DIXIT DEFINITIVO - FRASI AFORISMI CITAZIONI

MENÙ | da 1 a 400 | da 401 a 800 | da 801 a 1200 | da 1201 a 1600 | da 1601 a 2000 | da 2001 a 2400 | da 2401 a 2800 | da 2801 a 3000 | da 3001 a 3300 | da 3301 a 3500 | da 3501 alla fine

3001) Egli non insegna niente a nessuno, ma basta essere condotti alla sua presenza per diventare qualcuno, e alla sua presenza noi tutti siamo destinati. (Oscar Wilde)

3002) L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno è quello che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. (Italo Calvino)

3003) Se il sangue non sgorga nelle righe e l'anima non si denuda totalmente a che vale scrivere? (Commento di Fabrizio Rossi su La Casa di Matriona di Varlam Salamov)

3004) Anche se nella Chiesa non mancano cristiani indegni e traditori, spetta a ciascuno di noi controbilanciare il male da essi compiuto con la nostra limpida testimonianza a Gesù Risorto. (Bededetto XVI - Mercoledì, 18 ottobre 2006 - Piazza San Pietro)

3005) Qualunque passo faccia la scienza lo può fare per qualcosa che non dipende da essa. Quando uno fa una scoperta sente una gratitudine, prova una sorpresa, perchè nulla è inerte, tutto vive, tutto è atto di ringraziamento. (Luigi Giussani - Tracce gen 2007 p.127)

3006) Molti uomini, come i bambini, vogliono una cosa ma non le sue conseguenze. (José Ortega y Gasset)

3007) Dovunque si bruciano i libri, si finisce per bruciare anche gli uomini. (Heinrich Heine)

3008) Gli adulti non capiscono mai niente da soli ed è una noia che i bambini siano sempre eternamente costretti a spiegar loro le cose. (Antoine De Saint-Exupéry)

3009) Fratello Giovanni, non temere nulla delle tentazioni che sono sorte contro di te per provarti, perchè il Signore non ti lascia in preda ad esse. Dunque, quando ti viene una di queste tentazioni, non affaticarti a scrutare di che cosa si tratta, ma grida il nome di Gesù: "Gesù, aiutami". Ed egli ti ascolterà perchè "è vicino a quanti lo invocano". Non scoraggiarti, ma corri con ardore e raggiungerai la meta, in Cristo Gesù Signore nostro. (Barsanufio e Giovanni di Gaza, Epistolario, 39: Collana di Testi Patristici, XCIII, Roma 1991, p.109)

3010) Noi, invece, abbiamo un'altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo. È lui la misura del vero umanesimo. "Adulta" non è una fede che segue le onde della moda e l'ultima novità; adulta e matura è una fede profondamente radicata nell'amicizia con Cristo. (Benedetto XVI, Missa pro eligendo Romano Pontefice)

3011) Gli uomini santi [...] all'interno raddrizzano le distorsioni della sana dottrina con l'insegnamento illuminato, all'esterno sanno sostenere virilmente ogni persecuzione. (Gregorio Magno, Commento sul libro di Giobbe, 3, 39)

3012) Lo scoprire consiste nel vedere ciò che tutti hanno visto e nel pensare ciò che nessuno ha pensato. (Albert Szent-Györgyi von Nagyrapolt)

3013) La vera libertà consiste nel procedere lungo il cammino della verità, secondo la propria vocazione, sapendo che ognuno dovrà rendere conto della propria vita al suo Creatore e Salvatore. (Benedetto XVI)

3014) Ci sono due cose che non tornano indietro: una freccia scagliata e un'occasione perduta. (Jim Rohn)

3015) Mi sveglio la mattina e ringrazio d'esserci e il primo desiderio è di curiosità: come Cristo mi si farà presente oggi? Ora! Subito! (Nicola, Riva del Garda, morto il 24 nov 2006 - Tracce Dic 2006 p.11

3016) Ora è vero, ma è stato così falso che continua a essere impossibile. (Jimènez)

3017) Perchè qualcuno di voi può dire di aver avuto, nella sua vita, un percorso lineare? (Giovanni Lindo Ferretti - Alla presentazione del suol libro alla Feltrinelli di Milano - Tracce dic 2006 p.103)

3018) Per ciò che riguarda la Chiesa rifuggo ogni polemica. Per troppo tempo sono stato succube, seppur volontario, di una falsificazione della Storia che la identifica come controparte reazionaria alla libertà umana. Quel tempo è finito, Dio sia lodato... Sono ogni giorno più cattolico, cattolico bambino, felice di addormentarmi stanco e nell'aprire gli occhi contento di questo dono che è vivere. Un dono, vero, non facile, non ovvio, sempre a rischio e sorprendente. Sono così bambino nel mio essere cattolico da essere fermo, inchiodato nel mistero dell'Incarnazione. Forse perché, generazione su generazione, figlio di pastori e c'erano pastori in quella capanna, sotto una stella, nel regno di Giuda al tempo dell'Imperatore Augusto, quando da una giovane Madre, Immacolata in eterno, è nato il Salvatore del mondo, l'Incarnato. Mistero che si può solo sfiorare ma fa vibrare nuova tutta l'umanità. (Giovanni Lindo Ferretti - fondatore dei CCCP-CSI-PGR)

3019) Guarda, se vuoi che nessuno ti prenda in giro, prendi il tuo cuore, la tua umanità, la tua sproporzione, questo desiderio di pienezza che ti costituisce, prendilo in mano e usalo, usa la tua umanità e paragona tutto con essa! (Don Giussani - Tracce feb 2007 - copertina)

3020) Perchè l'uomo possa credere in se stesso, deve credere in Dio, dato che l'uomo è creato a immagine e somiglianza di Dio. Quando l'uomo si toglie Dio, non lo si restituisce a se stesso, ma lo si toglie a se stesso. (Karol Wojtyla - 26 dic 2976)

3021) Uno sconosciuto è il mio amico,
uno che io non conosco.
Uno sconosciuto lontano, lontano.
Per lui il mio cuore è colmo di nostalgia.
Perché egli non è presso di me.
Perché egli forse non esiste affatto?
Chi sei tu che colmi il mio cuore
Della sua assenza?
Che colmi la terra della sua assenza? (Par Lagerkvist, in Poesie, Guaraldi Ed. 1991, p.111)

3022) Poichè ero due prima d'esser uno:
essere uno significa soffrirne.
Poichè ero tre prima d'essere uno:
essere uno significa morirne.
Poichè ero mille prima d'esser uno:
essere uno dopo morto, vuol
dire essere Dio.
Poichè - dimenticavo - io ero zero,
felice e libero prima d'essere uno.
Poichè - dimenticavo - prima d'essere
uno, ero avena, fiume,
diviso, molto multiplo,
uccello, nube:
essere uno vuol dire sentirsi
insopportabilmente responsabile. (Alain Bosquet - Essere uno, in "Il dubbio e la grazia", Città Armoniosa RE 1981,p.163)

3023) I peccati si accumulano di giorno in giorno. (Sant'Efrem)

3024) ...ma questo "ritornare ragazzi", a quarant'anni, a cinquant'anni o sessant'anni, è realmente il culmine della vita e la sorgente di quella giovinezza, di quella giovanilità, che permette di agire, cioè di creare: è la sorgente della fecondità. (Don Luigi Giussani - Tracce feb 2007 p.10)

3025) Il pensare come "Sappiamo già tutto quanto ci serve" rende sterili i rapporti tra le persone!

3026) La vita umana va presa a piene mani!... Dovunque la rigiri è interessante. (Goethe - Prologo del "Faust")

3027) Senti, Alberto, volevo dirti questo: non ti dimenticare degli ideali dei tuoi vent'anni. Tu sei come un uccello che può volare in alto, ma hai come un filo attaccato alla zampa; tutte le volte che cerchi di spiccare il volo, questo filo ti tira giù. Tu devi dare un colpo di becco e spezzarlo. (Don Giussani ad Angelo Cremona - Milano primi anni sessanta - Tracce feb 2007 p.78)

3028) ...L'altra cosa che mi ha impressionato è la risposta che ha dato alla domanda: "Quando ti alzi immerso in questa confusione, cosa fai?". Father Cristopher ha detto: "Mi alzo con la gioia dell'inaspettato". Non con l'angoscia, come faccio io, con la paura di quello che deve succedere e con la gioia di quello che io immagino, ma con gli occhi sempre spalancati a qualcosa che deve accadere. (Giulia - Tracce feb 2007 p.87)

3029) Se uno nascesse oggi in una delle nostre città, se volesse trovare il significato della vita, il modo per vivere la vita, e andasse in un'edicola o in una libreria, ne uscirebbe confuso, perplesso, o se guardasse la televisione per 24 ore filate, che cosa apprenderebbe in merito a come affrontare la vita? (Julian Carron - Tracce feb 2007 p.90)

3030) Nulla anteporre all'amore di Cristo. (San Benedetto)

3031) L'autorità dell'educatore deriva dal fatto che ritiene che ciò che lui insegna sia vero. Oggi gli educatori sono degli informatori. Non hanno nulla da trasmettere. (Jean Luc-Marion - Tracce feb 2007 p.112)

3032) L'amore è tenersi per gli occhi, quando con le braccia non ci si riesce o non si può... (Brel)

3033) Avere qualcosa da dire e avere il coraggio di farlo usando parole proprie, vere, nude, in contrasto con il volere dei tempi e delle abitudini. Chi lo fa?... un uomo che fugge l'inganno, la menzogna e la falsità di questa "società civile", la storia di un uomo che ancora sa scrutare la meraviglia del cielo e leggere i gesti del mondo e delle creature che lo circondano. Un uomo che ancora sa di possedere e di difendere qualcosa di prezioso, che per questo ha qualcosa da dire e lo fa con grande coraggio, rischiando tutto. Chi lo fa? (Maddalena Vicini - Tracce feb 2007 p.115)

3034) Non si può ricordare qualche cosa a cui non si è pensato e di cui non si è parlato con se stessi. (Hanna Arendt)

3035) La memoria non nasce dalla nostalgia per ciò che non è più e non è semplice sapere, che da solo non è sufficiente per una presa di coscienza e l'assunzione di un compito. La memoria è accogliere l'eredità positiva del passato per assumerla in prima persona, esercitando una responsabilità nei confronti del presente. (Antonio Grasselli - Tracce feb 2007 p.117)

3036) Chi salva una vita salva il mondo intero. (citazione del Talmud)

3037) Instancabile apertura. Fedelissima unità. (Luigi Giussani)

3038) Non sono daccordo con quello che dici ma darei la vita perché tu possa dirlo. (Evelyn Beatrice Hall)

3039) Una pecora bisogna portarla via dal punto dove abortisce un agnello. Altrimenti resta immobile lì, e muore anche lei. Immaginate cosa succede a una donna. Un bambino vale molto di più di un agnello. (Tziu Paskale - pastore di Orune in provincia di Nuoro - Tempi 15 feb 2007 p.25)

3040) C'è qualcosa di peggio che avere un'anima malvagia. È avere un'anima assuefatta. (Charles Péguy, 1873-1914)

3041) C'è qualcosa di peggio dell'avere un cattivo pensiero. È avere un pensiero bell'e fatto. (Charles Péguy, 1873-1914 - Lui è qui - Pagine scelte - Rizzoli MI 1997 a cura Davide Rondoni e Flora Crescini)

