IRAQ - SEQUESTRO GIULIANA SGRENA

OSSERVAZIONI
Giuliana Sgrena si è vista sequestrare dagli stessi che credeva di difendere, è stata per un mese prigioniera dell’ignoto e della paura, e che infine è stata a un passo dalla morte, salvata solo dal sacrificio di uno dei suoi liberatori. Tanta Angoscia, non solo sua, ma di certo anche di tanti compagni a lei vicini.
- "Nessuno ha un amore più grande di questo:dare la vita per i propri amici"[Giovanni 15:13]
- Giuliana Sgrena era in Iraq per il suo giornale "Il manifesto" per sua scelta, nessuno l'aveva obbligata.
- Sulla prima pagina in alto de Il manifesto c'è scritto "Quotidiano Comunista"...lo stesso quotidiano che scrisse: "Stalin, è morto un beneffatore dell'umanità"
- Dall'inizio della guerra, e soprattutto dopo i sequestri dei diversi italiani, il governo ha ininterrottamente detto che non bisogna andare in Iraq. In ogni caso ci vuole una buona scorta e mai andare nelle zone altamente rischiose.
- La Sgrena stava a Falluja, una delle zone più pericolose in assoluto!
- Non è il primo caso di sequestro. E' assodato che la tecnica dei sequestri è quella più usata dai terroristi, non ha caso sono stati sequestrati ormai oltre 40 persone, di cui tantissimo decapitati, e pochi rilasciati!
- Il suo Compagno Scolari è apparso solo qualche giorno dopo il rapimento. Perchè?
- La Sgrena ha dichiarato: "Ringrazio I miei rapitori perche' sono stata trattata bene".
- Pier Scolari: «I militari Usa non volevano che Giuliana uscisse viva».
- Nel video della Sgrena lei implorava al governo la salvezza. Dopo il rilascio non ho trovato dichiarazioni di ringraziamento al governo.
- Il governo l'ha salvata con uno dei maggiori esperti del servizio segreto.
- Lo 007 Calipari oltre a salvarla facendola rilasciare ha fatto scudo con il suo corpo per salvare la Sgrena. Muore e lascia la moglie e 2 figli di 19 e 13 anni.
- Si parla di un riscatto di 5 milioni di dollari. Ma non è certo. Se fosse vero i terroristi hanno 5 milioni di dollari con cui comprarci molte altre bombe.
- Ai TG e sui giornali si è parlato di tutto: Governo, Americani, Sgrena, Scolari, Il fratello della Sgrena....ma nessuno parla dei tagliatesta che l'hanno sequestrata...che ora staranno ridendoci sopra.
- Ogni giorno muoiono 2 militari USA. La tensione è altissima. Finora ne sono morti oltre 1500.
- È prassi dei Kamikaze imbottire un auto di tritolo e puntare ad alta velocità un obiettivo per farsi esplodere.
- I militari USA sono tantissimi, giovanissimi, e quindi la maggior parte con poca esperienza e sicuramente molto frustrati dalla continua tensione snervante. Ogni secondo rischi la vita ininterrottamente.
- Di Fuoco "amico" sono morti tantissimi in iraq come in tutte le altre guerre del mondo.
- La sgrena ha affermato di aver visto grappoli di proiettili vicini al suo sedile. Scolari ha affermato che erano 400 colpi quelli sparati dagli Americani.
- Dall'analisi dell'auto i colpi accertati sono stati 8! (fonte La Repubblica)
Il fratello prete, uguale a lui senza baffi, ha spiegato che lezione possiamo trarre da questa esistenza offerta con semplicità. C'era la bara lì davanti, e don Maurizio Calipari, un po' curvo ha detto: «Solo se si è disposti a percorrere questa stessa via, le cose possono andare meglio».

DOMANDE
Davvero, come titola il «Quotidiano comunista», quello di Nicola Calipari è stato un «omicidio preventivo», e dunque premeditato?
Davvero, come scrive Rossana Rossanda, gli americani hanno sparato «per uccidere» e dunque siamo di fronte a «un assassinio»?
Davvero è un quadro condivisibile quello dipinto dalla stessa Rossanda di una soldataglia yankee arrogante, imberbe e/o ebbra di whisky, seguace della «massima nazionale: prima spari e poi vai a vedere»?
e che obbedisce senza fiatare all’ordine: «Quando passano quegli italiani, liquidateli»?
