervento integrato non permette solo di ridurre drasticamente i costi (importantissimo in un paese del Terzo Mondo dove un litro di gasolio costa quasi circa 1 euro) ma soprattutto è in grado di cambiare realmente le condizioni di vita di un’intera Comunità. E se la Comunità cresce i benefici ricadono anche sull’Adottato e sulla qualità della sua esistenza. Tutto questo si traduce in un grande sforzo che AVSI sta compiendo affinché, partendo dalla persona con i suoi bisogni, la sua cultura e le sue aspettative, si arrivi a dare una risposta di sviluppo vero a molte persone.
Pagare solo le tasse scolastiche e dare un po’ di vestiti è sicuramente un lavoro più facile di quello descritto qui sopra, ma rappresenta anche una logica della assistenza superata, dove il beneficiario è una persona che aspetta l’aiuto, ma non sarà mai capace (anche perché più difficile e faticoso) di cogliere l’occasione per tentare una crescita che, prima di tutto, deve essere umana.


SITUAZIONE GENERALE DEI PAESE DELLE MILLE COLLINE

Chiamato il "paese delle mille colline" per la sua morfologia, il Rwanda è sicuramente una zona atipica rispetto all’Africa classica e della letteratura. La capitale Kigali è a 1700 metri d’altitudine e verso il nord si superano anche i 2200 metri. È una piccola nazione (grande come il Piemonte) che conta più di otto milioni di abitanti. Bellissime colline verdi, laghi che si insinuano nelle valli, i vulcani e i gorilla, il caldo secco del giorno e la notte fresca..., fanno pensare che il turismo potrebbe davvero essere una bella boccata d’ossigeno alla povera economia nazionale. Ma così non è: quella che era la "Svizzera dell’Africa" con il genocidio del ‘94 si è trasformata in una nuova Auwschitz e ora è un povero paese dalle flebili speranze.
Dopo i terribili mesi del ‘94 gli autori del crimine, gli hutu radicali e le truppe "interahamwe", hanno lasciato il paese, seguiti da altri rwandesi timorosi di vendette che poi sono rientrati; oggi governa e comanda l’etnia tutsi anche se, sia centralmente che in periferia, ci sono hutu ai vari livelli della burocrazia. Ai confini del paese però la presenza di oppositori è nota: questo fa tenere la tensione alta e "giustifica" anche l’occupazione delle truppe rwandesi di una parte di territorio del vicino Congo. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Annan, è impegnato in una mediazione affinché le truppe rwandesi abbandonino l’ex Zaire, ma la risposta è che presidiando là si impedisce agli oppositori di arrivare in Rwanda. Tutto questo costa naturalmente un sacco di soldi che, inevitabilmente, sono sottratti alle casse del paese. Non facilita la situazione il vicino Burundi dove, per le stesse ragioni che causarono il genocidio del ‘94, dal 1993 una "silenziosa guerra" quotidiana ha già ammazzato centinaia di migliaia di persone. Per usare il titolo di un bel libro, stiamo parlando di "guerre dimenticate" e quindi per i paesi ricchi fa più notizia un gorilla, ucciso circa tre mesi fa nel parco rwandese, che le 731 persone (fonte Franca Presse) che lo stesso giorno sono morte insieme al simpatico animale.


UN PO’ DI DATI PER CAPIRE IL RWANDA

Dal punto di vista demografico il Rwanda conta più di 8 milioni di abitanti di cui i giovani con meno di 18 anni rappresentano il 50% del totale e le donne il 54%. La maggior parte della popolazione ha caratteristiche di "vulnerabilità" e continua a soffrire delle gravi conseguenze del genocidio del ‘94. Oggi il numero delle persone toccate dal fenomeno della povertà è molto più alto di quindici anni fa. Nel 1997 il 70% delle famiglie rwandesi viveva al di sotto della soglia di povertà rispetto al 40% del 1985 e al 53% del 1992. Il fenomeno dell’Aids cresce di giorno in giorno insieme al numero di bambini orfani. Nella città di Kigali il 30% delle donne incinte è sieropositivo. Ogni sei ore in Rwanda nasce un bambino sieropositivo. L’86% delle donne partorisce in casa.
All’incirca 300.000 bambini vivono in una situazione di povertà estrema e in nuclei famigliari che hanno come capo-famiglia dei ragazzi.
La malnutrizione è ancora una causa di morte: il 27% dei bambini ha un peso insufficiente, il 25% di quelli con meno di un anno soffre di caranze di vitamina A e il 43% di quelli con meno di 5 anni è anemico.
Il 20% dei bambini soffre ancora oggi di gravi forme di traumatismo psichico causate dagli awenimenti del 94.
Solo il 44% della popolazione ha accesso all’acqua; il 50% delle famiglie deve percorrere almeno mezz’ora a piedi per rifornirsi di 20 litri; il 25% impiega più di un’ora. In campagna si utilizzano circa 8 litri di acqua al giorno per persona. Il 50% della popolazione prende il prezioso liquido da sorgenti non protette e spesso inquinate. L’85% delle sorgenti contiene concentrazioni di coliformi superiori ai limiti raccomandati.
La produzione alimentare locale copre solo il 64% dei bisogni quotidiani in calorie. Il 59% delle strutture sanitarie primarie non dispone dell’equipaggiamento minimo indispensabile. Ci sono 1,5 medici ogni 100.000 abitanti; nel 1998 il 45% dei distretti sanitari non disponeva di materiali.
Circa il 60% delle donne è analfabeta e ha sulle spalle il peso più grosso della gestione famigliare. Le mamme non hanno le capacità e le conoscenze sufficienti per prendersi in maniera efficace cura dei figli, della loro salute, della loro alimentazione e della loro igiene. In caso di bisogno è ancora diffuso il ricorso alla "medicina-tradizionale"; la lontananza dei centri sanitari, la non disponibilità di medicinali e gli alti costi delle cure sono un deterrente fortissimo affinché le persone si avvicinino alla medicina moderna. (fonte Unicef 2001)