3042) Chi rinuncia alla ragione per l'offensiva, non può appellarsi alla ragione per la difensiva. (Charles Péguy, 1873-1914 - Lui è qui - Pagine scelte - Rizzoli MI 1997 a cura Davide Rondoni e Flora Crescini)

3043) Dicevano per ridere, e per prendere in giro i loro curati, che lavorare è pregare, e non sapevano di dire così bene. (Charles Péguy, 1873-1914 - Lui è qui - Pagine scelte - Rizzoli MI 1997 a cura Davide Rondoni e Flora Crescini)

3044) È restare fedele al maestro al pensiero del maestro ripeterlo servilmente nei secoli dei secoli? [...] Ma forse la più fedele di tutte le fedeltà consisterebbe nel trasportare il pensiero del maestro, nel trasferirlo, nel tradurlo, nel trascriverlo, in un altro linguaggio man mano che i tempi si succedono e che i linguaggi si perfezionano. (Charles Péguy, 1873-1914 - Lui è qui - Pagine scelte - Rizzoli MI 1997 a cura Davide Rondoni e Flora Crescini)

3045) I teorici della chiarezza scrivono libri torbidi. (Charles Péguy, 1873-1914 - Lui è qui - Pagine scelte - Rizzoli MI 1997 a cura Davide Rondoni e Flora Crescini)

3046) Il cattolico è un ragazzo che arriva sulla strada e che trova ottimo il paletto segnaletico che c'è per tutti. (Charles Péguy, 1873-1914 - Lui è qui - Pagine scelte - Rizzoli MI 1997 a cura Davide Rondoni e Flora Crescini)

3047) Le crisi dell'insegnamento non sono crisi di insegnamento; sono crisi di vita. (Charles Péguy, 1873-1914 - Lui è qui - Pagine scelte - Rizzoli MI 1997 a cura Davide Rondoni e Flora Crescini)

3048) Un sistema è una realtà monca. (Charles Péguy, 1873-1914 - Lui è qui - Pagine scelte - Rizzoli MI 1997 a cura Davide Rondoni e Flora Crescini)

3049) Un uomo non viene determinato da ciò che fa e ancora meno da ciò che dice. Se guardiamo in fondo, un essere è determinato unicamente da ciò che è. (Charles Péguy, 1873-1914 - Lui è qui - Pagine scelte - Rizzoli MI 1997 a cura Davide Rondoni e Flora Crescini)

3050) Una casa frana sempre e solo dall'interno. (Charles Péguy, 1873-1914 - Lui è qui - Pagine scelte - Rizzoli MI 1997 a cura Davide Rondoni e Flora Crescini)

3051) Mi viene qui in mente una piccola storia di Santa Bakhita, questa bella Santa africana, che era schiava in Sudan, poi in Italia ha trovato la fede, si è fatta suora e quando era già anziana il vescovo faceva visita al suo monastero, nella sua casa religiosa e non la conosceva; vide questa piccola, già curva, suora africana e disse a Bakhita: "Ma che cosa fa Lei, sorella?"; la Bakhita rispose: "Io faccio La stessa cosa che Lei, Eccellenza". Il vescovo stupito chiese: "Ma che cosa?" e Bakhita rispose: "Ma Eccellenza, noi due vogliamo fare la stessa cosa, fare la volontà di Dio". Mi sembra una risposta bellissima, il Vescovo e la piccola suora, che quasi non poteva più lavorare, facevano, in posizioni diverse, la stessa cosa, cercavano di fare la volontà di Dio e così erano al posto giusto. (Benedetto XVI - Incontro con i Seminaristi - 17 feb 2007)

3052) Fare facilmente ciò che gli altri trovano difficile è talento; fare ciò che è impossibile al talento è genio. (Henri Frédéric Amiel)

3053) Il sommo coraggio è fare senza alcun testimone ciò che saremmo in grado di fare con gli occhi del mondo puntati su di noi. (François de La Rochefoucauld)

3054) Molto meglio dire male qualcosa di cui si è convinti che essere poeta e dire bene quello che voglio farci dire gli altri. (dal Film Il Postino - 1994)

3055) È strano, sai le piccole cose, per Sheely, contavano così tanto; io le giudicavo insignificanti, ma credimi niente è insignificante. (da Il Corvo)

3056) Siamo distratti e questa distrazione ci porta a guardare altrove. Per cambiare veramente bisognerebbe modificare il nostro sguardo. (Eugenio Cappuccio regista del film "Uno su due")

3057) Prima non facevo caso a tutto quello che mi circondava. Ora apprezzo ogni cosa che mi succede. (Susanna Campus - malata di sla - stesa sul letto dal 4 gen 2005 - Tempi 22 feb 2007 - p.18)

3058) Non vi è, non vi è stato, non vi sarà alcun uomo per il quale Cristo non abbia sofferto. (Concilio di Quierzy (anno 853), De libero arbitrio hominis et de praedestinatione, canone 4: DS 624)

3059) Le valanghe nascono dai sassolini.

3060) Il Cristianesimo è la più grande rivoluzione dell'umanità. (Benedetto Croce - 1942)

3061) Siamo uomini, non polli.

3062) Ogni vero scienziato intuisce un senso, consciamente o inconsciamente. (Victor Weisskopf, Il privilegio di essere un fisico, Jaca Book, Milano 1994, p. 54)

3063) La scoperta di una soluzione consiste nel guardare la stessa questione come fanno tutti, e pensare qualcosa di diverso.

3064) La vita? Un gioco affatto degno di vituperio, se si mantenga intatto un qualche desiderio. (G. Gozzano)

3065) Con le parole si possono demolire le persone. (Francis Scott Fitzgerald)

3066) Vi sono uomini che non hanno mai ucciso, eppure sono mille volte più cattivi di chi ha assassinato sei persone. (Fëdor Dostoevskij)

3067) L'ansia uccide più persone del lavoro perché più persone si preoccupano invece di lavorare. (Robert Lee Frost)

3068) Il tempo col il suo trascorrere insegna tutte le cose. (Eschilo)

3069) Bisogna combattere la violenza. Il bene che pare derivarne è solo apparente; il male che ne deriva rimane per sempre. (Mohandas Karamchand Gandhi)

3070) La prima necessità dell'uomo è il superfluo. (Albert Einstein)

3071) Non c'è nulla di più innaturale dell'ovvio. (Sir Arthur Conan Doyle)

3072) Le idee chiare e precise sono le più pericolose, perché non si osa più cambiarle. (André Gide)

3073) Non esistono errori, ma opportunità per conoscere le cose. (Ugo Foscolo)

3074) «Dio permette di rendere il passato strumento per una Sua modalità presente». (p.13 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3075) Non rinnegare ma gli ideali della tua gioventù diceva il marchese di Puena a Carlo V adolescente. Ti assicuro che la giovinezza è tutta nell'infinità dei desideri, e dei sogni che ora scrollano la tua anima magnifica. Ti assicuro che Lui ci dona la possibilità di realizzarli: e che la nostra giovinezza non cessa mai: in liceo mi dicevano: fuoco di adolescenza: come mai ora mi è cresciuto?... perdonami, raccomandami alla Madonna, vivi pazzo - matto - con letizia. (Lettere di fede e di amicizia ad Angelo Majo, San Paolo, 1997 p.34) (p.13 Don Giussani - Vita di un amico - Renato Farina - Piemme 2007)

