METODO PER AFFRONTARE IL REALE
LA CONOSCENZA
Per analizzare, capire e discutere una questione bisogna sempre prepararsi bene fino in fondo, direi con metodo scientifico, altrimenti diventa un aggrapparsi a tanti "sentito dire".
Un grande statista disse "L'agricoltura sembra molto semplice quando il tuo aratro è una matita e sei a un migliaio di miglia dal campo di grano". È chiaro che non possiamo volare per andare nei luoghi dove accadono i fatti, ma ci vuole sempre uno sforzo di immedesimazione e di seria documentazione. La saggezza sta nel sapere il più possibile ma soprattutto nell'usare in modo corretto ciò che si sa.
Le parole sono come pietre, o si pesano o è meglio tacere. Se non si conosce si deve tacere.
Se non vivi la cosa fino in fondo con metodo e criterio dai sempre un giudizio superficiale e spesso errato. Per poter condurre un'indagine con analisi seria e responsabile bisogna sempre partire, non da un dubbio, bensì da un punto fisso e chiaro. Coglierlo significa individuare l'unica cosa rilevante all'interno dell'assoluta irrilevanza in cui siamo immersi molto spesso: l'assoluta irrivelanza di molte altre cose nella nostra vita quotidiana. Spesso si crede di osservare l'oggetto e invece si osserva solo il proprio pensiero. C'è una netta prevalenza di suggerire, proporre in maniera "argomentata" delle risposte ma senza sollevare dubbi, porsi domande, esprimere una volontà di ricerca, prima di mettere in circolazione il proprio punto di vista. I dibattiti confusi dei nostri periodi dimostrano che senza una conoscenza dettagliata dei fatti, anche tecnici, è difficile rendersi conto di cosa si sta parlando. E senza entrare nel merito dei fatti, non si riesce a giudicare e tantomeno ad essere efficaci nelle battaglie culturali. Su tutte le questioni è necessaria una maggiore conoscenza dei termini della questione, altrimenti quello pubblico è un finto dibattito, ma solo una gran confusione in cui non si capisce più di cosa si sta parlando, e inevitabilmente vince chi ha la voce più grossa.
Si pensi che nel ramo scientifico molti studi sono viziati da inesattezze statistiche e sperimentali, a causa delle piccole dimensioni dei campioni, della scarsa progettazione dello studio, per i pregiudizi dei ricercatori, per gli errori statistici e altri problemi che si combinano e rendono falsi i risultati della maggior parte delle ricerche; questo vale anche per gli studi più grandi e meglio progettati. Gli scienziati accolgono sempre con cautela i risultati fino a quando altri certificano il tutto. A maggior ragione, quindi, quando si parla di fatti storici, attualità e politica la "cautela" deve essere la regola assoluta.
Tantissima gente purtroppo non ha il tempo, ne metodo e ne la voglia di approfondire i temi ed i discorsi e leggono solo i titoli dei giornali, dei telegiornali o delle locandine senza studiare i contenuti e le analisi. I Mass-Media dei discorsi di 2 ore d'informazione riporteranno solo 5 secondi e condenseranno in quel breve tempo non il "nuce del logos", ma alcune frasi estrapolate e quindi spesso decontestualizzate. Nella Bibbia c'è scritto "Dio non esiste", letta così sembra una contraddizione assurda, ma se leggiamo tutta la frase "Lo Stolto pensa: Dio non esiste" (Sal. 53,2). Quindi se estrapoliamo dalle questioni storiche solo frasi senza spiegarne per bene il contesto, le ragioni politiche e la veridicità di tali scelte e soprattutto senza farne un paragone adeguato con tutti gli altri paesi del mondo, già usiamo un metodo totalmente sballato per giudicare. La frase decontestualizzata spesso è un'arma di strumentalizzazione per attaccare negativamente l'avversario politico; la manipolazione del significato delle parole è la causa principale del disorientamento del mondo moderno. Non c'è cosa peggiore di chi ignora la realtà dei fatti o strumentalizza alcuni fatti per fondare analisi strumentali. Spesso in tre minuti vanno condensati racconti e opinioni su fatti complessi, che non possono essere spiegati. Bisogna sempre capire quanto ha inciso la semplificazione giornalistica. Il pensiero moderno, qualunque sia l'interpretazione che se ne voglia dare, ha sostituito al principio di realtà la ricerca della certezza mediante il cosidetto "dubbio metodico"
Attenti della solita storia del cuore da una parte e portafogli dall'altra.
Ci sono cose che si capiscono da addetti ai lavori, ma che spesso contraddicono dati elementari di realtà e talvolta persino il tanto disprezzato buon senso comune.
Sempre attenti alle doppie verità, alle allusioni per addetti ai lavori, ai messaggi cifrati. Valorizzare solo chi riporta la notizia, i fatti, i nomi precisi e circostanziati.