Davvero dobbiamo fidarci dell’intuito di Giuliana Sgrena quando ci dice che molto probabilmente avevano ragione i suoi rapitori allorché le hanno detto «gli americani non vogliono che tu torni» e poi, aggiunge di suo, che sempre loro, sempre gli americani «non vogliono che il nostro lavoro testimoni che cosa è diventato quel Paese con la guerra e nonostante quelle che chiamano elezioni». (Quasi che la stampa Usa, invece, scriva quel che vuole il Pentagono o, se tanto mi dà tanto, che anche i giornalisti americani siano allora tutti in pericolo di vita; e quanto alle elezioni irachene che non andrebbero chiamate elezioni, come crede la Sgrena che debbano chiamarsi?).
Quali sono le «informazioni» in possesso della Sgrena tali, secondo il suo compagno Pier Scolari, da giustificarne l’assassinio da parte degli americani pur di non vederle divulgate?
Davvero dobbiamo credere che la vettura degli italiani sia stata colpita da «400 pallottole, da una pioggia di fuoco» (Scolari), dobbiamo credere a Giuliana Sgrena quando dice di aver raccolto con le sue mani sul sedile «grappoli di pallottole», ma che in questa intenzionale gragnuola di colpi di un blindato contro un’auto neppure corazzata solo un passeggero alla fine sia rimasto ucciso?
Ma se a Washington era stato deciso che la giornalista italiana doveva morire, come mai, invece, per sua e nostra fortuna è sopravvissuta? Cosa ha fatto fallire il complotto?
E perché mai sono stati addirittura lasciati in vita i due italiani, sicché poi testimoniassero dell’agguato?

METODO
Dalle informazioni/osservazioni raccolte da me selezionate,
presumendo che le fonti siano veritiere (affinchè una fonte mi possa sembrare veritiera la devo leggere o in articoli di giornalisti di cui mi fido ed inoltre lo devo leggere in diverse parti, soprattutto anche in giornali di posizione politiche opposte, ma non in giornali estremisti),
presumendo che non sono tutte quelle ottenibili perchè non riesco a leggere tutto e tutti,
presumendo che non tutta la verità dei fatti viene descritta,
quindi molto probabilmente ci saranno particolari anche importanti che possono sfuggire e che quindi potrebbero in qualche modo incidere ma sicuramente in modo minore
cercando di essere il più critico possibile
cercando di partire dalla realtà dei fatti
cercando di staccarmi dai preconcetti precostituiti
esprimo il mio giudizio:

GIUDIZIO
La Sgrena ha la grave responsabilità di aver generato tutto, perchè non doveva andare come è stato detto molte volte, doveva subire con dignità le conseguenze di questa decisione invece di piagnucolare di salvarla e di farci assistere a dichiarazioni fumettistiche del suo compagno "Io ti salverò, Giuliana"...credo che una pagliacciata così non si era mai vvisto prima.
Nel video piangeva con paura estrema ma alla fine ha ringraziato i terroristi. Rapitore , non mi hai sgozzata, non mi hai stuprata, non mi hai decapitata e allora io ti dico "Grazie". Abbiamo toccato il fondo!! Non si è più capaci di capire la differenza tra bene e male. Ma come è possibile "ringraziare" i propri rapitori terroristi, tagliatesta, crudeli assassini, in pratica delle bestie?!?! FUORI di TESTA!!! È come se Nicholas Berg potesse dire "Grazie terroristi!".
Il giornalismo per l'amore alla verità è giustissimo, ma bisogna prendere le proprie precauzioni e prendersi le proprie responsabilità
Il suo compagno Scolari ha usato molte parole di propaganda. Non ho visto/sentito un accenno di critica nei confronti dei terroristi e di lode nei confronti del governo. Solo attacchi e insulti agli Americani, che posso anche giustificare perchè gli stavano quasi uccidendo la compagna (NON LA MOGLIE), ma si dimentica sempre di tutto il resto della realtà dei fatti.Una volta salvata e NON di certo da lui, non gli par vero di poter sparare a zero contro l'America naturalmente senza sapere, lui da Roma, come sono andate le cose.
Per l'incidente: chiunque ha sbagliato deve prendersi le sue responsabilità e pagare. L'inchiesta chiarirà tutto proporzionalmente alle condizioni. L'Italia deve essere molto decisa in questo!
Calipari vero eroe che da la propria vita per la vita di un'altra.
Eroi anche gli altri "senza nome" del servizio segreto italiano per la loro professionalità.
Con I terroristi non si tratta mai e soprattutto non li si ringrazia MAI se si resta vivi grazie a un governo che paga e grazie ad un uomo che muore per salvarti la vita.