3076) Verificare nell'esperienza se c'è una proposta che compia questa domanda di significato. Non in cielo, dopo questa vita mortale; ma adesso, almeno come inizio, sperimentato in questo istante! Per lui il Cristianesimo o era così o era da buttare via: un avvenimento valido ora. Valido anche mentre si muore. (p.28 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3077) «Testimoni Cristo adoperando gli attrezzi della propria professione. Fosse quella di essere ammalati, incurabili, in un letto» (cfr. Un caffè in compagnia, Rizzoli, p.128) (p.31 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3078) «Carissimo Renato, il sacrificio di tuo Papà Guido ti ha ottenuto un protettore in Cielo per la tua vita così carica di responsabilità e così bisognosa come la nostra di essere sostenuta in tutto. Il dolore che ti fa piangere adesso sia offerta partecipazione alla sofferenza di Maria sotto la croce, strada misteriosa ma sicura alla resurrezione finale di Cristo quando rivedremo i nostri cari faccia a faccia in paradiso. Dio non toglie se non per restituire.» (Lettera di Luigi Giussani a Renato Farina per la morte del padre- p.35 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3079) Odiava la parola "spiritualità", non gliel'ho mai sentita pronunciare...Non ha mai accettato o proposto una verità che non fosse razionale. Anche la fede, soprattutto la fede. (p.32 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3080) Il suo metodo era quello di Cristo, il quale diceva: vieni e vedi. Vale per il Barolo, vale per le cose importanti e belle: se non lo assaggi come fai a parlare? Verifica la proposta nell'esperienza. Vedi e tocca, Tommaso, e non dubitare. (p.32 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3081) Nel 1997, era aprile, in una trattoria vicino all'abbazia di Chiaravalle, mi confidasti: «La vecchiaia per me è la giovinezza dell'ideale. Mentre il corpo mi si disfa, l'io è più cosciente e vivo che mai. Qui c'è la prova che la morte corporale non uccide l'io. (p.32 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3082) Ogni frammento di realtà era per te occasione di ringraziamento, afferravi il gusto di ogni istante, lo possedevi, senza esserne padrone. (p.33 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3083) Mi diceva di pregare la Madonna «per te, per me e per chi hai caro». (p.33 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3084) Un giorno, a lezione in Università Cattolica, raccontò: «Ci sono persone dell'Azione Cattolica e di Comunione e Liberazione che sono meno religiose di chi non crede». (p.33-34 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3085) Quante volte ho raccontato di quel mattino di primavera, il cielo sereno e un'unica stella che ancora brillava, mentre con la mia povera mamma andavo alla messa. Mentre io fissavo quell'ultima stella, mia madre esclamò: "Com'è bello il mondo e com'è grande Dio!" ('Ma l'è bel ul mund e' ma l'è grand ul Signùr). Quella fu per me veramente l'alba di un bel giorno che non si è ancora concluso. Il presente di un uomo è il compiersi di una storia, che nel tempo conserva ciò che vale e abbandona ciò che non serve al cammino. (p.37-38 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3086) Laico vuol dire etimologicamente "uno del popolo". Uno del popolo ha il diritto di obbedire alla sua natura, cioè di aprirsi all'infinito, ed essere religioso in ogni gesto. (p.47 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3087) Coraggio, questa è la strada giusta: vada avanti così. (Paolo VI a Giussani p.49 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3088) «Ricordatevi: i cristiani difendono la libertà anche degli atei, purché non riducano la fede alla sfera privata: tutto, ma proprio tutto c'entra con Cristo.» (p.50 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3089) Giussani ha sempre detto di non aver fondato nulla. Assorbiva tutto avidamente e lo riproponeva con un'energia unica. Aveva un carisma eccezionale. (p.52 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3090) ...una lettera del filosofo alla moglie, in cui Marx, in un accesso di lealtà demoliva la sua stessa ideologia: «Io mi sento di nuovo un uomo perchè provo una grande passione, e la molteplicità in cui lo studio e la cultura moderna ci impigliano, e lo scetticismo con cui necessariamente siamo portati a criticare (...), sono fatti apposta per renderci tutti piccoli e deboli... Ma l'amore (...) non per il proletariato, bensì l'amore per l'amata, per te, fa dell'uomo nuovamente un uomo (21 giugno 1856) (p.58-59 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3091) «Capisci, l'uomo è fatto per la libertà. È sbagliato mettere l'accento sulla questione del peccato. Impara da Pèguy, leggilo e rileggilo». Lui l'aveva appreso già dalla mamma. Ripetè:«Veni Sancte Spiritus. Veni per Mariam»... V.S.S. V.P.M. (p.64 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3092) Don Giussani raccontò: «Come scrive Camus nei suoi Quaderni: "Non è attraverso degli scupoli che l'uomo diventerà grande; la grandezza viene per grazia di Dio come un bel giorno". Per me tutto avvenne come la sorpresa di un "bel giorno", quando un insegnante di prima liceo (don Gaetano Corti) - avevo 15 anni - lesse e spiegò la prima pagina del Vangelo di Giovanni. Era allora obbligatorio leggere questa pagina alla fine di ogni Messa; l'avevo sentita dunque migliaia di volte. Ma venne il "bel giorno" (...) quando quell'insegnante spiegò quella prima pagina del Vangelo di san Giovanni: "Il Verbo di Dio, ovvero ciò di cui tutto consiste, si è fatto carne", diceva, "perciò la bellezza s'è fatta carne, la bontà s'è fatta carne: l'essere non sta in un iperuranio platonico, si è fatto carne, è uno tra noi". (p.72-73 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3093) «Una sera d'inverno in seminario, dopo cena (...), Enrico Manfredini insieme a un altro nostro compagno, De Ponti, mi viene vicino e mi dice: "Senti, se Cristo è tutto, che cosa c'entra con la matematica?". Non avevamo ancora sedici anni. Da quella domanda, per la mia vita nacque tutto quanto, di pensiero, di sentimento, di operosità, la mia vita sarebbe stata capace di dare. (...) Con altri due nostri amici, abbiamo costituito un gruppetto cui abbiamo dato nome "Studium Christi": ricerca del riflesso di Cristo.» (p.74 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3094) «Mi ricordo una volta sulla scala, mentre stavamo scendendo in chiesa in silenzio. Manfredini mi disse, perciò trasgredendo la regola: "Però, a pensare che Dio è diventato un uomo come noi...". Sospese la frase, che mi rimase impressa, tant'è che ve la ridico: "Che Dio sia diventato uomo è una cosa dell'altro mondo!". E io aggiunsi: "È una cosa dell'altro mondo che vive in questo mondo!", per cui questo mondo diventa diverso, più sopportabile. Diventa più bello.»(p.74 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3095) ...della frase di san Tommaso che Corti ripeteva spessissimo: Pulchrum splendo veri, la bellezza è il fascino del vero. (p.84 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3096) Quella parola che c'è solo in italiano, appello all'affetto e al fegato, al cuore e ai polmoni: coraggio. La sento ancora nelle orecchie pronunciata da don Gius. Appenna la diceva, passava ad altro. Guai perdere tempo. Il peccato capitale per lui era sciupare il tempo. (p.85 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3097) Nel corso di quelle discussioni sulla storia, ogni cinque minuti Giussani sosteneva che queste storie, gli scherzi, i giochi non erano bolle di sapone divertenti rispetto alla sostanza della vita, ma la vita tale e quale. Cristo, il Mistero, il significato sono come una storia d'amore: ci si ricorda il gelato al pistacchio, la patacca sulla cravatta, il primo bacio. Tutto è attraversato da quest'onda. (p.89 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3098) Ricordati: non mezze misure. (p.91 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3099) ...ricordava uno dei matrimoni da lui celebrati. «Gli sposi lessero le loro intenzioni durante la preghiera dei fedeli. Chiesero tutto quello che immaginate per sé, i familiari, gli amici. Poi pregarono per le vittime di un alluvione in Bangladesh di cui c'era qualche traccia sui giornali del mattino. Questo è cattolicesimo.» (p.92 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3100) ...don Giussani in un paio di occasioni mi disse che mai, mai in vita sua aveva dubitato di Cristo. Nemmeno quando provò la solitudine più totale, in ospedale, o in convalescenza. (p.94 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3101) Proprio mentre è a letto e non sa quando riprenderà ha un solo pensiero: «Non voglio vivere inutilmente: è la mia ossessione. (...) Un unico assillo per la vita: l'amicizia di Gesù Cristo - la felicità degli uomini. Ed il resto...vanitas vanitarum».(cfr.Lettere di fede e di amicizia ad Angelo Majo, pp.21,26,33 e 34, San Paolo,1997) (p.98 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3102) Scrive da Varigotti, il 4 aprile del 1947: «Io son qui sempre in attesa. In attesa di qualche cosa che muti questa mia silenziosa scomparsa in nuova attività, che la muti se il Signore vorrà. Perchè è la cosa più terribilmente vera, che nella vita non importa altro che ciò che Iddio vuole. Il resto è sovrastruttura indebita, è inutilità. (p.100 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3103) Ricordo che, quando si era in migliaia e si trattava di prendere l'ostia consacrata nella mano, dinanzi alle titubanze di alcuni e alla sciatteria di altri, spiegò quel gesto con una semplicità: «Tendi la mano, deciso, come un mendicante che ha bisogno del pane per sé e i suoi figli. E non andarci da incosciente. Io domando sempre: o Cristo, aumenta la mia fede, aumenta la mia affezione a Te!». (p.101 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3104) Ma egli soprattutto ci insegnò l'Angelus, a dirlo sempre, di primo mattino, dopo esserci fatti il segno della croce. (p.101 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3105) Pregare è l'atto umano più razionale. Per questo il contadino russo che - ricorda Andrei Siniavskij - fa il segno della croce è il più grande intellettuale: collega la terra al cielo secondo ragione. (p.102 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3106) La memoria è il ridestarsi della coscienza di qualcosa che è adesso operante. Il ricordo invece si riferisce al passato, è qualcosa di perduto che al massimo si riattualizza con la volontà. Figuriamoci: la volontà... Non sottovalutava la volontà, don Gius. Proprio per questo sapeva come ce l'abbiamo fragile. (p.104 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3107) Mi invitò a dire ogni sera, e la propongo a chi legge, il salmo 130.«Spero solo in te. Non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo. Non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze. Sono tranquillo e sereno, come un bimbo svezzato in braccio a sua madre. Come un bimbo svezzato è l'anima mia. Spera nel Signore, Israele, ora e sempre.» (p.104-105 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3108) Il 28 ottobre del 2005, al cardinale Scola, quando ricevette a Bassano del Grappa la Medaglia d'oro della cultura cattolica (dieci anni prima conferita a Gius), chiesi l'immagine più forte che avesse stampata in cuore di don Giussani. Non estrasse dalla memoria una discussione teologica, ma un fatto. Disse: «Di don Giussani, ricordo la semplicità della fede, lo spirito di fanciullo - l'ho visto in lui, in Wojtyla, Balthasar, de Lubac, Ratzinger. Una volta andammo a Roma per iniziare le nostre delicate discussioni su GS e Azione Cattolica. Dormimmo in un alberghetto vicino alla Stazione Termini, in una camera a due letti molto modesta, era il 1971 o giù di lì. Lui, con grande delicatezza, una volta in pigiama mi disse: "Scusami, ma io sono abituato a dire un'Ave Maria in ginocchio prima di dormire". La delicatezza di quello "Scusami" mi è rimasta dentro». (p.107 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3109) ...il Signore ci ha messi al mondo per la felicità, perchè tanta gente si fabbrica un'effimera illusione che li porterà all'eterna infelicità? È da parecchi anni che io non piango più che per due motivi: il pensiero dell'infelicità eterna dei miei fratelli uomini - il pensiero dell'infelicità terrena degli uomini simbolo di quella eterna». (p.109 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3110) A lezione diceva: «Dopo che Lo hai riconosciuto, nessuno che trovi sul tram ti è estraneo». Nemmeno i comunisti in festa, con cui in quegli anni è scontro tremendo. (p.109 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3111) (Vangelo di S.Matteo): "Qualunque cosa voi condannerete sulla terra, la condannerò anch'io nel cielo. Chi ascolta voi ascolta me; chi non ascolta voi non ascolta me". E questo significa che chi non ubbidisce al Papa ed ai Vescovi non è più Cristiano. (p.110-111 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3112) La bellezza passa e noi non la vediamo. (Pier Paolo Pasolini)

3113) Lo so che voi avete le vostre idee: ma ci sono dei momenti - e questo è uno - in cui bisogna saper rinunciare anche ad una propria idea politica per non tradire la propria Fede Cristiana. (p.112 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3114) La prima lezione? Don Giussani mi raccontò: «Mi ricordo che la prima ora di scuola al liceo Berchet di Milano, nel 1954, appena salii in cattedra, mentre la classe era intenta a scrutarmi, con quell'aria un po' di "presa in giro" che normalmente i maschi hanno quando vedono un professore goffo, uno, in fondo all'aula, alzò la mano. Pensai: "C'è già un obiezione e non ho ancora fatto in tempo a parlare!". Ma dissi gentilmente: "Dica pure" (il ragazzo si chiamava Pavesi, me lo ricordo ancora: vent'anni fa si è sposato e per l'occasione mi ha scritto, vent'anni dopo quell'episodio). E lui: "È inutile che venga qui, professore. a farci scuola di religione, perchè per fare scuola bisogna ragionare. Ora, la fede è contraddittoria con la ragione: la ragione e la fede sono due rette sghembe [usava anche un'immagine!], e perciò non s'incontrano mai: ci può essere una verità di fede che non è per la ragione, una verità di ragione che non è per fede...". Rimasi un po', come dire, spiazzato dall'obiezione. Dentro di me pensai: "È il suo professore di filosofia..."; era un professore appena sfornato dall'Università di Pisa. Attesi qualche istante e, dopo essermi riavuto, dissi: "Scusi, cos'è la fede, cosa vuol dire, secondo lei, fede?". Tutti si guardarono e nessuno rispose. Insistetti. Nessuno rispose. Allora mi feci più forte e incalzai: "Scusi, che cosa vuol dire, secondo lei, ragione?". Sguardi più smarriti di prima. Nessuno rispose. A quel punto partii: "Come, non sapete che cosa vogliono dire i termini che usate e con cui vi armate contro di me? Prima di tutto cercate di capirli!". (p.116 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3115) ... Gli chiesi: "Ma scusi, lei non è anche il professore di storia?". "Sì." "Dovrebbe allora essere lei a spiegarmi come le frasi si debbano interpretare quando si leggono sui testi antichi specialmente - ma in qualsiasi caso - all'interno del contesto umano, storico, psicologico, culturale in cui sono state scritte." (p.116 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3116) Ricorderò sempre il brivido che percorse la classe quando feci ascoltare per la prima volta a scuola questo brano di Beethoven: il violino esprimeva una tale struggenza del sentimento che realmente ci faceva piegare sopra noi stessi. [...] Era talmente sensibile nella sua potenza quello struggimento che una ragazza, seduta nel secondo banco vicino alla finestra che dava sul cortile, scoppiò in un singhiozzo... (p.120 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3117) Da Lazzati attinse questa formula:«Pour se poser, il s'oppose». Opporsi è conseguenza del fatto di porsi. (p.126 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3118) Sia chiaro: liberi tutti di proporre la loro idea. Ma non come idea unica e per di più con il timbro del Comune. Non si impone la cultura a colpi di maggioranza. (p.127 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3119) Il raggio... essere raggi dentro le tenebre della società. [...] Chi dirigeva dopo tre quarti d'ora dava l'alt». Chi dirigeva dagli appunti proponeva la sintesi, in un discorso positivo, che valorizzasse tutti gli interventi: di cattolici, comunisti, protestanti, ebrei, atei. Altro che ghetto! Tutti vivevano, dunque tutti avevano diritto di parlare, purché dicessero la loro esperienza e non si imbarcassero in teorie. (p.128 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3120) Trent'anni fa in confessionale è venuto un ragazzo. Dalla sponda della porticina ho sentito dirmi: "Guardi, dietro c'è mia madre, che m'ha cacciato a confessarmi. Però io non ci credo". "Se non credi, non posso assolverti" gli dico. Abbiamo discusso. E lui: "Il vero tipo umano è il Capaneo dantesco. È lì, legato, incatenato nell'inferno e grida: 'Dio, non posso liberarmi perchè tu m'incateni, ma non puoi impedirmi di bestemmiarti e io ti bestemmio'. Questa è la statura dell'uomo". Ero lì impacciato, il suo era uno di quei ragionamenti che valgono più di tutte le ragioni del mondo. Ma poi tranquillamente gli ho detto: "Non è più grande ancora amare l'infinito?". Ha ridacchiato e se n'è andato. Dopo quattro mesi è tornato, mi disse che faceva la comunione ogni giorno: "Quella frase mi ha roso dentro". Due settimane dopo moriva ammazzato in un incidente. È il primo ricordo del mio cosiddetto movimento» (p.141 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3121) «[...] Il cristianesimo ha un grave difetto (ironia!): esige degli uomini vivi, degli uomini che usano la coscienza, la loro sensibilità e volontà, e che perciò non siano già alienati, incapsulati, incatenati da quella propaganda che è la più grande arma di ogni potere, ora resa irrimediabilmente efficace dalla scaltrezza e sofisticazione quasi infinita degli strumenti di influsso sul pensiero, dei mass media e del resto.[...] Dicevo in classe: ragazzi, Spartaco era uno schiavo e aveva i piedi legati da catene. Però aveva testa e cuore liberi. Adesso noi abbiamo le gambe libere ma la testa e il cuore schiavizzati dalla propaganda che il potere, di qualunque specie esso sia, opera. (p.143 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3122) Dicevo allora a uno che ora è tra i più noti extraparlamentari, già allora ostile: "Mandateci in giro nudi per le strade, ma lasciateci liberi di educare". Purtroppo noi cristiani abbiamo fatto l'inverso. L'ultima cosa di cui ci siamo preoccupati è l'educazione dell'uomo. (p.144-145)