I 5 DISTRETTI

AVSI lavora in 5 Distretti: Kamonyi, Ruyumba, Kabagari, Notngwe e Humure. I primi quattro appartengono alla Provincia di Gitarama (centro-sud del paese) mentre Humure è in Provincia di Byumba (nord del paese).

Tutti i 5 Distretti hanno caratteristiche simili: paesaggio collinoso; tra i 50 e i 70 mila abitanti; la maggior parte della popolazione coltiva la terra che dà almeno due raccolti l’anno; le case non hanno né acqua né luce; nei casi fortunati l’acqua la si prende alle fontane ma il più delle volte si raggiungono le sorgenti a chilometri di distanza; il mezzo di locomozione più diffuso sono le gambe e le biciclette; la sede del Distretto è il "centro del paese" ma le abitazioni sono lontane anche decine di chilometri; il momento aggregante della comunità è rappresentato dal mercato settimanale o bisettimanale e dalla funzioni religiose.

Riportiamo di seguito anche gli altri progetti che AVSI realizza in Rwanda e le zone d’intervento.
Nr. Distretto Popolazione Provincia Progetti in esecuzione
1 Kigali 608.141 Kigali Ufficio centrale
2 Humure 71.485 Byumba SAD + MAE + C.N. + C.S.
3 Kaba ali 83.006 Gitarama SAD + PAM
4 Kamon i 116.225 Gitarama SAD + PAM
5 Ru umba 88.793 Gitarama SAD + PAM
6 Ntongwe 84.870 Gitarama SAD + PAM

(Fonte: Censimento generale della popolazione 16-30 agosto 2002)
Legenda
SAD: Sostegno a Distanza
MAE: Ministero Affari Esteri (Italiano) Progetto triennale che terminerà nel giugno 2005, dalla duplice componente sociale e Idrica.
PAM: Programma Alimentare Mondiale - Progetto di sei mesi che prevede la distribuzione mensile dl cibo e attività generatrici di reddito per i bambini SAD e per le famiglie a rischio AIDS.
CS: Centro di Sanità
CN: Centro Nutrizionale


LA CARTINA
Rwanda Cartina con i distretti


GLI INTERVENTI

La centralità della persona come valore e, in questo caso, il bambino o ragazzo come soggetto: è questa la filosofia che sta alla base del Progetto Sostegno a Distanza di AVSI. Questo significa che l’aiuto fornito non viene praticato come un forma solamente assistenziale, ma è un complesso di momenti dove l’aiutante e l’aiutato condividono insieme un’esperienza che ha come obiettivo il miglioramento delle condizione di vita.
Partendo da questo approccio, il Progetto 2001/2002 è stato immaginato utilizzando uno strumento tanto bello quanto inaccessibile qui in Rwanda: la Convenzione sui Diritti dei Bambini delle Nazioni Unite. Come scritto nell’introduzione utilizzando uno slogan: dal "Diritto negato" al "Diritto consumato".


ECCO QUINDI GLI INTERVENTI DEL PROGETTO SOSTEGNO A DISTANZA.

DIRITTO ALL’EDUCAZIONE

Sono 1161 i ragazzi e le ragazze che il progetto SAD ha sostenuto quest’anno nelle scuole dei differenti livelli: 37 alla scuola materna, 821 alla scuola primaria, 300 alla scuola secondaria e 3 ragazzi all’università.

Scuola materna: continua con successo l’esperimento cominciato lo scorso anno. I bambini iscritti quest’anno sono 37, concentrati nel Distretto di Humure e nel Distretto di Ruyumba. Per loro come per tutti paghiamo le tasse, l’uniforme e tutto il materiale scolastico di volta in volta necessario.