Sia la Sgrena, sia Scolari e sia tutti quelli del manifesto hanno usato Capilari come un fantoccio da usare per strumentalizzare con veleno ideologico un attacco antiamericano. Veramente Vomitevole!!!! La Sgrena e suoi hanno approfittato dei cento microfoni aperti per ribadire il loro supremo dogma ideologico: America cattiva, Calipari è un nostro eroe. Che vergogna.
Non si è udita una parola della vedova, la quale in fondo è colei che lo conosceva meglio...ma tutti fanno parlare la Giuliana e Pier Scolari, Gabriele Polo (direttore del Manifesto) e Oliviero Diliberto, gli fanno dire chi fossero i buoni e chi i cattivi, chi ne volesse la morte (gli americani) e chi la vita (i rapitori, definiti dalla Sgrena «non terroristi, ma resistenti»)
Ai compagni pacifisti, e specialmente a quelli del giro del Manifesto e ai parenti di Giuliana (eccetto il fratello Ivan, misurato). Nicola ha già dato la vita per una di voi, non potete restituirla, almeno non portategli via la memoria, non rubategli gli ideali. Non strappategli l'uniforme e la bandiera per imporgli le vostre. Smettetela di truffare la gente. Rispettate i morti.
Fa impressione il modo come si è cercato di impossessarsi di quest'uomo da parte di chi lo detestava. Il Manifesto ha sempre attaccato la polizia!
La Sgrena ha sostenuto, trasferendo i suoi pensieri ai compagni, che si è trattato di assassinio. «Agguato», in un primo momento. Poi «come un agguato». Pier è sicuro volessero ucciderla perché gli americani temevano rivelazioni da parte della cronista («me lo ha detto lei»). Qui non stiamo a evidenziare l'ovvietà che se i marines volevano davvero ammazzarla, poi non si capisce perché si siano fermati. Chiediamo semplicemente di comunicare queste scoperte. Le scriva, le tiri fuori. Siamo tutt'orecchi e tutt'occhi. Poi però Giuliana ha cambiato ipotesi. «Pier è stato frainteso. Non ho nessuna informazione riservata, magari le avessi».
Ha spiegato: «Non mi sono mai sentita nemica dei miei rapitori». Allora un intervistatore le ha chiesto conto di quel filmato in cui sembrava stravolta, in cui implorava di essere salvata. Risposta: «Mi hanno chiesto di drammatizzare ». Insomma, ha recitato. Però resta dell'idea che la loro causa è giusta. Altrove dice di essere stata «terrorizzata». In altri posti ancora sostiene: «Ero in una fase di grande incavolatura. Ero rabbiosa, litigavo ». Con chi ti terrorizza? Mah. Ancora: «Io ho sempre appoggiato la resistenza civile irachena. Ma in guerra posso capire si arrivi a questi eccessi ». Civile cosa vuol dire? Quella che ammazza ma non taglia le teste? C'è una differenza così grande? Di certo preferisce costoro agli americani. Infatti ai banditi crede come oro colato. Condivide persino l'idea che i marines avrebbero cercato di farla fuori: «Mi imbestialisco se sento parlare di tragico incidente. L'esito felice della trattativa - è un'ipotesi - può aver dato fastidio. Gli americani sono contro questo tipo di operazione. Per loro la guerra è guerra, la vita umana conta poco».
Nicola Calipari era in Iraq per consentire la pacifica convivenza laggiù, compreso il ritorno alla democrazia. Le elezioni! Secondo la Sgrena invece gli unici rappresentanti degli iracheni sono «loro», i suoi rapitori, i banditi. Molto marxisticamente il 60 per cento di chi ha votato nelle elezioni non conta un bel nulla per lei. Dipinge l'Iraq come un inferno, dove gli angeli sono "loro" e la parte dei diavoli è tutta degli americani e dei loro alleati. Lo dice esplicitamente quando spiega di non voler tornare più in Iraq. Non per il buon senso di evitare altri Nicola Calipari a rischio per salvarla, ma perché «loro» non vogliono. «Ero convinta bisognasse andare in Iraq per dare testimonianza di quanto avviene; Dopo quel che mi è successo ho capito che non si può fare. Loro non ci vogliono. Mi dicevano: "Non ci serve quello che fai tu"». A loro era più utile il rapimento proprio di una come lei, con le loro stesse idee. Serviva il rapimento, serviva il filmino allo scopo? Pronti, fatto. Drammatizzazione riuscita. Certo, vogliamo la verità sulla morte di Nicola Calipari. Picchiamo il pugno sul tavolo per sapere tutto. Ma intanto per favore, cara Sgrena, prendi pure in giro noi, ma lascia stare lui, il fatto che ha dato la sua vita per te non ti dà il diritto di falsificarla per la tua ideologia.