3123) Non temo di dire la grande parola che usa Paolo per Cristo: "O ubbidienti o alienati" (p.145 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3124) Scrive da Piancavallo, sulle Dolomiti friulane, il 23 luglio 1950: «Mi rincresce lasciare queste altezze solitarie, in cui il silenzio parla continuamente agli occhi, alle orecchie, al cuore! Ritornerò a lavorare: questa, sì, è però cosa più bella delle alte vette. (p.147 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3125) Feci in tempo a domandargli se mai qualcuno gli avesse posto quesiti sulla fede a cui non aveva mai pensato. Mi rispose: «No, in seminario affrontammo con don Corti qualsiasi obiezione possibile, e risposte nuove ne vennero nel fuoco di fucileria del liceo. Ho esplorato ogni insidia. Certo: tutto potrebbe essere invenzione del diavolo, atroce inganno. Ma questo è negato dal sussulto del cuore, dall'esperienza della letizia». (p.149 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3126) Non c'era niente che avvenisse il giorno dopo, o il mese dopo, o un anno dopo, che non fosse logica conseguenza, dilatazione di un sussulto di coscienza che poteva essere datato un anno prima. (p.156 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3127) Perchè la letizia non è dei saggi, è dei bambini... (p.158 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3128) Giussani amava citare una vignetta di Giovannino Guareschi de «Il Candido». Si vedono due coniugi ormai vecchi, che si guardano teneramente. Aveva due o tre capelli ormai la sposa. E il vecchio amante dice: «Ma che bei capelli hai!». (p.165 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3129) Carissimo XY, c'è tra noi qualcosa di più grande delle nostre opinioni: io credo in quella. Per essa interveniamo perchè la verità corregga l'errore, - e il tempo dà ragione alla pazienza con cui la testimoniamo. Lo scandalo rovina, come rovina l'errore. (p.167 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3130) ...non devi dar spazio solo a posizione nostre, ma lasciare che chi ha argomenti si paragoni. (p.167 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3131) Era molto colpito dal fenomeno americano, gli ultimi tempi. CL in maniera sorprendente si era diffusa in tutti gli Stati degli USA. Diceva: «Se si convertisse l'America».(p.168 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3132) «[...] Preferisco molti che cristiani non sono, perchè sono consapevoli del male e della loro incapacità di seguire il bene che pure presentono. Per questo prediligio certi temperamenti che si agitano nel mondo e aspettano una pace che non viene, piuttosto che quei cattolici che si costruiscono un sistema per riposare nella loro supposta fede e supposta carità. In loro Cristo viene mummificato, ed in più credono di conoscerlo.» (p.169 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3133) «Oggi ho visto un ragazzo. Gli ho detto che c'è differenza tra volere il bene di una persona e voler bene a una persona. La prima cosa è possibile solo se c'è la seconda. Senza affezione non si può volere bene. Bisogna voler bene a ciò che fa Dio, a ciò che Dio ha fatto!» (p.173 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3134) «Prega la Madonna per la cosa più difficile per noi uomini, perchè compia in te e in me la nostra fedeltà ogni istante». (p.174 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3135) A scuola don Gius citava una frase di Cesare Pavese: «Da uno che non darebbe la vita per te, non dovresti accettare neanche una sigaretta». (p.177 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3136) Gli chiesi: «Bisogna amare i nemici?». Gius rispose: «Fa' come don Corti. Diceva: "Li amo in Cccrrrisssto!"». E faceva il gesto di stringere i due pugni. Siamo uomini, mica angeli; Gesù si è fatto uomo, non angelo. (p.177 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3137) «La suprema categoria della ragione è la possibilità. Tenete aperta questa possibilità». (p.178 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3138) Se una madre domanda a Dio, con le lacrime agli occhi, di salvare il figlio delinquente, offrendo di prendere il suo posto all'inferno, come può Dio non ascoltarla? Dove ha imparato la madre questo linguaggio, se non dalla stessa vita della Trinità: il Figlio innocente muore caricandosi delle colpe di tutti...Don Giussani piangeva, non so a chi pensasse. La misericordia è più forte. (p.179 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3139) «Dopo la poesia e la musica, il gusto per la bellezza si esercita negli uomini sul cibo e sul vino» (p.180 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3140) «Se non ci sarà prima la fine del mondo, cristiani ed ebrei saranno una cosa sola nel giro di sessanta-settant'anni». (p.180 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3141) Non si sa perchè, ma dopo aver guardato i volti degli amici con quegli occhi impagabili, ha intonato: «Noi non sappiamo chi era... Ora sappiamo chi era: si faceva chiamare Gesù». Gesù: l'ultimo nome pronunciato è stato questo, ma cantando. (p.185 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007)

3142) «...sostituendo la fede con il moralismo, il credere con il fare, si cade nei particolarismi, si perdono soprattutto i criteri e gli orientamenti, e alla fine non si costruisce, ma si divide.» [Ratzinger] (p.187 - "Don Giussani - Vita di un amico" - Renato Farina - Piemme 2007

3143) Sull'essenziale unità, sull'opinabile libertà. (S.Ambrogio)

3144) Non si piange sulla propria storia, si cambia rotta. (Baruch Spinoza)

3145) Non conformatevi (in greco "mé suskématìzesthe") alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi, rinnovando la vostra mente. (S.Paolo ai Romani 12,2)

3146) C'è un grande turbamento in questo momento nel mondo e nella Chiesa e ciò che è in questione è la fede. Ciò che mi colpisce quando considero il mondo cattolico, è che all'interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all'interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa. (Paolo VI, che poco prima di morire lo confidò all'amico e filosofo Jean Guitton - Tempi 22 mar 2007 - p.16)

3147) La verità è come la religione nel senso che ha soltanto due nemici: il troppo e il troppo poco. (Samuel Butler)

3148) Chi sa ascoltare non soltanto è simpatico a tutti, ma dopo un po' finisce con l'imparare qualcosa. (Wilson Mizner, cartello all'Hotel Rand, New York, che Mizner gestiva)

3149) È possibile fallire in molto modi [...] mentre riuscire è possibile in un modo soltanto. (Aristotele, Etica nicomachea)

3150) "La bellezza è lo splendore della verità" ripeteva Antoni Gaudì che ra maniacale nella cura dei più minini dettagli... "Siccome l'arte è bellezza, senza verità non c'è arte. Per conoscere la verità, si devono conoscere bene gli esseri del mondo creato", sentenziava. (Tempi - 22 mar 2007 - p.48)

3151) Laddove si riconosca una gerarchia di valori oggettivi, il capriccio non è pericoloso. Qualsiasi cosa può legittimamente affascinarci se non ne alteriamo il rango. Quando invece supponiamo che sia il gusto a regolare il valore, la più lieve disattenzione scatena catastrofi. Le stupidaggini sono temibili quando si autoproclamano atti di ragione. (Nicolás Gómez Dávila, In margine a un testo implicito)

3152) Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra? (Lc 18, 8)

3153) "Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto". È impossibile pensare a don Giussani, alla sua morte e non pensare a questa frase di Gesù. È stato il moltiplicarsi di una fecondità, dal momento della sua morte, di cui noi per primi siamo stupiti. (Don Juliàn Carròn – Esercizi Fraternità 2005 – p.6)

3154) Gli uomini raramente apprendono ciò che credono già di sapere. (Barbara Ward, Faith and Freedom, W.W. Norton & Company, New York 1954, p.4)

3155) Don Giussani era convinto – e ce l'ha detto tante volte – che il problema fondamentale è un problema di conoscenza. Per questo la prima sfida che egli lancia ad ognuno di noi è proprio questa: la priorità non è quello che tu pensi, che di solito è già determinato dalla mentalità comune, nemmeno quello che occorre fare, influenzato già dalla prima mossa dalla riduzione tipica moderna. La prima questione è lasciarsi prendere dalla curiosità del conoscere. (Don Juliàn Carròn – Esercizi Fraternità 2005 – p.11)

3156) Purtroppo sembra che sia più facile convincere gli uomini a comportarsi nel modo più impensabile e oltraggioso, piuttosto che convincerli a imparare dall'esperienza, a pensare e a giudicare veramente, invece di applicare categorie e formule precostituite nella nostra testa. (Hannah Arendt, Responsabilità e giudizio, Einaudi, Torino 2004, p. 31)

3157) L'aver bisogno è premessa di tutta la faccenda, non bisogno di questo o di quello, ma di tutto. (Luisa Muraro, Il Dio delle donne, Mondadori, Milano 2003, p.37)

3158) La parola cuore sintetizza le urgenze che mettono in moto l'uomo. (Luigi Giussani, Un caffè in compagnia, Rizzoli, Milano 2004, p.76)