Scuola primaria: è il livello base di istruzione che dura sei anni e che tutti i bambini dovrebbero frequentare per imparare almeno a leggere e scrivere. Il governo rwandese ha reso gratuito l’accesso a questo livello di scuola, ma ciò significa soltanto che non vi sono tasse scolastiche da pagare. È vero, è già un grande passo in avanti, ma una famiglia che vive in campagna e coltiva un piccolo terreno con sorgo o fagioli riesce a malapena a mangiare una volta al giorno; dove può trovare i soldi per acquistare i quaderni e le penne e l’uniforme obbligatoria per mandare a scuola il suo bambino?
Così tanti bambini sono costretti, nonostante tutto, a rinunciarvi e a restare a casa ad aiutare la mamma e il papà nei lavori agricoli.
Il progetto SAD sostiene nelle scuole primarie dei diversi distretti 821 bambini, ai quali viene comprata l’uniforme e tutto il materiale scolastico necessario.

Bambini del Rwanda AVSI

Scuola secondaria: 300 ragazzi e ragazze che frequentano 109 istituti pubblici o privati, sparsi su tutto il territorio nazionale, alcuni nel proprio distretto di appartenenza altri in distretti lontani perché è lì che sono stati accettati o inviati.
Anche per loro il progetto SAD paga le tasse scolastiche, l’uniforme e il materiale scolastico, ma la gestione di questo ciclo superiore è più complesso, oltre che più caro.
Il progetto SAD si prende carico anche delle spese di stage per i ragazzi dell’ultimo anno della scuola secondaria, non mettendo la scuola a disposizione il materiale necessario.


Università: anche questo è un "esperimento" che abbiamo cominciato lo scorso anno con tre ragazzi del Distretto di Ntongwe. Si tratta di un esperimento perché sostenere un ragazzo all’università comporta un costo superiore alla quota che una famiglia italiana versa ogni anno; occorre pagare al ragazzo infatti anche l’alloggio e tutte le altre spese che deve sostenere quotidianamente essendo lontano da casa (cibo, trasporti, fotocopie, ecc...).
Ma si tratta di un esperimento anche per un’altra ragione: aprire le porte all’università significa dare avvio ad un progetto nuovo e articolato all’interno del più vasto progetto SAD. Quindi più risorse umane e fisiche da impiegare. La riflessione è tuttora aperta, anche perché i ragazzi che ci chiedono (e vi chiedono) di poter continuare gli studi sono tanti!


DIRITTO AI SAPERE

Come dicevamo prima, solo attraverso le conoscenze e il sapere si può sconfiggere la povertà. E allora ve lo ricordate l’esperimento che abbiamo avviato lo scorso anno con le dodici biblioteche allestite nel Distretto di Ruyumba? Anche lì avevamo fatto una grande scommessa: sapevamo che in Rwanda si legge poco ma, pensammo, perché manca la possibilità, le stesse scuole non dispongono di libri di testo, e la stampa è praticamente nulla.
Oggi dopo un anno e mezzo di attività l’iniziativa continua con successo, riuscendo a coinvolgere non solo gli alunni e gli insegnanti della scuola, ma anche persone adulte che vivono nei pressi delle biblioteche, che hanno scoperto il piacere della lettura.
Quest’anno a tutte e dodici le strutture che ospitano le altrettante biblioteche abbiamo donato degli atlanti e dei dizionari francese-kinyarwanda.


DIRITTO ALLA PROTEZIONE

Fornire ai bambini sostenuti e alle loro famiglie le conoscenze necessarie per meglio proteggersi è un altro impegno del progetto SAD. I pericoli in Africa sono tanti e quotidiani: la malnutrizione, l’AIDS, la violenza fisica.
Anche quest’anno è proseguito il lavoro di sensibilizzazione sul tema della malnutrizione svolto dagli animatori sociali nel Distretto di Humure, mentre nel mese di gennaio tutti i bambini hanno partecipato ad una formazione sul tema dell’AIDS: metodi di trasmissione, di prevenzione, diritti delle persone sieropositive e malattie sessualmente trasmissibili.
La formazione ha avuto luogo in tutti e cinque i Distretti e le tematiche sono state trattate differentemente, considerando le varie classi di età.
I bambini, anche quelli più piccoli, venivano coinvolti nella discussione, invitandoli a rispondere alle domande e a esporre la loro conoscenza del problema.
Sullo stesso tema 130 animatori hanno svolto un’importante attività di sensibilizzazione, nei 4 Distretti di Gitarama, nell’ambito del progetto realizzato in collaborazione con il PAM.
I metodi impiegati dagli animatori sono stati differenti: dalle visite alle abitazioni dei beneflciari del progetto, agli incontri pubblici, alle sedute su temi specifici con testimonianze rese dagli stessi interessati.