Spesso c'è la sgradevole sensazione di trovarsi di fronte a messaggi cifrati che non sembra facciano parte di una cultura, nè laica nè tantomeno cattolica, del dialogo.
Ci sono anche i disinformatori di professione. I mass media trasformano ogni piccola scemenza in una tendenza, ogni stravaganza finto-trasgressiva in una moda, ogni sgallettata che appare in tv in un "evento" da immortalare. Oggi per i mass-media il problema non sono i fatti ma le opinioni e gli anatemi. Malgrado tutta la dittatura dell'opinione e dell'interpretazione, c'è ancora nell'uomo il desiderio e l'esigenza di verità? La verità dà fastidio perchè svela i limiti negati o taciuti. Persino quando si parla di un libro ci si interroga su influssi e dipendenze, sullo sviluppo, sulla storia degli effetti della sua opera e così via. Il risultato di una simile operazione è chiaramente l'immunizzazione nei confronti della verità.
Giovanni Paolo II diceva che l'acquisizione fondamentale del pensiero medievale era quella secondo cui l'uomo, nell'atto di conoscere, si apre alla realtà oggettiva, la quale si pone davanti a lui come termine del suo stupore e perciò del suo rispetto, oltre che della sua creatività.
"Se si lascia cadere la domanda sulla verità e la concreta possibilità per ogni persona di poterla raggiungere, la vita finisce per essere ridotta ad un ventaglio di ipotesi, prive di riferimenti certi" diceva Ratzinger agli studenti dell'Università Lateranense.
Il nostro mondo è troppo grande, troppo fuggevole e troppo complesso per averne una conoscenza diretta. Non siamo attrezzati per tenere sotto controllo tante variabili e dobbiamo affidarci a un modello più semplice.
Quanto noi tutti sappiamo dell'ambiente circostante e del mondo in cui crediamo di vivere, è composto in piccola parte da ciò che abbiamo visto o sentito personalmente e, per la quasi totalità, da ciò che conosciamo in maniera mediata, ovvero attraverso il racconto degli altri... il sottile filo della verità, il più delle volte, è molto lungo nel suo srotolarsi tra la fonte (o il fatto) e chi lo racconta.
Si ottiene così che buona parte della gente sfiora superficialmente le questioni e le problematiche politiche tantè che spesso si ribalta la realtà dei fatti senza nemmeno accorgersene. Per non parlare delle poche agenzie di stampa internazionali, DA SOLE in grado di determinare cosa fa notizia nel mondo.
In una situazione simile bisogna fare una lettura comparativa di più giornali e più telegiornali, approfondire le questioni sui vari blog e tg-online e su più siti web, leggere molti libri, leggere attentamente e interamente le dichiarazioni dai siti ufficiali.
Evidentemente uno sforzo notevole, costoso, e di per sè abbastanza improbabile in una vita produttiva normale. Infatti ad esempio basti guardare alle nostre esperienze personali e proviamo a riconoscere quante volte prendiamo decisioni sulla base di informazioni apprese di sfuggita e/o "per sentito dire". Proviamo a riconoscere con onestà intellettuale "cosa davvero sappiamo" dell'opera dei governi quando, con il voto, siamo chiamati a scegliere per il futuro del paese. Decidiamo sulla scorta di alcuni input frammentari e a volte tendenziosi, che costituiscono una piccola e fragile base di conoscenza.
I mass media hanno in genere la direttiva di dividere, separare, distinguere, sottolineare un aspetto rispetto al tutto, mettere insistentemente l'accento su un particolare in modo che oscuri l'universale. Se si perde di vista l'insieme non si capisce più niente. Sono tempi tristi, dove tutto si confonde, tende a confondersi, dove tutto sembra sbiadirsi, "svanirsi", e sembra che non ci sia più alcuna certezza. Esagerazioni, bufale, mancanze e distorsioni... senza ipotizzare soluzioni alternative. Il delirio ideologico è molto evidente!
Ciò che impiglia il dibattito e la sua funzione informativa ed educativa, è il nostro disprezzo per la verità. L'ignoranza, evidente e fonte di gaffe a catena, copre questa repulsione. Non vogliamo sapere ciò che potrebbe farci cambiare, e quindi crescere. Cioè (in ogni campo, scientifico, affettivo e religioso) la verità. La sua rivelazione è sempre la smentita di una falsità precedente, alla quale una parte di noi è fatalmente affezionata.
Bisogna essere sempre attenti a verificare la serietà dell'autore di quello che leggete. Cercate sempre di ricordare il nome dell'autore e capire se è un amante della verità o se spesso condisce il tutto con pregiudizi ideologici (logiche complottiste, logiche politiche, logiche di odio verso qualcuno, logiche di pura invidia, ideologie varie). Si ricordi che spesso nel giornalismo di oggi è più interessante "sparare un'ipotesi" suggestiva, piuttosto che descrivere un'evidenza dei fatti e spesso i mass-media, pur di far polemica con rapidità (polemicume), travisano, mentono e manipolano i fatti e le parole a loro piacimento.