3159) Ci hai fatto per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposi in Te. (Fecisti nos ad te, domine, et inquietum est cor nostrum, donec requiescat in te. Sant'Agostino, Le confessioni, Libro I, cap. 1)

3160) Un uomo che rendeva familiare l'infinito nelle conversazioni più comuni. (L. Bloy, La donna povera, Città Armoniosa, Reggio Emilia 1978, p.84)

3161) Mi sono sempre ingannato sull'oggetto dei miei desideri. Non sappiamo quel che desideriamo, non amiamo quel che crediamo di amare. (Francois Mauriac, Groviglio di vipere, Mondadori, Milano 1979, p.201)

3162) L'obiezione e l'inganno vengono con l'automoderazione: che ci accontentiamo di poco. L'inganno comincia quando incominciamo a sottovalutare l'enormità dei nostri bisogni e ci mettiamo a pensare che bisogna commisurarli alle nostre forze, che sono naturalmente limitate [ridurre un pochettino il desiderio]. Allora, conformandoci [...] a desideri finti come quelli della pubblicità, prendendo come traguardi dei risultati qualsiasi, non facciamo più i nostri veri interessi, non facciamo più quello che ci interessa veramente, non cerchiamo più la nostra convenienza. A dire il vero, siamo sempre dietro a cercarla, non possiamo farne a meno (per fortuna), ma, forse, per paura dei colpi di gioia, forse per una – umana e scusabile – paura di soffrire, ci accontentiamo di poco. In pratica, finisce che fatichiamo di più per guadagnare meno.(Luisa Muraro, Il Dio delle donne, op. cit., p. 31-32. – Citata da Juliàn Carròn – Fraternità 2005 p.16)

3163) Se gli uomini fossero privati dell'infinitamente grande, non potrebbero più vivere e morirebbero disperati. (Fedor Michajlovic Dostoevskij, I demoni, Garzanti, Milano 1990, vol. II, pp.709)

3164) Si vogliono fare, dunque si possono fare; si possono fare, dunque si vogliono fare. (Giuliano Ferrara, «Preghiera a labbra secche: Benedetto XVI, aiutaci tu», in Il Foglio, 25 aprile 2005, p.1)

3165) Il peccato del nostro tempo è «avere perso il senso del peccato». (Pio XII)

3166) La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà.
Tutto sarà negato.
Tutto diventerà un credo.
Sarà una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. E una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli.
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.
Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l'incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto.
Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili.
Guarderemo l'erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio.
Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto. (Gilbert Keith Chesterton, Eretici, 1905)

3167) Non credo nelle coincidenze. (Dylan Dog)

3168) Quando ci mettiamo insieme, perché lo facciamo? Per strappare a noi stessi, agli amici e, se fosse possibile, a tutto il mondo il nulla in cui ogni uomo si trova.(«Messaggio di Don Giussani ai partecipanti al XXV pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto», in Litterae Communionis-Tracce, luglio-agosto 2003, p. 105.)

3169) Anche ognuno di noi – come i discepoli di Emmaus – sa in che modo il nulla ci riguarda. In che modo? Quale può essere questa modalità? Il sospetto che, in fondo in fondo, Cristo non sia in grado di rispondere all'attesa del cuore. (Don Julián Carrón - 28 apr 2007 - Rimini Fraternità p.5)

3170) ...tutti abbiamo la ferita che ci fa dubitare del compimento del nostro cuore, una ferita che a volte ci fa dire: «Desideriamo troppo; occorre accontentarsi di un po' di meno», in noi non vince completamente il nichilismo, non riesce a vincere... (Don Julián Carrón - 28 apr 2007 - Rimini Fraternità p.6)

3171) Si vive per amore di qualcosa che sta accadendo ora. (Don Julián Carrón - 28 apr 2007 - Rimini Fraternità p.6)

3172) Fac ut ardeat cor meum, in amando Christum Deum, fa che arda il nostro cuore in modo tale che noi possiamo amarTi ogni volta di più, Cristo. (Jacopone da Todi, Stabat Mater, vv. 28-30.)

3173) ...mi ero profondamente persuaso che una fede che non potesse essere reperta e trovata nell'esperienza presente, confermata da essa, utile a rispondere alle sue esigenze, non sarebbe stata una fede in grado di resistere in un mondo dove tutto, tutto, diceva e dice l'opposto. [...] Mostrare la pertinenza della fede alle esigenze della vita [...] vuol dire che la fede corrisponde alle esigenze fondamentali e originali del cuore di ogni uomo [...] esigenze fondamentali con cui un uomo – volente o nolente, lo sappia o non lo sappia – giudica tutto, ultimamente giudica tutto.(Luigi Giussani, Il rischio educativo, Rizzoli, Milano 2005, pp.20-21)

3174) La drammatica situazione in cui spesso ci troviamo è descritta in modo geniale da uno dei personaggi del romanzo di Graham Greene Fine di una storia. Dice questo personaggio: «Per me il presente non è mai ora».9 Terribile! «Per me il presente non è mai ora». (Graham Greene, Fine di una storia, Mondadori, Milano 2004, p.72. – Citato da Julián Carrón - 29 apr 2007 - Rimini Fraternità p.11)

3175) Il mondo moderno opera un immenso, un totale scarico del presente. [...] Sopra l'immensa sbarra di irrigidimento, sopra l'immensa sbarra di cateratta il mondo moderno opera un immenso, un totale scarico del presente.(Charles Péguy, Cartesio e Bergson, Milella, Lecce 1977, p.236)

3176) Non ci atteniamo mai al tempo presente. Anticipiamo l'avvenire, come se fosse troppo lento a venire, come per affrettare il suo corso; oppure affermiamo il passato come per fermarlo, come se fosse troppo veloce: tanto imprudenti da vagare nei tempi che non sono i nostri e da non pensare minimamente al solo che ci appartiene; tanto vani, da pensare a quelli che non sono più nulla e da fuggire senza riflessione il solo che è. Il fatto è che, di solito, il presente ci ferisce. Noi lo nascondiamo alla nostra vista perché ci tormenta e se ci dà gioia noi ci affliggiamo di vederlo fuggire [...]. Ognuno esamini i suoi pensieri: li troverà completamente tesi al passato o all'avvenire. Noi non pensiamo mai al presente; e, se ci pensiamo, non lo facciamo che per prenderne la luce per disporre dell'avvenire. In tal modo noi non viviamo mai, ma speriamo di vivere; e, disponendoci a essere felici, è inevitabile che non lo siamo mai.(Cfr. Blaise Pascal, Pensieri, n. 362, Einaudi, Torino 1962, pp.158-159)

3177) O sole adorabile, hai versato i tuoi raggi in una stanza vuota: il padrone dell'alloggio era sempre fuori. (Cfr. Henrik Ibsen, Peer Gynt, atto V, Einaudi, Torino 1959, p.131)

3178) Leggo: «Il criterio fondamentale – dice Il senso religioso, primo capitolo – con cui si affrontano le cose è il criterio oggettivo con cui la natura lancia l'uomo nell'universale paragone, dotandolo di quel nucleo di esigenze originali, di quella esperienza elementare », cioè il cuore. Noi abbiamo sempre il sospetto che il cuore sia soggettivo. No, il cuore è questo criterio oggettivo, e la genialità di don Giussani è stata riconoscere questo. Perché è oggettivo? Perché ci è dato con la nostra natura; questa sproporzione che noi ci troviamo dentro, questo desiderio inesauribile di felicità e di compimento non ce lo diamo noi, non lo possiamo manipolare noi, ce lo troviamo addosso, ci piaccia o non ci piaccia: è oggettivo, dato. (Julián Carrón - 29 apr 2007 - Rimini Fraternità p.14)

3179) Conosco due fidanzati che stanno per sposarsi. Incominciano a prepararsi, parlano con una persona amica e questa li sfida, soprattutto il ragazzo: «Guardate bene se l'uno corrisponde veramente all'altro». Il ragazzo va via da quel primo dialogo arrabbiato nero, perché dice: «Ma come ti permetti? È da anni che aspettavo di avere questa ragazza: l'avevo conosciuta a scuola, poi ognuno aveva fatto il suo cammino. Adesso che ci siamo ritrovati tu ci fai questa domanda: ma sei matta?». Senza spaventarsi, all'incontro successivo le racconta questo e l'amica lo guarda in faccia e gli domanda ancora: «Ma ti corrisponde o no? È in grado di compiere questo desiderio inesauribile del tuo cuore?». «No», dice il ragazzo. Uno può arrabbiarsi fin che vuole per una immagine del cuore, di quello che corrisponde, ma quando uno lo verifica nell'esperienza si rende conto che c'è un criterio non manipolabile che gli fa capire che non gli corrisponde. (Julián Carrón - 29 apr 2007 - Rimini Fraternità p.14)

3180) Di solito confondiamo il cuore come criterio (quello di cui sto parlando), che è infallibile (questa sproporzione strutturale è infallibile, non me la sono data io), e il cuore come giudizio, ché tante volte il criterio si può applicare male, come – per fare un esempio banale – una formula matematica per certi tipi di problemi: è vera, ma si può applicarla male. Per il fatto che io applichi male la formula, non vuol dire che la formula sia sbagliata, o che io debba introdurre un sospetto sulla formula; devo invece imparare ad usarla. Il cuore è oggettivo e infallibile come criterio, ma è fallibile come applicazione, come giudizio, può essere applicato male. Gli sbagli nell'applicazione non possono mettere in questione la validità della formula. (Julián Carrón - 29 apr 2007 - Rimini Fraternità p.16)

3181) ...tutti i fatti possono essere cambiati e tutte le menzogne rese vere. [...] La realtà [...] è diventata un agglomerato di eventi in continuo mutamento e di slogan in cui una cosa può essere vera oggi e falsa domani. [...] Ciò in cui ci si imbatte non è tanto l'indottrinamento, quanto l'incapacità o l'indisponibilità a distinguere tra fatti e opinioni. (Hannah Arendt, Archivio Arendt – 2. 1950-1954, Feltrinelli, Milano 2003, p.26)

3182) Noi viviamo all'ora dei feelings: non esistono più né verità né menzogne, né stereotipi né invenzioni, né bellezza né bruttezza, ma una tavolozza infinita di piaceri, differenti ed uguali». (Alain Finkielkraut, La sconfitta del pensiero, Lucarini, Roma 1989, p.108)

3183) Tutto ciò che è finito, è difettoso. E il difetto costituisce una delusione per il cuore, che anela all'assoluto. La delusione si allarga, diviene il sentimento di un gran vuoto... Non c'è nulla per cui valga la pena di esistere. Non c'è nulla, che sia degno che noi ce ne occupiamo». (Romano Guardini, Ritratto della malinconia, Morcelliana, Brescia 1952, pp.29-30)

3184) Anch'io come chiunque altro, ho in me, fin dalla nascita, un centro di gravità, che neanche la più pazza educazione è riuscita a spostare. Ce l'ho ancora questo centro di gravità, ma, in un certo qual modo, non c'è più il corpo relativo».(Franz Kafka, citato in Luigi Giussani, Il senso di Dio e l'uomo moderno, BUR, Milano 1998, p.107)

3185) Questa vita appare insopportabile, un'altra irraggiungibile. Non ci si vergogna più di voler morire; si chiede di essere portati dalla vecchia cella, che si odia, in una nuova, che presto si imparerà a odiare. (Franz Kafka, Aforismi di Zürau, n. 13, Adelphi, Milano 2004, p.27)

3186) Possiamo riconoscere solo ciò per cui si dà in noi una corrispondenza. (Joseph Ratzinger, «Presentazione del nuovo Catechismo», in L'Osservatore Romano, 20 gennaio 1993.)