DIRITTO AL GIOCO

Ma i bambini, si sa, sono bambini in tutto il mondo... anche i bambini rwandesi amano giocare con i loro coetanei e divertirsi, In Rwanda però il valore educativo del gioco non è riconosciuto e quindi esso non viene vissuto come un diritto di ciascun bambino, ma piuttosto come un beneplacito che il genitore concede, dopo che il bambino ha terminato i suoi lavori domestici, che il più delle volte consistono nel procurare l’acqua e la legna per la cucina. Sensibilizzare i genitori, le autorità locali, ma principalmente gli stessi bambini a considerare il gioco come un diritto è stato l’obiettivo delle attività realizzate la scorsa estate nei cinque Distretti dove i bambini sostenuti vivono. Approfittando delle vacanze scolastiche, dal mese di luglio a settembre, sono state organizzate per ciascun Distretto cinque giornate di gioco ed animazione, in cinque luoghi differenti per facilitare la partecipazione di tutti i bambini.
Un gruppo di giovani rwandesi si è incaricato di organizzare le giornate; le attività svolte erano di tre tipologie differenti:
attività sportive: dalla corsa nei sacchi al tiro alla fune, dai tornei di calcio a quelli di pallavolo e giochi da tavola: dall’igisoro (gioco locale) al monopoli;
attività di informazione e sensibilizzazione sul tema della pace e dell’AIDS attraverso danze, canti e rappresentazioni teatrali;
attività sulla protezione: insegnare ai bambini a riconoscere i pericoli e come proteggersi da essi, attraverso disegni, cartelloni e proiezione di film e cartoni animati.
Tutti i bambini sostenuti hanno partecipato attivamente alle attività, insieme a tanti altri bambini che si sono uniti a loro dalle 8 del mattino fino al tramonto, in una giornata di gioco e amicizia.

Rwanda AVSI - Gioco: gara con il sacco


DIRITTO ALLA SALUTE

Condizione essenziale per poter vivere bene è essere in buona salute; non ammalarsi o se malati, ricevere le cure adeguate. E anche qui ritorniamo al tema dei diritti di ciascun bambino di cui parlavamo all’inizio. In Rwanda il diritto alla salute non è garantito a tutti, se sei malato e vuoi farti curare devi pagare e pagare anche tanto. Così se una persona povera si ammala, nel migliore dei casi si rivolge a qualcuno che conosce la medicina tradizionale, non ancora riconosciuta e il più delle volte poco efficace o addirittura dannosa.
Ai bambini del progetto SAD è invece garantito il diritto di farsi curare presso delle strutture convenzionate del loro distretto, o nel caso di patologie particolari di essere curati nei centri specialistici della capitale.


DIRITTO ALL’ALIMENTAZIONE

Per essere in buona salute e non ammalarsi la cosa essenziale è mangiare e mangiare bene. Tante famiglie non riescono a garantire alloro bambini tre pasti al giorno o comunque non gli offrono un’alimentazione varia, che apporti al bambino tutte le componenti nutrizionali di cui necessita per una sana crescita. Con il progetto SAD abbiamo deciso di intervenire anche in questo ambito, fornendo ai bambini con gravi forme di malnutrizione cibo in quantità sufficiente a garantire loro almeno tre pasti al giorno.
Un nutrizionista ha poi effettuato una visita a tutti i bambini beneficiari dell’intervento supplementare, per verificare il loro livello di miglioramento e che non vi fossero anche altre patologie da trattare. Ha approfittato dell’incontro con le famiglie dei bambini per dare loro dei consigli di base su una corretta e sana alimentazione e sull’igiene personale.
A questo punto vi parlo anche della bella esperienza del nostro Centro Nutrizionale di Humure e del Centro di Sanità; un progetto iniziato per rispondere alla grave crisi nutrizionale di bambini SAD e che oggi, giorno dopo giorno, diventa sempre più punto di riferimento per l’intera comunità. Il reparto nutrizionale in questo anno ha sfornato tonnellate di cibo che hanno sfamato centinaia di bambini (la più parte guariti dalla malnutrizione) e mamme. Il Centro di Sanità ha invece curato diarree, malarie, vermi intestinali, bronchiti, polmoniti, dermatiti,... e le nostre infermiere hanno aiutato 19 mamme a far nascere i loro bambini. Ed ecco la nuova sfida: al Centro di Sanità serve un "reparto" maternità per essere all’altezza di tutte le situazioni; con gli amici del Rotary Club di Imperia abbiamo iniziato la costruzione proprio in questi giorni.
E il prossimo anno? Di idee e di necessità ce ne sono tante, speriamo di trovare i mezzi necessari per annunciarvi qualche bella novità nella prossima relazione. Anzi, una piccola indicazione ve la diamo già: vorremmo che il piccolo ufficio SAD (con un’assistente sociale che ci lavora) diventasse più punto di riferimento per i piccoli della zona. Sarebbe bello che accanto al Centro di Sanità e al Centro Nutrizionale i tanti bambini trovassero anche un punto di riferimento non solo medico. Un po’ come sta diventando la fattoria modello di cui vi parlavamo già lo scorso anno: oggi è sempre più autonoma e indipendente dalla struttura sanitaria; le mamme dei bambini
SAD lavorano e portano a casa i frutti del loro (e anche un po nostro) sudore: ortaggi, maialini, capre, pecore, conigli, polli e uova.