Certi attacchi a valori dell'uomo si basano sull'assioma che la maggior parte della gente non va a controllare le cifre che per non fare attecchire una panzana basta non cessare di ripeterla.
Bisogna aver la passione di leggere e ascoltare, vagliare e ritenere, curiosare e conservare. La realtà è una miniera inesauribile di stimoli. La superficialità fa scambiare come integralismo qualsiasi novità che esce fuori dai loro schemi mentali.
Dobbiamo avere la convinzione che la verità esiste, e che prima di tutto e sopra tutto è la verità che bisogna cercare. Prima di chiedersi dove possa andare a parare una affermazione, a noi importa sapere se sia vera o no.
Se si dà un problema, e si danno più soluzioni tra loro contraddittorie al medesimo, è impossibile che tali soluzioni contraddittorie siano tutte vere. Potrebbero essere tutte false, ma tutte vere decisamente no. Oggi c'è il relativismo assoluto cioè inventare delle forme di "verità". Il pericolo scientista che striscia nella mentalità dominante.
LA DISCUSSIONEIn una discussione o in un ragionamento fai sempre un esempio concreto e un controesempio ragionando anche per assurdo; prova a fare un'analogia coerente.
Abituati a trovare prima le ipotesi adeguate per ogni tua affermazione, evidenzia sempre le tue fonti, cerca di ricordare concetti ripresi da personaggi importanti che hanno fatto grandi cose e cerca di contestualizzare tutto. Spiegati in modo semplice, sintetico, schematico e che ti possa capire anche tua nonna. Assolutamente non essere ridondante, stai attento a non essere logorroico. Devi essere sempre chiaro, preciso e deciso. Punta sul sperimentabile e calcolabile senza perdersi in vicoli chiusi di teoria pura. Sui principi non negoziabili non puoi tacere, o sfumare le tue posizioni.
Cercare di confrontarsi in discussioni aperte e costruttive con altri per iniziare ad avere una visione più adeguata al problema, perchè nel confronto escono fuori questioni ed idee spesso interessantissime e inaspettate o mai considerate prima. Attenti a non introdurre argomenti artificiosi e pretestuosi.
Non cadere nel "would you say question" (quindi direbbe che) per evitare smentite. Evitare il "Pinter pause", lungo silenzio che toglie la concentrazione. Evitare le "Colombo's Killer question".
Se in una discussione si arriva a litigare bisogna sempre domandarsi "Ma perché te la prendi tanto? Cosa te ne viene in tasca?" questo dovrebbe attivarne la logica senza decadere in chiacchiere "da bar", cioè quando si ripetono slogan così come il pescivendolo espone la sua mercanziato e come quando tutti dicono il contrario di tutto e tutti hanno "ragione" e sembrano in grado da soli di risolvere i problemi del mondo.
Critiche sì, anche pungenti, ma assolutamente no a quelle distruttive. Se la critica non è costruttiva non serve a niente e a nessuno. Le critiche distruttive scoraggiano soltanto e lo scoraggiamento, dicePadre Pio (e tanti altri Santi) non viene mai da Dio ma dal demonio.
Dialogo non significa essere d'accordo. Molto spesso si fraintende: dobbiamo incontrarci, parlarci, esprimere anche il nostro dissenso quando è necessario, ma dobbiamo parlare. Se non c'è una chiara coscienza di sè, una chiara identità, il dialogo non serve, è controproducente. Cercare di dialogare sui fatti e soprattutto rispettando gli altri. Cioè quelli che non sono uguali a te.
È importante avere un sano e costruttivo scambio di opinioni che, seppur su fronti contrapposti, deve essere sempre improntato su basi di concordia e lealtà civica. Ricordiamoci infatti dei nostri Padri che, con il loro sacrificio e spesso con la loro vita, hanno permesso alla nostra amata Nazione di nascere e progredire nella concordia, consapevoli e fieri di tenere alto il nome dell'Italia nel mondo. È per tale ragione che bisogna moderare i toni ed ascoltare l'altro, perchè è più importante comprendere le ragioni dell'altrui pensiero che affermare con la violenza verbale le proprie!
Attenti a non farsi confondere dal pregiudizio ideologico (che dovrebbe sparire del tutto nella vita), usare il senso critico, attenti ai particolari e cercare di paragonare tutto alla realtà dei fatti.
