IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI
Regia: Jonathan Demme.
Nazione: USA
Anno: 1990
Genere: Thriller
Regia di Jonathan Demme con Anthony Opkins, Jodie Foster col., 115', 1991
Perchè Buffalo Bill (è il soprannome che gli ha cucito addosso l'Fbi) uccide donne piuttosto in carne per poi scuoiarle? Apparentemente è la domanda chiave del film. Ma un altra, misteriosamente, incalza lo spettatore. Quale metodo si deve seguire per svelare la realtà? E andando in profondità a questo problema (solo un presupposto di adesione al reale consente allo spirito critico di chi indaga, di indagarlo per davvero) che Il Silenzio degli Innocenti evita di essere spacciato per opera di genere, sia pur splendida, per approdare alla corte del cinema che conta e rimane. Dunque, abbiamo Buffalo Bill che impazza. Uccide e incide secondo una logica. Il detective è una donna, Clarice Starling. L'anima, l'ambizione di arrivare e la curiosità di conoscere. Su questa curiosità lavora Hannibal Lecter. E' la figura chiave del film. Dignitosamente vive la propria reclusione in un carcere criminale. Ex psichiatra di fama mondiale, ha rovinato tutto mettendosi ad uccidere e mangiando, letteralmente, la carne delle sue vittime. Clarice è convinta che Hannibal possa aiutarla a trovare Buffalo Bill. Inizia così un rapporto serrato fra i due. Le domande prendono il sopravvento. Clarice si ritrova ad essere indagata dal suo geniale interlocutore. Ecco che i suoi segreti, anche quelli più intimi e finora rimossi, trovano la luce. Ma Hannibal, anch'egli a suo modo attratto dalla ragazza, collabora. Lui sa: Buffalo Bill è stato suo paziente. Ma non dice nulla a Clarice. La provoca ad usare la ragione partendo dagli elementi certi, reali, che sono già in suo possesso. Gli indizi finalmente prendono consistenza. Adesso si può agire contro Buffalo Bill. Nonostante ciò il film non finisce. Forse si vuol dire che la pazzia è di questo mondo, impossibile a vincersi. Dopo tutto stupirebbe il contrario. Chi scuote la curiosità del detective a mettersi in azione secondo il metodo realista? Il regista Jonathan Demme conferma di amare le storie nebulose, "psichiatriche". Sa dirigere gli attori in modo straordinario. Anthony Hopkins offre con Hannibal Lecter un personaggio quasi epocale. Jodie Foster è una Clarice Starling che riempie lo schermo. In Inghilterra il film è tuttora numero uno nella classifica dei film più noleggiati.
Non era mai successo che l'Oscar, il riconoscimento che l'industria cinematografica americana assegna, in genere, ad opere di grandi incassi ed emozioni, toccasse a un film dell'orrore, e per giunta vietato (ai 14 anni). Con questo premio che si aggiunge all'Orso d'Oro conquistato dal film a Berlino, nel '91,il silenzio degli innocenti si fa involontaria spia di una situazione di smarrimento talmente grave, da sottrarre alla società americana quel tradizionale e confortante riferimento ai valori che l'industria impone. Se l'occasione del racconto (tratto dal romanzo di Thomas Harris) è una sequela orrenda di omicidi che un maniaco colleziona, altro ne è il cuore. Il rapporto che Jodie Foster, giovane recluta dell' Fbi, instaura con Anthony Hopkins, lo psichiatra rinchiuso nel manicomio criminale, diventa specchio di un orrore di gran lunga superiore a qualsiasi delitto: la possibilità stessa del male, la certezza di una responsabilità da tutti, nessuno escluso, condivisa.
da Tracce Mag 1992