DIRITTO ALLO SVILUPPO

Accanto agli interventi puntuali per ciascun bambino ci siamo ben presto resi conto che erano necessari interventi più generali, volti al miglioramento delle condizioni di vita della comunità all’interno della quale il bambino vive.
In parole povere il progetto SAD non poteva garantire il diritto all’educazione ad un bambino e sapere poi che il tetto della scuola che frequenta è sul punto di cadergli in testa.
Da qui è nata l’idea di realizzare Interventi a base comunitaria, di cui tutta la comunità possa beneficiare. Tali interventi possono essere molto differenti tra loro: dalla riabilitazione di una scuola alla costruzione di un ponte o di un acquedotto o di latrine pubbliche. L’importante è che possano migliorare concretamente le condizioni di vita dei bambini sostenuti e delle loro famiglie, all’interno della loro comunità.
Ma migliorare le condizioni di vita di un bambino e della sua famiglia significa soprattutto offrire loro una possibilità concreta di guadagno. Anche quest’anno in collaborazione con il Programma Alimentare Mondiale abbiamo realizzato un progetto nei 4 distretti di Gitarama, i cui beneficiari sono tutti i bambini SAD e persone vulnerabili, soprattutto sieropositive e malate di AIDS. Il PAM ha fornito cibo a tutti i 1863 beneficiari, per tutta la durata del progetto, distribuendo complessivamente 6.150 litri di olio, 24.560 kg di fagioli, 10.250 kg di cereali e 82 tonnellate di farina gialla.
AVSI si è invece impegnata a realizzare con i beneficiari Attività Generatrici di Reddito (AGR) e formazioni professionali; tutte le persone vulnerabili, i ragazzi capifamiglia e i genitori dei bambini sostenuti sono stati invitati a riunirsi in associazione e a scegliere insieme le attività da svolgere, considerando le capacità dei singoli membri. La principale attività individuata resta l’agricoltura, affiancata dall’allevamento, ma non mancano altre iniziative come il cucito, l’artigianato o l’apicultura.
La formazione delle associazioni è un passaggio importante per evitare che si compiano ingiustizie nella realizzazione degli interventi, ma soprattutto per garantire la durabilità e la sostenibilità delle attività, alla fine del nostro intervento. 37 sono le associazioni con le quali abbiamo collaborato quest’anno, per un totale di quasi 1400 beneficiari diretti.
A tutte le associazioni, grazie alla sinergia con il progetto SAD abbiamo fornito i materiali necessari per realizzare le loro attività (sementi, attrezzi agricoli, bestiame, macchine da cucire, materiale per l’apicultura, ect.) e formazioni professionali specifiche.
Le assistenti sociali che operano sul terreno lavorano alacremente accanto alle Associazioni, aiutandole nella risoluzione di problemi interni, dando loro consigli per una migliore gestione delle attività, tutto per far sì che possano rinsaldarsi come gruppo, sviluppare una forte solidarietà e divenire autonomi nella gestione delle loro attività.
Grazie alle distribuzioni mensili di cibo, tutti i beneficiari hanno potuto rimettersi in salute e dedicarsi a tempo pieno alle AGR, hanno potuto mettere da parte un po’ di soldi che hanno impiegato per pagare le tasse scolastiche del proprio bambino, per rifare il tetto della casa, oppure per curare un membro della famiglia malato. Inoltre ogni associazione ha un fondo comune al quale ciascun membro deve partecipare versando una quota mensile; il fondo viene utilizzato per realizzare investimenti o per aiutare qualche membro dell’associazione in difficoltà.
Un’altra componente molto importante dei progetto è l’attività di sensibilizzazione svolta sul tema dell’AIDS; i 130 animatori hanno raggiunto nei 4 differenti distretti oltre 15.000 persone, attraverso riunioni e incontri di sensibilizzazione e testimonianza. L’impatto diretto e immediato ditale attività è stata la domanda di oltre 700 persone di fare il test dell’HIV, per conoscere il loro reale stato di salute, che AVSI si è impegnata a pagare per tutti.