L'assenza di preconcetto nel senso letterale della parola è impossibile. Perciò stesso che uno nasce in una certa famiglia, che uno frequenta certi amici, perciò stesso che ha la tal maestra delle scuole elementari, che frequenta certe scuole medie, che va al liceo, all'università, perciò stesso che vede la televisione, che legge il giornale, perciò stesso che è un uomo normale in condizioni normali, è tutto imbevuto come per osmosi di preconcetti, cioè di idee e immagini sui valori, sui significati delle cose, specialmente nei tre campi destino, affettività, politica. Come nella verità processuale essa raramente coincide con quello che è successo, ci si può arrivare per approssimazioni... ma la verità la sa solo l'imputato, anche nei fatti raccontati spesso ci si arriva per approssimazioni. Pensate dunque con la vostra testa, sia di fronte alle tesi "ufficiali", sia alle tesi complottiste. Non fidatevi neppure di quello che trovate scritto qui: controllate sempre personalmente ogni fonte, ogni data, ogni dettaglio. Chiedete a esperti di cui vi fidate (ingegneri, architetti, pompieri, piloti, chimici). Andate sempre alle fonti originali di ogni dato, scavalcando gli intermediari tendenziosi. Soltanto così si può arrivare alla verità, senza appoggiarsi su pericolosi ipse dixit, né da una parte né dall'altra.
Prima di dare per certezza assoluta una frase eclatante (che spesso va a confermare quello che già avevamo in mente come preconcetto) bisogna verificarla sempre fino in fondo. Mai ragionare per slogan o per "sentito dire"! Ricordarsi sempre di tutti i fattori in gioco e non solo quelli che fanno comodo per riaffermare quello di cui siamo convinti! Ricordarsi sempre della storia passata. Ricordiamoci bene che il principio di eguaglianza significa trattare in maniera eguale situazioni eguali, ma in maniera diversa situazioni diverse.
Spessissimo mi capita di gente che accusa qualcuno e alla domanda esatta del "perchè?" sento risposte stile slogan mescolate con ideologia (che corrode il cervello), perchè basta andare a fondo nella discussione e scopri che non conoscono la questione e quel che sanno è un miscuglio tra verità e falsità che diventa "falsità diabolica" ottenendo così un effetto devastante. ASSURDO!! È come buttare la nostra ragione! Non si tratta più, come ben insegnava Aristotele, di verità e falsità, quanto piuttosto di verosimiglianza. Impastare la vicenda inventata di riferimenti reali o di avvenimenti orecchiati che lascia un'impressione di verosimiglianza. Parte essenziale di questa tecnica di mistificazione è conservare un riferimento parziale alla realtà, in modo che chi è superficiale o disattento possa avere l'impressione di muoversi su un terreno a lui noto, e che potrebbe in ogni momento verificare, ma che naturalmente non verificherà mai. Una mistificazione sottile, giocata sul filo degli aggettivi, che porta a non pensare più, a seguire docilmente il discorso fino all'accettazione delle sue conclusioni. «Edulcoreranno le sue parole» e sarà «la solita semplificazione e atroce banalizzazione».
Un atto d'accusa senza contraddittorio è sempre distruttivo. Per capire bene è importante fare l'avvocato del diavolo.
Non dobbiamo cedere nella tentazione per cui l'accusa di qualcosa di tanto infame vale già un sospetto penetrante. Perché sospettiamo: perché conosciamo noi stessi, sappiamo la nostra fragilità, i pensieri strani, se qualcuno accusa un essere che ci siamo immaginati come un angelo, gli sporchiamo inesorabilmente le piume delle ali.
Ma il bluff consiste proprio nell'indicare come documento di prova delle proprie fantasie storiche un'opera reale e teoricamente constatabile da tutti. Anche se nessuno andrà poi ad approfondire, l'iniziale verosimiglianza di molti particolari creerà un'irragionevole certezza generale, che non è intaccata dalla contestazione analitica delle singole falsità e che è difficile da scalfire.
Oggi i media, grazie alla loro integrazione reciproca, consentono a chi ne possegga il dominio – e non sempre esso coincide con la proprietà – di manipolare la realtà spezzettandola e ricostruendola a piacimento, come in un gioco. L'assenza di comprensione non solo dei contenuti, ma anche delle forme e delle tecniche dell'attacco mediatico in corso condannerà i deboli di senso critico. Una persona che non conosce o con poco senso critico, è addomesticabile dal potere, facilmente disposto a scendere in piazza ripetendo slogan ossessivi, innalzando cartelli con scritte elementari, gesticolando ritmicamente e sostituendo il pacato ragionare al grido concitato. Io non andrò mai a queste manifestazioni: per me sono diaboliche. Non perché siano cattive, perché sono peggio: spingono a credere che la pace possa nascere senza il Signore, ma senza il Re della pace si finisce con un Giuliano Felsenburgh ("Padrone del mondo") coll'Anticristo di Solovev o peggio come nel "Mondo Nuovo". E queste società sono diaboliche.