3187) La verità sta solo nella potenza di un avvenimento e non nelle grida dei pensatori».(Franz Werfel, Verdi. Il romanzo dell'opera, Corbaccio, Milano 2001, p.247)

3188) Il Bene [...] si è impadronito del soggetto prima che il soggetto abbia avuto il tempo – ossia la distanza – necessaria della scelta. Non c'è assoggettamento più completo di questo brivido che il Bene incute all'improvviso: un'elezione, certo.(Cfr. Emmanuel Lévinas, Umanesimo dell'altro uomo, Nuovo Melangolo, Genova 1998, p.119)

3189) Uomini che hanno in sé un desiderio così possente che supera la loro natura, ed essi bramano e desiderano più di quanto all'uomo sia consono aspirare, questi uomini sono stati colpiti dallo Sposo stesso; Egli stesso ha inviato ai loro occhi un raggio ardente della sua bellezza. L'ampiezza della ferita rivela già quale sia lo strale e l'intensità del desiderio lascia intuire Chi sia colui che ha scoccato il dardo. (Nikolaos Kabasilas, citato da Joseph Ratzinger, La Bellezza. La Chiesa, Libreria Editrice Vaticana - Itaca, Roma - Castel Bolognese 2005, pp.15-16)

3190) La bellezza ferisce, ma proprio così essa richiama l'uomo al suo Destino», ridesta l'io, lo rende presente. «L'incontro con la bellezza [di Cristo] può diventare il colpo del dardo che ferisce l'anima ed in questo modo le apre gli occhi, tanto che ora l'anima, a partire dall'esperienza, ha dei criteri di giudizio», (Joseph Ratzinger, La Bellezza. La Chiesa, op. cit., p.19)

3191) Un cristianesimo come bellezza non può evitare che costantemente ferisca, qualsiasi sia la condizione in cui noi ci troviamo, e riapra la ferita. Come uno non può evitare che le montagne siano belle, così nessun potere di questo mondo può evitare che le montagne siano belle; perciò nessun potere di questo mondo può sconfiggere il cristianesimo: questo riaprirà sempre in ognuno di noi la ferita, ci riprenderà in continuazione. (Julián Carrón - 29 apr 2007- Rimini Fraternità p.21)

3192) Per riprenderci non basta il ricordo, come dice Lewis ricordando sua moglie defunta nel Diario di un dolore: non basta il ricordo, devo pensare di più a mia moglie e meno a me stesso. «Io penso a lei quasi sempre. Penso alle cose che erano lei: le sue parole, gli sguardi, le risate, le azioni. Ma chi le sceglie e le mette insieme è la mia mente. Non è passato neanche un mese dalla sua morte, e già sento il lento e insidioso inizio di un processo che farà della H. a cui penso una donna sempre più immaginaria. Basata sui fatti, certo: non vi metterò (così spero, almeno) nulla di inventato. Ma la composizione non diventerà inevitabilmente sempre più cosa mia? Non c'è più la realtà a frenarmi, ad arrestarmi di netto, come faceva tante volte la vera H., e in modi tanto inaspettati, con il suo essere totalmente lei e non me. Il dono più prezioso che ho avuto dal matrimonio è stato questo continuo impatto con qualcosa di molto vicino e intimo e tuttavia sempre e inconfondibilmente altro, resistente - in una parola, reale». (Clive Staples Lewis, Diario di un dolore, Adelphi, Milano 1994, p. 24.) Se non è così, se Cristo non è reale attraverso il corpo della Sua Chiesa, diventa ogni volta di più una nostra immaginazione. (Julián Carrón - 29 apr 2007- Rimini Fraternità p.33)

3193) Mai in vita mia, come in quell'ora, ho avuto così chiara coscienza della impenetrabilità degli uomini. Ma non la sentivo come un dato della vita, al quale bisogna adattarsi, bensì come qualcosa di cattivo, di contrario a Dio, come l'ostacolo di ogni amore, come l'origine demoniaca di ogni disperazione».(Franz Werfel, Nel crepuscolo del mondo, Mondadori, Milano 1937, p. 421)

3194) Tutto per me Tu fosti e sei.(Ada Negri, «Atto d'amore», in Mia giovinezza, BUR, Milano 1995, p.70)

3195) Ritorno sulla domanda: «Se il cuore è infallibile, perché di fatto tante volte sbaglia?». Il cuore è infallibile come criterio, non come giudizio. Sbagli perché applichi male il criterio infallibile del cuore. È come se uno domandasse: perché, se la formula di matematica è infallibile per certi tipi di problemi, tante volte si sbaglia? Perché non ti sei applicato abbastanza: devi imparare, devi allenarti. Ma non per questo metti in dubbio la validità della formula: continua ad essere valida, infallibile, ma puoi applicarla male. A me interessa non che la applichiamo male, ma che abbiamo questa certezza sulla infallibilità, perché anche quando la applico male, nell'esperienza viene a galla il giudizio, perché se io sbaglio, me ne rendo conto. (Julián Carrón - 29 apr 2007 - Rimini Fraternità p.38-39)

3196) La libertà non ha paura del cuore infallibile, perché la libertà è l'esperienza della soddisfazione del cuore. (Julián Carrón - 29 apr 2007 - Rimini Fraternità p.40)

3197) In Spagna una volta era capitato che un ragazzo di GS, quando facevo il professore a scuola, aveva avuto un incidente e sono arrivati tutti i giessini un po' inquieti: «Ma come Dio può consentire questo?». Io ho detto loro: «Dipende da come arriviamo noi a quello che ci capita» e ho fatto questo esempio, che poi ho raccontato migliaia di volte. Se tu, ritornando a casa, trovi uno sconosciuto che ti dà uno schiaffo, cosa fai? Uno, che era un po' energico, ha detto: «Io gli risponderei con due schiaffi». Dico: «E se quando arrivi a casa è tua mamma che te lo dà?». È rimasto bloccato e ha detto: «Le domanderei perché». Che cosa ha consentito questa apertura al ragazzo? L'affezione alla mamma. L'affezione alla mamma gli ha impedito di chiudersi nella sua misura. (Julián Carrón - 29 apr 2007- Rimini Fraternità p.41)

3198) A me viene in mente l'altra parola che si usa come sinonimo di "facile", che è la parola "semplice", e mi ricorderò sempre che una volta domandai a don Giussani: «Come si fa ad essere semplici?» e lui mi disse: «Per essere semplici bisogna essere decisi». Quindi, non si vive mai il presente perché non si è decisi a viverlo. (Giancarlo Cesana - 29 apr 2007 - Rimini Fraternità p.43)

3199) Fare esperienza è provare qualcosa, ma non soltanto provare qualcosa: è emettere un giudizio su quello che proviamo, perché altrimenti non serve a niente. Tante volte facevo lezione ai ragazzi della scuola la mattina; i ragazzi mi facevano tantissime domande. Poi, la sera, incontravo degli adulti; me ne ricordo ancora uno, una persona che aveva girato il mondo di qua e di là, e mi faceva le stesse domande che mi facevano i ragazzi la mattina: aveva provato tantissime cose, ma non aveva imparato niente. (Julián Carrón - 29 apr 2007- Rimini Fraternità p.45)

3200) Io mi ricordo una frase che mi disse don Giussani poco prima di morire, intanto che commentavamo una certa impenetrabilità tra di noi. Lui mi ha detto: «Non si può amare Dio se non si amano gli uomini, ma non si può amare gli uomini se non si ama Dio». (Giancarlo Cesana - 29 apr 2007 - Rimini Fraternità p.50)

3201) Uno... riceve la somiglianza da quella cosa nella quale fissa il suo sguardo. (Gregorio di Nissa)

3202) È duro essere soli, più duro dividere la propria solitudine con degli indifferenti o degli ingrati. (Bernanos)

3203) "Le parole sono Pietre" diceva Primo Levi e io aggiungo "O le pesi o taci!!"

3204) "Renato, come stai?" - "Non chiedermi come sto, chiedimi chi sono".

3205) A Madre Teresa un giornalista televisivo, durante un'intervista, chiese: «Ma perché vi interessate di tutti questi poveracci, spesso sono ripugnanti...». «Per Gesù. Noi amiamo Gesù» gli rispose lei. «Ma come» riprese quello «non lo fate per compassione, per pietà?». «No, è per il Signore» spiega la suora «allora questa compassione diviene grande come l'ha avuta Lui, per noi, per tutti gli uomini...»

3206) A leggere il libro "Tempo di passaggi" di Habermas (che si definisce "ateo metodico"), è il cristianesimo, e non altro, il fondamento ultimo di libertà, coscienza, diritti dell'uomo e democrazia, i capisaldi della civiltà occidentale: "A tutt'oggi non disponiamo di opzioni alternative. Continuiamo ad alimentarci a questa sorgente. Tutto il resto sono chiacchiere postmoderne".

3207) Allora pensai che forse tutta la vita mia sarebbe trascorsa alla ricerca di quello che mi era accaduto: e il suo ricordo mi riempie di silenzio. (Laurentius Eremita)

3208) Che penoso contrasto tra la sfolgorante intelligenza del bambino e le fioche facoltà mentali dell'adulto medio. (Sigmund Freud)

3209) Chi legge, sa molto. Chi osserva, sa molto di più. (Alexandre Dumas figlio)

3210) Chi non condanna duramente i fatti atroci ne è connivente.

3211) Chi sa di non essere padrone del suo tempo non spreca il tempo che non è suo, anzi lo usa secondo il suo vero significato. (Cristina, Firenze - Tracce apr 2007 p.9)

3212) Chi teme la verità odia sempre la libertà. (Claudio Risè - 12/04/2007 Tempi p.31)

3213) Chiuso fra cose mortali (anche il cielo stellato finirà) perchè bramo Dio? (Giuseppe Ungaretti)

3214) Ciascun confusamente un bene apprende nel quale si queti l'animo, e desidera; per che di giunger lui ciascun contende. (Dante Alighieri)

3215) Come colmarla, questa voragine della vita? (Oscar Vladislas Milosz - "Miguel Manara")

3216) Comunque agisca, l'intellettuale sbaglia. (Theodor Adorno)

3217) Considerate se questo è un uomo<br>che lavora nel fango<br>che non conosce pace<br>che lotta per mezzo pane<br>che muore per un sì o per un no.<br>...Meditate che questo è stato:<br>Vi comando queste parole.<br>Scolpitele nel vostro cuore...<br>(Primo Levi)

3218) Cor ad cor loquitur: il cuore parla al cuore. (Il motto che scelse il Cardinale John Henry Newman 1801 - 1890)

3219) Cosa la colpisce oggi di Benedetto XVI? Il suo modo di considerare i problemi partendo sempre da una prospettiva storica. La nostra coscienza della verità avviene nella storia perché la verità si mostra sempre in un avvenimento. (Don Massimo Camisasca - Tempi 05/04/2007 p.41)

3220) Delle atrocità che ho subito io non accuso i miei carcerieri, ma solo me stesso, perchè quando c'era da parlare io ho taciuto. (Aleksandr Solzenicyn)