LO STAFF

Un progetto tanto vasto e complesso come quello del Sostegno a Distanza si realizza attraverso la disponibilità, l’entusiasmo e l’amore per i bambini di numerosi operatori rwandesi che collaborano con la coordinatrice del progetto, l’italiana Maddalena Ciantia.
Luogo Nome Ruolo
Ufficio di Kigali Liberata Assistente di progetto/Sociologa
Ufficio di Kigali Jacqueline Responsabile corrispondenza e salute
Ufficio di Kigali Claude Autista
Ufficio di Kigali Honorine Se retaria
Distretto di Humure Aline Responsabile progetto SAD Humure
Distretto di Humure Marie Bienvenue Assistente Sociale
Distretto di Humure Sperata Assistente Sociale
Distretto di Kabagali Liberata Assistente Sociale
Distretto di Kabagali Vestine Assistente Sociale
Distretto di Kamonyi Jeanette Assistente Sociale
Distretto di Kamonyi Jeanne d’Arc Assistente Sociale
Distretto di Ruyumba Chantal Assistente Sociale
Distretto di Ruyumba Christine Assistente Sociale
Distretto di Ntongwe Rose Assistente Sociale
Distretto di Ntongwe Claudine Assistente Sociale


LETTERE E REGALI DALL’ITALIA

Per finire vogliamo spendere due parole su tutte le lettere e i regali inviati via posta ai bambini. Innanzitutto per ringraziarvi e per assicurarvi che ricevono con immensa gioia tutto quanto inviate loro, perché spesso è l’unico regalo che ricevono.

Ci permettiamo di dare qualche suggerimento:

È sempre meglio scrivere la lettera in francese, perché effettuare le traduzioni dall’italiano porta via molto tempo e allunga ancora di più i tempi di consegna della missiva.
Non inviate soldi o oggettini in oro direttamente nelle missive. Se volete fare un regalo speciale al vostro bambino, è meglio passare sempre per l’ufficio SAD di Cesena; qui penseremo poi a comprare la cosa più utile per il vostro bambino.


CONCLUSIONI

Non sarebbe onesto scriverlo e non dobbiamo neanche illuderci che il Sostegno a Distanza di 1500 poveri bambini e ragazzi rwandesi sia la panacea di tutti i mali. I vari Jacques, Alexis, Rosine, Godelive e Cecile di turno, sono nati e vivranno in uno dei paesi più poveri dell’intero pianeta. Faranno fatica a terminare gli studi e ancor dipiù a trovar lavoro. Combatteranno una battaglia chiamata sopravvivenza che sarà lunga e difficile.
Ma noi abbiamo un dovere prima di tutto morale che tutti i giorni deve far suonare il campanellino che sta dentro ad ognuno di noi: stare alloro fianco, comprenderli per quelli che sono, amarli per la loro innocenza (gli ultimi non hanno quasi mai colpe), condividere le loro gioie e i loro dolori e aiutarli per quel che possiamo. Proprio qui sta la grande sfida del progetto Sostegno a Distanza: con una somma tutto sommato modesta si può veramente fare qualcosa di importante. Bisogna ricordano: con il nostro aiuto Vestine non ha finito di combattere la famosa battaglia per la vita, ma voi gli avete fornito alcuni importanti strumenti che le permetteranno di guardare al futuro con qualche speranza in più. Pagare le tasse scolastiche, comperare i materiali didattici e le uniformi per andare a scuola; potersi curare quando la malaria imperversa; giocare con i propri coetanei; essere informati e consapevoli del pericolo dell’Aids; combattere la malnutrizione; lavorare in un’associazione che produce reddito; sapere che c’è qualcuno dall’altra parte del mondo che ti sta vicino e ti è amico...
Tutto questo è il Sostegno a Distanza: in un panorama grigio, un bell’arcobaleno.