L'azione dell'ideologia e del Partito che tenta di omologare tutti gli individui a sé, recidere ogni rapporto col passato, annientare la memoria di un popolo, (togliendo il passato, il presente non ha più radici su cui crescere e fruttificare), eliminare la cultura del popolo con il motto "l'ignoranza è forza". Quelli che erano contro l'ideologia del partito e comunque erano d'impiccio perché erano in grado di pensare con la loro testa.
Bisogna guardare la realtà senza veli ideologici. C'è uno "Scetticismo dogmatico" che "pretende di dominare le scienze umane, condannando all'inesistenza tutte le domande più interessanti".
Ci sono luoghi comuni costruiti pazientemente. Con continue imprecisioni, mezze verità, continue piccole superficialità. Luoghi comuni che pretendono di inquadrare e capire la vita. Che invece sono inutili. E possono essere dannosi.
Non riconoscere nessuna verità è totalmente distruttivo; la verità c'è sempre e viene dalla realtà non da una teoria. Oggi si ragiona così: "Le parole hanno solo un significato convenzionale.", "L'identità è debole.", "Non esiste una verità oggettiva.", "Tutto è verità o tutto è falsità."
Spesso nelle discussioni se fai notare loro qualcosa di totalmente evidente e che disdice clamorosamente quello che dicono, allora cambiano al volo discorso contrattaccando su altre questioni, spesso scollegate ma senza rispondere e mai affermando di aver torto. Come se ci fosse un preconcetto precostituito per cui quella cosa "è così come l'ho capita io e basta!", senza lasciare margine ad un errore di valutazione e senza mai lasciare aperta la categoria della possibilità, persino quando l'evidenza è chiara. E poi si ricordano o fa comodo ricordare sempre le mezze verità (che sono intere bugie). Chi nega l'evidenza la conferma due volte! Nella più classica propaganda comunista si criminalizza l'avversario ideologico con false suggestioni, occultamento e ribaltamento dei propri errori storici. Si arrivava a negare la realtà anche in modo eclatanti come Stalin che quando i militari o spie andavano da lui per dirgli che Hitler stava per rompere il patto di non aggressione li faceva fucilare.
Un trionfo del pregiudizio, un'apoteosi del preconcetto, cui in effetti siamo abituati da tempo, ma singolare per la sua spudoratezza incontrastata.
Oppure si usano le accuse generalizzate contro tutta la politica che servono soltanto a tacere degli autentici responsabili dello scempio. Scaricare le proprie responsabilità e quindi mascherare con tutti i mezzi la realtà del disastro è il gioco di molti politici.. Perennemente si nega tutto e si demonizza l'avversario, e questo in partenza è falso perchè non può essere che non ci sia mai nulla di buono nella proposta dell'avversario. L'alienazione completa, l'allontanamento più pervicace e violento dalla realtà è evidente nell'ostinazione cieca e bigotta. La mentalità dominante è divisa tra due tendenze opposte:
- il laicismo statalista, che in nome della difesa dei diritti relega all'ambito privato ogni appartenenza culturale e religiosa
- il multiculturalismo, che in nome della tutela delle indifferenze nega un'esperienza umana elementare comune a tutti.
Non si può confondere laicità con neutralità. C'è un ondata di illuminismo e di laicismo.
Invece bisogna essere aperti a 360 gradi, perchè non c'è nessun uomo, neanche il più duro degli anticlericali, neanche il più convinto ateo, che non abbia a che fare con una libertà in azione carica di affetti e tesa al lavoro. Bisogna avere il coraggio del paragone a 360 gradi che affronta la domanda di qualunque interlocutore, tentando di andare alla radice, e non attraverso la strada della dialettica, ma del racconto. Non bisogna stare mai a cercare di catalogare se "è di destra" o "è di sinistra".
A volte sembriamo incapaci di intendere e di volere, confondiamo la volonta con la voglia, la voglia con le voglie e crediamo ormai che la libertà coincida con il disimpegno... gravissimo!! Si deve essere in grado di stupirsi anche di quello che gli altri danno per scontato ma scontato non è.
Bisogna essere affamati e dissetati di conoscere. Brillanti, intelligenti, ma soprattutto liberi e non menti intrappolate. "Sentiti libero e sii te stesso!!"
Formulare domande e riflessioni, evidenziando la profonda metodologia culturale che ha caratterizzato tutta la mia vita.