3221) Due giovani alla periferia di Milano. Diciotto anni lui, forse diciassette lei. Da qualche mese sanno di volersi bene. Il viale è poco illuminato. Un muretto, qualche lampione in lontananza, un gran silenzio. Tenerezze di giovani. Il prete che sta uscendo dal portone della sua parrocchia lì sorprende appena svoltato l'angolo. Una mossa, lo scatto del ritrarsi e sono subito lì, l'uno accanto all'altra, ostentando reciproca indifferenza. I giovani conoscono il prete. Lui conosce loro. Sono amici. Qualche imbarazzo. "Amici, ma se non state facendo nulla di male, perchè quest'impaccio?". Nessuna risposta, solo un saluto. Il giovane prete se ne riparte. Tre o quattro passi. Si ferma. È una bella serata. Un po' fredda, tante e tante stelle. Una rapida intuizione ed è di nuovo con loro. Fissando il cielo: "Amici ma quello che state facendo cosa c'entra con le stelle?" Un'intuizione, una potente, suggestiva, definizione di moralità. Un'azione è buona quando spalanca al tutto. (CL - Immagini di 30 anni - Ronzoni - Vitali)

3222) E il cristianesimo, il cattolicesimo, non è un cumulo di proibizioni, ma una opzione positiva. Ed è molto importante che lo si veda nuovamente, poiché questa consapevolezza oggi è quasi completamente scomparsa. (Benedetto XVI)

3223) È più facile spezzare un atomo che il pregiudizio. (Albert Einstein)

3224) Era una giornata di luglio torrida, il sole alto allo zenith, a mezzogiorno. Mio figlio di cinque anni affacciato a una finestra, al mare, osservando la sagoma nera dell'ombra della casa proiettata sul terreno, domandò: «A cosa serve, l'ombra?». «A dare un po' di fresco in una giornata calda come questa», risposi, senza smettere di riordinare la stanza. Un minuto zitto, poi il bambino osserva: «Ma l'ombra c'è anche d'inverno, quando fa freddo. In inverno, allora, a cosa serve l'ombra?». In difficoltà, continuando a fare ciò che sto facendo, cerco una risposta che non trovo. Ancora una manciata di secondi, e il bambino, pensoso, si risponde da solo: «Forse - dice - l'ombra serve, perché siamo più contenti della luce».[...] Ogni anno, capisco un po' di più. L'ombra, data perché si sia felici della luce. Come la notte, perché si attenda l'alba. Il peccato, perché si speri la grazia. Il male, perché si desideri il bene. Occorre aver conosciuto una mancanza, un'assenza, un dolore, per essere davvero felici - "più felici" - della luce. Passano gli anni, e capisco. Più sperimenti sconfitte e impotenza, più intuisci che il vuoto che ti senti scavato dentro è fatto per essere riempito - per essere colmato. (Corradi Marina - Tempi 05/04/2007 p.25)

3225) Fare una rivoluzione non è fomentare contro uno stato di fatto, ma preparare delle realtà nuove e delle reali novità, fare del reale e fare del nuovo. (Charles Peguy)

3226) Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo! (Mt 18,7)

3227) I fanciulli trovano il tutto nel nulla, gli uomini il nulla nel tutto. (Giacomo Leopardi - Zibaldone, 19 gen 1821 p.527)

3228) I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta. (Antoine Jean Baptiste Marie Roger de Saint-Exupéry 1900 – 1944 - scrittore e aviatore francese - "Il piccolo principe")

3229) I grandi sono grandi perchè i piccoli li possano seguire. (CL - Immagini di 30 anni - Ronzoni - Vitali)

3230) Il dialogo tra comunisti e cattolici è diventato possibile da quando i comunisti falsificano Marx e i cattolici Cristo. (Nicolás Gómez Dávila)

3231) Il fatto che gli uomini non imparino molto dalle lezioni della storia è l'insegnamento più importante che la storia può offrire. (Aldous Huxley)

3232) Il peccato del nostro tempo è avere perso il senso del peccato.

3233) Il tema era sempre stato come risolvere le situazioni, e non "cosa voglio davvero, cosa mi corrisponde al cuore adesso, dentro questo stato d'animo, dentro questa preoccupazione". Ho capito che la lama è sottile, o fai il lavoro su tutto o non lo fai su niente, perchè è proprio un punto di verità di me che non può permettersi di selezionare le situazioni, i sentimenti. (Carla, Milano - Tracce apr 2007 p.4)

3234) Io compiango il giovane che non ha ancora preso un'appassionata posizione pro o contro la libertà... pro o contro l'esistenza di Dio... Il non occuparsi delle questioni di fondo è, come il fumare la pipa, un'abitudine che ti prende quando l'età ti viene addosso, quando si crede di diventare adulti e invece si è diventati vecchi. Felice colui che ha conservato la giovinezza della sua sete di essere. (Charles Peguy)

3235) Io credo che si debba sempre far sapere a una persona che, se fa uno sbaglio, non è la fine del mondo. La fine del mondo sarebbe fare uno sbaglio e nasconderlo. Se uno non è disposto a commettere errori, non saprà mai prendere una decisione giusta. Se però fa sbagli in continuazione, allora sarà meglio che vada a lavorare per la concorrenza. (Sandy Weill, presidente della Citigroup Inc.)

3236) Io non ho mai avuto una linea politica univoca. Ho semplicemente cercato di fare quella che, in un dato momento, giudicavo la cosa più sensata. (Abramo Lincoln)

3237) Ispirandomi, ma senza potermi paragonare a Giovanni il Battista, dico: "voce di uno che grida nel deserto". Io penso ed affermo: non è la libertà che ci fa veri, ma è la verità che ci fa liberi. "Siamo letteralmente invasi dai travisamenti e dalle menzogne: i cattolici in larga parte non se ne avvedono, quando addirittura non rifiutano di avvedersene. Se io vengo percosso sulla guancia destra, la perfezione evangelica mi propone di offrire la sinistra. Ma se si attenta alla verità, la stessa perfezione evangelica mi fa obbligo di adoperarmi a ristabilirla: perché, dove si estingue il rispetto della verità, comincia a precludersi per l'uomo ogni via di salvezza" (Card. Giacomo Biffi)

3238) L'uomo capisce sé stesso osservandosi mentre lavora, in opera. (S.Tommaso)

3239) L'uomo non è libero nella misura in cui non dipende da nulla o da nessuno: è libero nell'esatta misura in cui dipende da ciò che ama, ed è prigioniero nell'esatta misura in cui dipende da ciò che non può amare. (Gustave Thibon)

3240) La saggezza non sta nel sapere quanto nell'usare in modo corretto ciò che si sa. (Barby25)

3241) La scienza non ha cambiato la mia fede nella religione e la religione non ha mai contrastato le conclusioni ottenute con metodi scientifici. (astrofisico Lemaitre - padre della teoria del Big Bang)

3242) La scienza proclamava il nulla, l'arte ammirava la decadenza: il mondo era vecchio e finito; ma tu ed io eravamo lieti. (Gilbert Keith Chesterton - L'uomo che fu Giovedì)

3243) La sveglia, il tram, le quattro ore di ufficio o di officina, la colazione, il tram, le quattro ore di lavoro, la cena, il sonno... questo cammino viene seguito senza difficoltà la maggior parte del tempo. Soltanto un giorno sorge il 'perché' e tutto comincia in una stanchezza colorata di stupore. (Albert Camus)

3244) La tolleranza, che ammette per così dire Dio come opinione privata, ma gli rifiuta il dominio pubblico, la realtà del mondo e della nostra vita, non è tolleranza ma ipocrisia. (Benedetto XVI)

3245) La tua voce ha potuto intenerirmi<br>La tua presenza trattenermi<br>e il tuo rispetto commuovermi.<br>Chi sei?<br>Tu, solo tu, hai destato<br>l'ammirazione dei miei occhi,<br>la meraviglia del mio udito.<br>Ogni volta che ti guardo<br>mi provochi nuovo stupore<br>e quanto più ti guardo<br>più desidero guardarti.<br>(Calderon de la Barca)

3246) Laddove si giunge ad un punto dove la scienza si deve fermare è la Fede che prosegue e completa il cammino dell'uomo. (James C. Maxwell - fisico)

3247) Le masse sono abbagliate più facilmente da una grande bugia, che da una piccola. (Adolf Hitler)

3248) Le streghe hanno smesso di esistere, quando noi abbiamo smesso di bruciarle. (François-Marie Arouet - Voltaire - 1694-1778)

3249) Molti scienziati sono portati alla fede dal loro stesso lavoro. E in ultima analisi è una fede fatta ancora più salda. Lo scienziato allora può cosi "credere per capire" quello che vede, piuttosto che "capire per credere". (Sandage astrofisico)

3250) Nel 2002, al giornalista statunitense David Aikman un intellettuale — che ha preferito rimanere anonimo ma che il giornalista stesso definisce «uno dei principali studiosi cinesi»— diceva: «Una delle cose che ci è stato chiesto di studiare è la ragione del dominio dell'Occidente sul mondo. Abbiamo studiato tutto quello che abbiamo potuto dal punto di vista storico, politico, economico e culturale. Quindi abbiamo pensato che voi aveste il sistema politico più avanzato. In seguito ci siamo concentrati sul vostro sistema economico. Ma negli ultimi vent'anni abbiamo concluso che il cuore della vostra cultura è la vostra religione, il cristianesimo». (Rodney Stark, The Victory of Reason)

3251) Nel mondo in cui viviamo, inflazionato dalle parole, è necessario riscoprire il silenzio e il raccoglimento. (Benedetto XVI, mercoledì santo 04/04/2007)

3252) Non c'è che una tristezza. È quella di non essere santi. (Leon Bloy)

3253) Non disprezzare ciò che di umano ha l'umanità presente; noi vogliamo salvare ciò che di umano ha l'umanità presente. (Charles Peguy)

3254) Non importa quanto grande, soffice o caldo è il tuo letto: devi comunque alzarti. (Grace Slick)

3255) Non vivrò un solo istante senza passarlo amando. (Santa Bernardette - 16 aprile)

3256) Ognuno è pienamente responsabile del proprio benessere, della propria vitalità e felicità. (Roy Martina)

3257) Può dirmi in poche parole chi è stato secondo lei don Giussani? Un uomo che cercava se stesso in ogni uomo, curioso dell'umanità di tutti e assieme un uomo che mendicava Cristo in ogni cosa. Così ne è diventato testimone. (Don Massimo Camisasca - Tempi 05/04/2007 p.41)

3258) Scienza e fede, perfetta sintonia, radicata nell'unico comune dono: la Ragione» sicché «una risulta la forza dell'altra, perché entrambe doni di Dio. (prof. Antonio Zichichi)

3259) Se aveste intera fiducia nei libri, sarebbe meglio non avere libri. (Mencio)

3260) Se per sostenere un'idea si cambia la realtà, significa che quell'idea non è formidabile. (Angelo Loris Brunetta)

3261) Sentiti libera, sii te stessa. (Don Giussani a Teresa Brandirali - mag 1994 - Tracce apr 2007 p.67)

3262) Su ciò di cui non si può parlare si deve tacere. (Wittgenstein)

3263) Ti prego di venire una volta al mese a insegnare la storia della Chiesa ai nostri studenti, perché non la conoscono più. E se non si sa la storia si arriverà a non conoscere più la fede. (S.Filippo Neri, "Santo della gioia" - scrivendo al cardinale Cesare Baronio (oratoriano, fondatore della storiografia cattolica, amico di Galileo e Beato))