RELAZIONE DICEMBRE 2004

Cari sostenitori,
eccoci arrivati alla fine di quest’anno, trascorso insieme ai nostri bambini. Colgo questa bella occasione per presentarmi.
Mi chiamo Maddalena Ciantia sono arrivata a Kigali da tre mesi e sono la nuova coordinatrice locale SAD. Ebbene sì, dal 1 ottobre di quest’anno la coordinazione del progetto SAD è passata in mano a me. Vi spiego. Nel tempo infatti l’AVSI qui in Rwanda è cresciuta, i progetti sono aumentati, e anche i bambini sostenuti a distanza sono cresciuti. Marco Perini, che voi tutti ben conoscete, è diventato il nuovo rappresentante AVSI del Paese. Inoltre, anche Daniela D’Orso che ha seguito il SAD per quest’anno, è diventata responsabile di un progetto finanziato dal Ministero degli Affari Esteri Italiani, per cui si è vista la necessità di qualcuno che seguisse direttamente ed esclusivamente il SAD. Ed eccomi qui!
Ho appena 22 anni, e mi sono laureata all’Università Cattolica a Milano lo scorso aprile. A Giugno mi arrivò la proposta fattami da AVSI di partire per il Rwanda, e la mia risposta fu affermativa. La ragione per cui ho deciso di lasciare tutto e partire è stata la naturale adesione a una storia cominciata nel 1980... in quell’anno infatti i miei genitori, appena laureati in medicina, partirono per l’Uganda come medici per la missione di Kitgum (nel nord del paese). E da quel momento iniziò tutto. Io e i miei fratelli (6 naturali più 2 adottati ugandesi), siamo nati tutti in Uganda, paese nel quale abbiamo vissuto. Ancora oggi i miei genitori vivono a Kampala (la capitale), con 4 dei miei fratelli. I rimanenti sono sparsi nel mondo: una sorella studia negli Stati Uniti, un altro fratello al politecnico di Milano e la sorella maggiore è sposata e vive a Bresso (MI). Dopo il liceo (anch’esso, come le scuole medie ed elementari, frequentato in Uganda), mi sono iscritta alla facoltà di scienze dell’educazione a Milano. Avevo scelto questa facoltà per poter poi ripartire, possibilmente in Africa. E così è stato. Finita l’università infatti mi sono domandata "come investire la vita?" e la cosa che mi pareva più corrispondente era quella di approfondire quel desiderio che la mia storia e l’educazione cristiana in famiglia mi avevano trasmesso: poter dedicare parte se non tutta la mia vita a chi più di me ha bisogno. Quindi ho colto al volo questa opportunità.
Appena arrivata ci ho messo un po’ di tempo ad ambientarmi, e mi stupisco sempre del fatto che non si finisce mai di scoprire e incontrare nuove persone, volti, culture, usi e costumi. Per quel poco che ho potuto vedere in questi mesi, questo paese è proprio un paese difficile. È un paese che è rimasto segnato dalla sua storia, e ancor oggi è ferito dalla brutalità degli eventi che si sono susseguiti un decennio fa. E un paese che sta attraversando una grave crisi economica. Vi è un generale impoverimento del paese, acqua e elettricità sono considerati un lusso, i prezzi degli alimentari sono in continuo aumento. Questo spesso rende fragile e spinoso il nostro lavoro, che rimane appeso ad un filo. Forse è proprio per questo che mi rendo conto di quanto sia decisivo il vostro aiuto. Realmente e fisicamente cambia la vita ad una persona. Lo vedo accadere tutti i giorni e me ne stupisco ogni giorno. Cercherò attraverso il racconto di questi tre mesi di mostrarvi come realmente voi tutti contribuite alla ricostruzione del volto nuovo del Rwanda. In questi tre mesi ho visto realizzarsi tante cose di cui i vostri bambini sono protagonisti.


I GIOCHI DELLE VACANZE 2004

Grazie al vostro aiuto anche per le vacanze di Natale di quest’anno (vacanze che in Italia corrispondono a quelle estive perché qui l’anno scolastico comincia a gennaio) abbiamo organizzato per i bambini, in collaborazione con un’associazione Rwandese, 30 giorni di giochi in tutti e 5 i distretti dove lavoriamo! Calcio, basket, pallavolo, corsa con i sacchi, competizioni e staffette, danze tradizionali, giochi in scatola e lettura. Pensate che a queste giornate di giochi hanno partecipato all’incirca 10.051 bambini! E non solo, ma anche le mamme e i papà di alcuni bambini si fermavano a trascorrere del tempo con noi e tra di loro. L’idea di fondo è sempre quella di creare una circostanza bella dove i bambini potessero davvero ritornare bambini e comportarsi da bambini, e non da piccoli uomini e piccole donne. Soprattutto poi di occupare un po’ il tempo delle vacanze, che come ben sapete è il tempo della libertà. 11 diritto al gioco, al ritrovarsi insieme, al sorriso! Dalla foto sottostante (i bambini Kabagali che fanno una pausa tra un gioco e l’altro) mi sembra che questo sia ben riuscito.

30 giorni di giochi con bambini e genitori - Rwanda AVSI


SCUOLE, CASE E PONTI

Sembra strano questo titolo, ebbene sì, con il vostro aiuto siamo riusciti anche quest’anno a realizzare degli interventi che hanno beneficiato direttamente i bambini, ma non solo, anche l’intera comunità! Si tratta di un capitolo molto importante del progetto SAD in Rwanda che chiamiamo "Travaux a base communautaire" cioè lavori a base comunitaria. Da quest’anno abbiamo fortunatamente una persona che è responsabile di questo settore del SAD, si chiama Valerio: è un italiano che con passione e dedizione sta seguendo attualmente ben 12 cantieri. Un esempio: a Ruyumba abbiamo 229 bambini sostenuti a distanza. Nella scuola Jean de Pape, ci sono una trentina di bambini sostenuti a distanza. Ebbene la scuola letteralmente cadeva a pezzi. È così che abbiamo deciso di ristrutturare la scuola. Ora più di 400 bambini hanno un tetto sicuro sopra le loro teste. Come la scuola di Ruyumba abbiamo altri li cantieri aperti. Oltre alle scuole, abbiamo costruito una casa ad un bambino, ristrutturato ponti e costruito latrine pubbliche.
Ci si potrebbe domandare: ma cosa c’entra il mio bambino con un ponte? Ebbene c’entra! Perché in alcune aree del paese dove non ci sono strade, durante la stagione delle piogge i bambini magari per mesi non riescono a raggiungere la scuola. È per questo che ci è sembrato utile investire in questo tipo di intervento.