Di gabbie e binari, schemi fissi, nebbia ideologica e charme. Il nichilismo parte dalla relativizzazione del valore della vita, immaginando che la vita possa essere manipolata e alla vita possano essere date delle valutazioni differenziate a seconda del contesto e delle identità delle persone... relativizzazione del concetto di violenza. Si tratta di una sfida contro il tempo, ho bisogno di qualcuno che riesca a guardare la scena del crimine una sola volta, e ci dica cosa manca, cosa non dovrebbe esserci, cosa possiamo ignorare e soprattutto su cosa puntare l'attenzione. Noi ci dobbiamo contraddistinguere per l'importanza che diamo al "metodo". Tutto mi sta a cuore! Tutto quello che ho detto l'ho imparato e spero di essere capace di imparare sempre e da chiunque. Mantenere il senso critico allenato e ricondursi sempre alla capacità di scelta. Cercare di essere franchi e diretti senza essere cinici, intellettualmente liberi senza cadere nella spregiudicatezza, profondi senza divenire oscuri. Cercare di avere uno spirito aguzzo e carattere schietto, restio a prenderla larga. Dare consigli benevoli e con l'acutezza d'ingegno. Avere uno spirito battagliero e guardare con grande tenerezza. Cercare di costruire uno spirito critico, creare degli anticorpi che ci preservino dagli indottrinamenti. Quanto più il medico è geniale, tanto più ha capacità di valutare i sintomi. I ragazzi d'oggi non hanno radici, sono anestetizzati, sono vittime della demagogia dominante. Per questo occorre l'educazione a tenere sempre vigile e allenato lo spirito critico. L'insistenza "all'andare ai testi", a ragionare con la propria testa, è imparare a leggere le parole, formandosi ognuno, a seconda della propria libertà e personalità, un giudizio su quel che studia.
Oggi capita come si diceva all'asilo: ecco l'asinello, adesso prendi la matita e coloralo. Le procedure non formano, non educano, generano solo un vuoto.
Non dobbiamo essere più pieni di istruzioni, o forse, più "funzionari", ma non più certi di essere sulla strada giusta. E ogni giorno chiedetevi "Oggi ho imparato che...".
Risulta al vostro buon senso e al vostro vissuto quotidiano, che le cose funzionino meglio? Un modo corretto di ragionare consiste nel considerare tutte le conseguenze che possono derivare dal codificare come diritto per tutti la soluzione di un caso individuale. Sono gli esiti del relativismo e di una visione ristretta di ragione, che riduce sempre più i suoi confini per lasciar posto alle impressioni e alle emozioni. Attenzione all'erosione degli ideali e delle idee o forse addirittura ad una certa entropia.
Per i massoni: tutto può e deve essere sottoposto alla discussione e alla mediazione.
Tutto questo che ho detto vale in primis per me, e ci "combatto" con vigore ogni giorno affinchè non cada anche io in questi diabolici errori; è una battaglia continua, ma è sempre più chiaro che ci vogliono anche veri amici che te lo fanno notare, mi fanno sentire pienamente sostenuto e profondamente interpretato, altrimenti da solo è un bel casino!!
Auguro a tutti di aver sempre più chiaro il criterio "oggettivo" e "infallibile". Difficile, ma non impossibile. Perchè il cuore dell'uomo è sempre uguale, ovunque.
(SANDRO DI REMIGIO)
METODO STORICO
L'oggi non si giudica con il criterio che avranno i nostri posteri tra cento anni, ma lo giudichiamo con l'oggi che viviamo. Cosi anche il fatto di ieri, di cento anni fa, bisogna giudicarlo, bisogna tornare, bisogna rivivere il costume, la mentalità, la legislazione del secolo che fu. Lo storico vero non giudica il passato con le categorie del suo tempo. Le affermazioni vanno interpretate, quando si leggono sui testi antichi specialmente - ma in qualsiasi caso - all'interno del contesto umano, storico, psicologico, culturale in cui sono state scritte. Perchè le affermazioni esprimono una precisa concezione, una data posizione e hanno determinati intendimenti. Non si può stralciare una frase dal contesto letterario e culturale di allora e sentirlo esattamente come fosse stilato oggi.
Faccio un banale esempio. Se qualcuno il 10 set 2001 avesse detto "I terrosisti musulmani sono un enorme pericolo per l'umanità", sicuramente sarebbe sembrata come una frase quasi razzista, esagerata, tendeziosa. La stessa frase detta il giorno dopo avrebbe avuto sicuramente un impatto molto diverso. Quindi immaginiamo dopo 100 anni come certe questioni possono essere intese diversamente, persino stravolte. Pensate solamente a come era intesa la libertà e la tolleranza 100 anni fa. Quando si giudicano fatti storici bisogna essere molto attenti a non cadere in questo errore.
Il metodo storico in senso stretto comprende l'euristica e la critica esterna e interna delle fonti, che ne verifichi l'autenticità e ne valuti l'attendibilità. "Scienze ausiliarie" della storiografia sono quindi in primo luogo la paleografia, la diplomatica, l'epigrafia, la numismatica. Ma in senso più ampio il metodo storico comprende tutte le tecniche di accertamento e interpretazione dei fenomeni storici: l'analisi di serie statistiche, di dati demografici; l'utilizzo della cartografia e della fotografia aerea, dei risultati della climatologia e degli accertamenti chimico-fisici; l'interpretazione di fonti orali; l'uso di modelli econometrici e di programmi informatici per l'elaborazione dei dati, di tecniche d'inchiesta antropologiche, sociologiche, psicologiche, di categorie e ipotesi tratte dalla linguistica, dalla semantica, dalla psicoanalisi.