3264) Tutto cospira a tacere di noi, un po' come si tace di un'onta forse, come si tace di una speranza ineffabile. (Rainer Maria Rilke - 1875-1926)

3265) Umiliati, ragione, impotente; taci natura imbecille, impara che l'uomo sorpassa infinitamente l'uomo, e impara dal tuo Signore la tua vera condizione che ignori. Ascolta Dio. (Blaise Pascal - Pensieri, n.267, Guaraldi, Rimini 1995, p.162)

3266) Un uomo si è tolto la vita e ha lasciato questa lettera: "Mi sono sposato con una vedova. Questa aveva una figlia. Mio padre si è innamorato della mia figliastra e l'ha sposata. In tal modo, mio padre è diventato mio genero. La mia figliastra è diventata di conseguenza la mia matrigna, essendo moglie di mio padre. Mia moglie ha avuto un figlio che è il cognato di mio padre, dato che è il fratello di sua moglie, che in realtà è mia figlia. Anche mio figlio è diventato mio zio, perché è il fratello della mia matrigna. Inoltre la moglie di mio padre ha partorito un bambino che è naturalmente mio fratello (perché figlio di mio padre) e contemporaneamente mio nipote, in quanto figlio della mia figliastra. Ecco la ragione per cui mia moglie è mia nonna (in quanto madre della mia matrigna). E siccome è mia moglie, io sono diventato allo stesso tempo suo marito e suo nipote. Poiché il marito della nonna è naturalmente il nonno, sono perciò diventato mio nonno. In queste condizioni non posso più vivere, e mi uccido". (Mark Twain)

3267) Una delle tante signore con un bambino che si incontrano sul tram. Così anche quel tardo pomeriggio a Milano. Il piccolo continuava a chiedere il perchè di tutto. "Mamma, perchè quei signori camminano in fretta? Perchè le luci dei lampioni sono accese? Perchè ci sono le strisce per terra?". E tutta la gente sul tram rideva per le domande. Ad un certo punto il tram si ferma. Di fianco, proprio a lato del finestrino da cui il bambino guardava fuori, un albero, così che il bambino ora non vedeva nient'altro che l'albero, la corteccia e le sue rughe. Allora rivolgendosi alla mamma il bambino chiede: "Perchè c'è?". E questa volta non rise nessuno. (CL - Immagini di 30 anni - Ronzoni - Vitali)

3268) Una fedeltà intera in un'intera libertà. (Charles Peguy)

3269) Una generazione che è partita nel disincantamento può non ritrovarsi più. (Charles Peguy)

3270) Una sera la tartaruga decide di andarsene a fare un giro notturno. Il rospo che la vede le dice: "Che imprudenza uscire a quest'ora!". Ma la tartaruga continua e, mentre fa un passo più lungo dell'altro, si ritrova girata sulla schiena. Il rospo esclama: "Te l'avevo detto! È un'imprudenza, ci lascerai la vita!". Deliziosa, con gli occhi pieni di malizia, la tartaruga gli risponde: "Lo so bene. Ma per la prima volta vedo le stelle".

3271) Uno sciocco, trova sempre uno più sciocco che lo ammira. (Nicolas Boileau)

3272) Uno sconosciuto è mio amico, uno che io non conosco, uno sconosciuto lontano, lontano... per lui il mio cuore è pieno di nostalgia perchè egli non è presso di me, perchè egli forse non esiste affatto. Chi sei tu che colmi il mio cuore della tua assenza? Che colmi tutta la terra della tua assenza? (Par Lagerkwist)

3273) Voi credete di osservare l'oggetto e non osservate che il vostro proprio pensiero. (Fustel de Coulanges in una celebre polemica con G. Monod sull'analisi e la comparazione dei testi - 1887)

3274) La nostra perfezione non consiste nel fare cose grandi e straordinarie, ma nel fare bene quelle ordinarie di regola, nell'osservanza del proprio ufficio, imposto dalla santa ubbidienza. (S.Gabriele dell'Addolorata 1838-1862)

3275) Perché gli uomini dovrebbero amare la Chiesa? Perché dovrebbero amare le sue leggi? Essa ricorda loro la Vita e la Morte, e tutto ciò che vorrebbero scordare. È gentile dove sarebbero duri, e dura dove essi vorrebbero essere teneri. Ricorda loro il Male e il Peccato, e altri fatti spiacevoli. Essi cercano sempre d'evadere dal buio esterno e interiore sognando sistemi talmente perfetti che più nessuno avrebbe bisogno d'essere buono. (Eliot, Cori da "La Rocca").

3276) Ad una teoria si può rispondere con un'altra teoria; ma chi può confutare una vita? (Evagrio Pontico, monaco del IV secolo)

3277) Bisogna vivere come si pensa, altrimenti si finirà per pensare come si è vissuto. (Paul Bourget, Il demone meridiano)

3278) È liberale qualcuno che difende sostanze che producono dipendenza, che tolgono la libertà? (Claudio Risè - 12/04/2007 Tempi p.31)

3279) "Dio non esiste", diceva un barbiere al cliente mentre gli regolava la barba. Se esistesse, non ci sarebbe tanta sofferenza, miseria e dolore nell'umanità". <br>Quando ebbe terminato, il cliente uscì per strada e vide un uomo con la barba incolta e spettinato. Richiamò il barbiere e gli disse: "Sai una cosa? I barbieri non esistono". <br>"Come no? Ci sono qui io" rispose l'altro sorpreso. <br>"Se esistessero i barbieri "riprese il cliente, "non ci sarebbero persone con la barba e i capelli incolti nel mondo". <br>"Esistiamo, ma il fatto è che quelli non vengono da noi", rispose il barbiere. <br>"Esatto! È questo il punto. Dio esiste, ma di fatto noi non lo cerchiamo. Perciò c'è tanto dolore e miseria".

3280) Il bene non si impone, si sceglie. E imporre il bene vuol dire fare il male.

3281) Siamo tutti disposti a dialogare con coloro che ci danno ragione.

3282) Il mio metodo d'indagine è di scartare tutte le ipotesi possibili. (Morris amico di Dylan Dog n.53 p.47)

3283) C'è sempre tempo per lanciare una parola, ma non sempre per riprenderla. (Baltasar Gracián y Morales)

3284) La gente è sempre disponibile per i lavori già fatti. (Arthur Bloch)

3285) I giovani hanno quasi tutti il coraggio delle opinioni altrui. (Ennio Flaiano)

3286) Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. (Mt 7,15)

3287) Il succo del relativismo: "Poveri fatti, povere cose, non ci sono, esistono solo interpretazioni. (Nietzsche)"

3288) Non è vero che se la Chiesa dice una cosa allora è vera, ma vale l'esatto contrario cioè se una cosa è vera allora lo dice la Chiesa. (Filippo Vari - Docente Costituzionalista - 3 mag 2007 Giulianova - Cinema Ariston)

3289) C'è il pericolo di vivere di rendita. Non ti adagiare e non ti ritirare. (Don Ennio Luncantoni - apr 2007 - ritiro quaresima)

3290) Anche Gesù fu triste. Ci si ritrova carente come se si perdesse l'entusiasmo, uno stato d'animo senza colpa. L'importante è che questa condizione non determini la vita. Il sintomo è quando non fai più quello che devi fare. Non lasciarsi andare perchè le cose non vanno come devono andare. (Don Ennio Lucantoni - apr 2007 - ritiro quaresima)

3291) È stato un uomo che ha bruciato e fatto bruciare: ignis ardens. Questo ha affascinato e convertito il mondo». «La sua speranza era Cristo. Per lui non c'erano cose impossibili. (Testimonianze rese al tribunale di Cracovia su Karol Wojtyla - Tempi 19/04/2007 p.14)

3292) «Sulle questioni fondamentali assunse un atteggiamento intransigente. Per noi era molto pericoloso»...«Non era possibile discorrere con il Papa senza sentire per lui una grande simpatia. Era maestoso, eppure semplice e cordiale. Non c'era in lui nessun senso di superiorità. Più di una volta mi ha detto: "Generale, la prego di ricordare le parole del re Sigismondo Augusto: 'Non sarò re delle vostre coscienze'"». (Generale Jaruzelski che descrive Karol Wojtyla - che proclamò lo stato di guerra il 13/12/1981 in Polonia - Tempi 19/04/2007 p.15)

3293) «Che cosa mi ha colpito allora di lui? Soprattutto la bontà. Era parco di parole, ascoltava più che parlare. A volte, discretamente, faceva le sue osservazioni. Aveva uno sguardo sereno, era spiritoso, osservava fedelmente il regolamento del seminario. Durante le lezioni era concentrato, prendeva appunti diligentemente e afferrava al volo il pensiero fondamentale del professore. Ho sempre letto senza fatica i suoi appunti. In ogni pagina del quaderno c'erano le iniziali di Gesù e della Vergine Santissima». (Testimonianza di chi frequentò il seminario con Karol Wojtyla - Tempi 19/04/2007 p.17)

3294) La capacità di sdrammatizzare è «uno dei ricordi più vivi che ho di Wojtyla. Non era capace di risentimento e non voleva mai imporsi. Sapeva sempre ascoltare e poi giudicare... era una persona capace di rendere straordinario l'ordinario. (don Tadeusz Pieronek - vescovo, già segretario della Conferenza episcopale polacca, già rettore dell'Accademia pontificia di Cracovia - Tempi 19/04/2007 p.20)

3295) Avanti lento perché sempre dico che un geranio ha uno sviluppo veloce ma una quercia è di sviluppo lento. (Jesùs Carrascosa - 29/11/2004 - Sala Saturnia - Trieste)

3296) Giussani sempre dice che "se c'è la proposta e non c'è il metodo, è meglio non avere la proposta". (Jesùs Carrascosa - 29/11/2004 - Sala Saturnia - Trieste)

3297) Giussani spiega nel perché la Chiesa - con una maniera geniale e una pedagogia enorme - quando lui dice: "La Chiesa è fatta da due fattori: il fattore umano, che spiega tutti i limiti, il fango, ma dentro c'è un fattore divino, che è l'oro. La ricerca dell'oro, del fattore divino, salva, giustifica tutti i limiti della Chiesa ma se la Chiesa rinuncia all'oro, è fango." (Jesùs Carrascosa - 29/11/2004 - Sala Saturnia - Trieste)

3298) Gli uomini... troppo vacui per rimanere in silenzio. (Eliot)

3299) Il Cristianesimo ridotto ai valori, ridotto a dottrina ridotto, ad una morale, ad una coerenza è una cosa insopportabile perché se non c'è l'Avvenimento, è insopportabile. (Jesùs Carrascosa - 29/11/2004 - Sala Saturnia - Trieste)

3300) Il tumore del Cattolicesimo è il dualismo, cioè: una fede che non c'entra con la vita... uno che è dualista è schizofrenico: tu vai a messa e vivi in duplex, al piano di sopra vivo la fede, prego, e al piano di sotto vivo la vita. Questa è la debolezza radicale del cristianesimo. E perciò succede tutto quello che succede. (Jesùs Carrascosa - 29/11/2004 - Sala Saturnia - Trieste)

DIXIT DEFINITIVO
MENÙ | da 1 a 400 | da 401 a 800 | da 801 a 1200 | da 1201 a 1600 | da 1601 a 2000 | da 2001 a 2400 | da 2401 a 2800 | da 2801 a 3000 | da 3001 a 3300 | da 3301 a 3500 | da 3501 alla fine