REGALI E LETTERE PER I VOSTRI BAMBINI

Approfitto di quest’occasione anche per ringraziarvi dei regali e delle lettere che inviate ai vostri bambini. Da ottobre ad oggi abbiamo ricevuto ben 104 tra lettere e regali per i nostri bambini. Mi è capitato spesso di dare il regalo direttamente al bambino, e che gioia nei loro volti! Grazie!!! I bambini vedono in questo il segno del vostro amore e della vostra attenzione. Pensate che l’altro ieri è arrivato un pacco contenente tantissimi regali, tra cui alcuni libricini di favole e storie per bambini in francese. Abbiamo scritto alla casa editrice per vedere se riusciamo ad avere un po’ di libri per i nostri bambini. Vi farò sapere. E come non ringraziare tutte quelle famiglie che hanno donato ai bambini i contributi extra! Da ottobre ad oggi, i bimbi con questi soldi extra hanno comprato capre, mucche, materassi, letti, terreni da coltivare, piatti, bicchieri, taniche di plastica, coperte, zappe, stuoie, posate e vestiario! Grazie grazie!

I REGALI DI NATALE 2004

Come anche in passato, questo Natale abbiamo organizzato delle distribuzioni dei regali ai nostri bambini! Abbiamo terminato ieri un tour in tutti i distretti dove lavoriamo, dove ho avuto la chance di incontrare TUTTI i bambini e le loro famiglie. A ciascun bambino abbiamo dato un regalo composto da 2 chili di riso e 2 di zucchero, sapone per il bucato e sapone per il bagno, quaderni, penne, gomme, dentifricio, spazzolini e biscotti. I bambini erano proprio contentissimi, e nelle foto che vi mostro eccoci all’opera!!!

I REGALI DI NATALE A NTONGWE
I regali di Natale per i bambini - Rwanda AVSI

A HUMURE LO ZUCCHERO
La distribuzione di zucchero - Rwanda AVSI

Infine colgo quest’occasione anche per farvi qualche raccomandazione!
Vi chiedo di fare attenzione a ciò che scrivete ai vostri bambini, nel senso che a volte mi capita di leggere delle lettere bellissime, ma che caricano il bimbo di aspettative grandi e il più delle volte improbabili. Mi spiego: in qualche lettera alcuni scrivono ingenuamente e amorevolmente «quando ci vieni a trovare?» ebbene, a volte i nostri bambini prendono queste parole come un dovere e poi ci risulta difficile spiegare loro che per circostanze e una serie di problemi (tutela del minore...) è assai difficile che questo accada. Pensate che ci è capitato che una sostenitrice ci abbia telefonato direttamente a Kigali chiedendoci di portare in Italia il suo bambino... certamente questo è il segno di una grande affezione al bambino, ma è assai improbabile che accada, e comunque riteniamo non sia giusto sradicare il bambino dal suo naturale ambiente!

E ora vi saluto, e da tutto lo staff SAD del Rwanda vi auguro un Buon Natale e ancora grazie! Non è una formalità: il vostro "si" realmente cambia il mondo!

LE NOSTRE BAMBINE DI KAMONYI CHE DANZANO IN OCCASIONE DELLA FESTA DI NATALE!
Danza per il Natale - Rwanda AVSI

BUON NATALE!
MADDALENA CIANTIA ABER
Kigali, 22 Dicembre 2004



RWANDA

Rwanda dal satelliteRwanda in AfricaRwanda al centro dell'Africa

Superficie: 26.344 Km²
Abitanti: 7.313.000 (stime 2001)
Densità: 278 ab/Km²

Forma di governo: Repubblica presidenziale
Capitale: Kigali (234.500 ab.)
Altre città: Butare 45.000 ab.
Gruppi etnici: Hutu 90%, Tutsi 9%, Twa 1%
Paesi confinanti: Uganda a NORD, Tanzania ad EST, Burundi a SUD, Repubblica Democratica del Congo ad OVEST

Monti principali: Karisimbi 4507 m
Fiumi principali: Nilo Kagera 500 Km (tratto ruandese, totale 750 Km)
Laghi principali: Lago Kivu 1100 Km² (parte ruandese, totale 2650 Km²)
Clima: Tropicale

Lingua: Kinyarwanda, Francese, Inglese (tutte ufficiali)
Religione: Cattolica 60%, Animista 25%, Protestante 14%, Musulmana 1%
Moneta: Franco del Ruanda
ABITANTI:
Byumba Province Byumba: 712372
District of Bungwe: 80068
Byumba Town: 66536
District of Humure: 71485
District of Kinihira: 92003
District of Kisaro: 77320
District of Ngarama: 73626
District of Rebero: 79894
District of Rushaki: 79484

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