Fare storia suppone un'interpretazione che la regga.
"Un metodo è sempre applicato da un soggetto e, pertanto, ogni ricostruzione dice qualcosa del soggetto che la fa... Il primato del reale, del Fatto testimoniato, giudica la soggettività dello studioso che, quanto più leale con suo desiderio di conoscenza, tanto meno sarà fazioso e terrà conto di tutti i fattori. Viceversa la ricostruzione, più che onesta, sarà una fotografia dei suoi ideali." (José Miguel Garcìa - Tracce lug/ago 2007 p.70)
La storia non è altro che l'accertamento del fatto umano attraverso le testimonianze. (padre Lagrange - Tracce lug/ago 2007 p.70)
METODO VERIDICITÀ MIRACOLI
A fronte di oltre seimila casi di guarigioni avvenute a Lourdes, sino ad oggi solo 67 sono state definite miracoli. La verifica è affidata a due commissioni. La prima è il Bureau medical di Lourdes che ha il compito di esaminare il caso sul posto: alla consultazione possono partecipare anche tutti i medici presenti in quei giorni nella cittadina francese. Se il Bureau, esaminati i referti medici e lo stato del malato, dà parere positivo, l'intero dossier viene trasmesso al Comitato medico internazionale di Lourdes, che è costituito da circa 20 specialisti di diversi paesi che si riuniscono una volta l'anno a Parigi. Ogni dossier è seguito da uno o più membri del Comitato che, oltre a consultare la letteratura mondiale su casi simili, hanno la facoltà di rivolgersi anche a colleghi esterni. Quando tutti gli elementi sono stati raccolti ed esaminati, attraverso votazione si dichiara o si rifiuta di affermare che la guarigione è inspiegabile secondo lo stato attuale della scienza. Perché il voto sia valido occorre la maggioranza dei due terzi. La valutazione medica è quindi trasmessa al vescovo della diocesi nella quale risiede la persona guarita. È poi il vescovo che decide di riconoscere il carattere "miracoloso" della guarigione. (Tempi 07/02/2008 - p.49)
NOTA BENE
Benedetto XVI - Fede, ragione e università. Ricordi e riflessioni. Martedì, 12 settembre 2006 - REGENSBURG (ratisbona)
Come si fa a sapere se un esperto è affidabile o no?
Metodo Scientifico
Lo scienziato alla ricerca della verità (Peter E.Hodgson) 2008
Il medoto scientifico e il kit antifrottola (mettere sottotitoli)
Troppa scelta è peggio di poca
TED.com - Tante lezioni da seguire
MISTIFICARE
- Ingannare qualcuno approfittando della sua credulità o buona fede
- Falsificare, adulterare: mistificare la verità; idee, concezioni mistificate. (Garzanti)
MISTIFICAZIONE
Distorsione, per lo più deliberata, della verità e realtà dei fatti, che ha come effetto la diffusione di opinioni erronee o giudizi tendenziosi, sia in campo ideologico sia, per es., nel settore del commercio e della pubblicità, al fine di trarre vantaggio dalla credulità altrui.(Verba Volant)
STRUMENTALIZZARE - ESEMPIO
Considerare qualcosa, qualcuno come uno strumento e servirsene per i propri scopi: strumentalizzare la cultura, la politica; strumentalizzare un'amicizia.(Garzanti)
DECONTESTUALIZZARE
Considerare qualcosa indipendentemente dal CONTESTO in cui è inserito: se si decontestualizza una frase il suo significato può cambiare completamente.(Garzanti)
MANIPOLAZIONE
Forma di controllo sociale che consiste nell'indurre idee, bisogni ecc. attraverso i mezzi di comunicazione di massa.(Garzanti)
CORROTTO
Che agisce disonestamente e contro il proprio dovere in cambio di denaro o tornaconto personale.(Verba Volant)
IPOCRISIA
Simulazione di buoni sentimenti, di buone qualità o di buone intenzioni.(Garzanti)
DEMAGOGIA
L'accattivarsi il favore delle masse con promesse che non si possono mantenere.(Verba Volant)
DEMONIZZARE
Far apparire come demoniaco, malvagio, animato da cattive intenzioni.(Garzanti)
DIFFAMAZIONE
Offendere la reputazione di qualcuno diffondendo notizie disonorevoli sul suo conto.(Garzanti)
DENIGRAZIONE
Dir male di qualcuno o di qualcosa danneggiandone la reputazione, l'onore, il credito: denigrare un avversario.
FARNETICARE
1 vaneggiare per delirio, febbre o altro: ha farneticato tutta la notte
2 dire cose assurde, fare discorsi privi di coerenza logica.(Garzanti)
ILLAZIONE
1 Il trarre da alcune premesse una conseguenza logica
2 Convinzione o giudizio ricavato per deduzione da alcune premesse | giudizio gratuito, privo di fondamento: le tue non sono che illazioni.
CONGETTURA
1 Giudizio fondato più su un'intuizione personale che su prove reali
2 (matematica) enunciato che si ipotizza essere vero benché non sia stato possibile dimostrarlo
INSINUAZIONE
fig. accusa, sospetto formulato in maniera velata e con intento malevolo: fare insinuazioni
RELATIVISMO
Definizione s. m. ogni concezione filosofica che considera la realtà non conoscibile in sé stessa, ma soltanto in relazione alle particolari condizioni in cui, volta per volta, i suoi fenomeni vengono osservati, e perciò non ammette verità assolute nel campo della conoscenza o principi immutabili in sede morale: il relativismo di Protagora; il relativismo nel pensiero contemporaneo. (Garzanti)
Il relativismo è l'equivalenza dove l'opinione vale quanto la ragione.
VERITÀ
1 qualità di ciò che è vero: la verità di una notizia, di un racconto; controllare la verità di un'affermazione; la verità di una teoria
2 ciò che è vero in assoluto o relativamente a determinati fatti: la ricerca della verità; dire, palesare, rivelare, spiattellare la verità; deformare, ristabilire la verità; questa è la pura, la sacrosanta verità; una verità incontestabile, indiscutibile, ovvia, evidente, lapalissiana; essere la bocca della verità, si dice di persona assolutamente sincera | (filos.) verità di ragione, quelle che, come i principi logici, non dipendono dall'esperienza, in contrapposizione alle verità di fatto, che sono ricavate dall'esperienza | le verità di fede, (teol.) quelle attingibili non attraverso l'esperienza o la ragione ma solo mediante la fede | le verità rivelate, (teol.) quelle che Dio stesso ha fatto conoscere agli uomini attraverso la rivelazione | valori di verità, in logica, quelli che una proposizione può assumere; nella logica a due valori sono due (vero, falso) | tavola di verità, in logica, artificio grafico col quale è possibile calcolare il valore di verità (V, vero; F, falso) di un qualunque enunciato composto, in funzione dei valori di verità (V o F) degli enunciati semplici (atomici) di cui è costituito | siero della verità, espressione popolarmente usata per indicare le soluzioni di barbiturici che, iniettate endovena, si ritiene possano far cadere le barriere psicologiche e indurre il soggetto a dire il vero | macchina della verità, apparecchio usato in alcuni paesi per verificare la sincerità delle persone interrogate attraverso la registrazione e l'analisi delle loro reazioni psicofisiche durante l'interrogatorio | giuro di dire la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità, formula giuridica del giuramento | di', dica, dite la verità, invito a parlare sinceramente, senza reticenze | a dir la verità, per (dire) la verità, loc. che introducono attenuazioni di precedenti affermazioni o giudizi: per dire la verità, non mi piace molto | in verità, in realtà, in effetti | prov. : la verità vien sempre a galla
3 (non com.) sincerità, schiettezza, buonafede. (Garzanti)
SENSO CRITICO
(vedi metodo)
SHERLOCK HOLMES e il DR.WATSON vanno in campeggio....
e dopo una buona cena ed una bottiglia di vino, entrano in tenda e si mettono a dormire.
Alcune ore dopo, HOLMES si sveglia e, col gomito, sveglia il suo fedele amico:
- Watson, guarda il cielo e dimmi cosa vedi!
- Vedo milioni di stelle...
- E ciò, cosa ti induce a pensare?
WATSON pensa per qualche minuto:
- Dal punto di vista astronomico, ciò mi dice che ci sono milioni di galassie e, potenzialmente, miliardi di pianeti.
Dal punto di vista astronomico, osservo che Saturno è nella costellazione del Leone.
Dal punto di vista temporale, deduco che sono circa le 3 e un quarto.
Dal punto di vista teologico, posso vedere che Dio è potenza e noi siamo solo degli esseri piccoli ed insignificanti.
Dal punto di vista metereologico, presumo domani sia una bella giornata.
Dal punto di vista naturalistico, evidenzio un'aria sana e salutare per il nostro corpo.
Invece tu cosa ne deduci?
- WATSON, vaffanculo... qualcuno si è fregato la tenda!!!
Nota bibliografica:
1. "Il senso religioso" di Luigi Giussani
2. "La blogosfera? di Giuseppe Granieri in Leggere Tutti"
3. www.garzantilinguistica.it