IL CODICE DA VINCI - DAN BROWN

Io non andrò a vedere il film blasfemo de "IL CODICE DA VINCI" e ne tantomeno leggerò il libro.

IL POSITIVO: TANTE PERSONE FINORA INDIFFERENTI PROVERRANNO LA CURIOSITÀ DI SAPERE DI PIÙ RIGUARDO ALLA FEDE, AGLI EVENTI DEL LIBRO: SARÀ NECESSARIO ESSERE PREPARATI PER SODDISFARE IL LORO INTERESSE CON UNA EVANGELIZZAZIONE ATTRAENTE.


BOICOTTIAMO IL FILM E IL LIBRO!!!

Una forma di protesta pacifica contro l'ennesimo accadimento diffamatorio verso la Chiesa!!


«In questi casi i cristiani dovrebbero essere più sensibili al rifiuto della menzogna e della diffamazione gratuita». (monsignor Angelo Amato - Segretario della Congregazione per la dottrina della fede)

E' un fatto che oggi si possa impunemente sparlare del Papa, come si sta facendo in Germania, con un cartone animato. Si può anche falsificare a piacimento la storia del cristianesimo, senza un minimo, non dico di rispetto religioso, ma di elementare etica storica.(monsignor Angelo Amato - Segretario della Congregazione per la dottrina della fede)



Il Video: LA VERITÀ SUL CODICE DA VINCI

 Il Codice da Vinci - Mistificazione e realtà - Tavola Rotonda a cura di Marco Invernizzi - Ospiti - Massimo Introvigne - Rino Camilleri - RADIO MARIA AUDIO MP3

 SPECIALE "Il Codice da Vinci" - Avvenire

 SPECIALE "Il Codice da Vinci" - Totus Tuus


 SPECIALE "Il Codice da Vinci" - Apologetica

 Recensione di "Il Codice Da Vinci" - Sentieri del Cinema

 Speciale "Il Codice Da Vinci" - Cultura Cattolica

 CRISTIANI, PIÙ FORZA CONTRO LA MENZOGNA - Relazione di monsignor Angelo Amato segretario della Congregazione per la dottrina della fede al convegno sulla comunicazione nella Chiesa (Roma, 28 aprile 2006) - Avvenire

 Il Codice da Vinci: FAQ - Risposta ad alcune domande frequenti - di Massimo Introvigne

 Il Codice Da Vinci: ma la storia è un'altra cosa - di Massimo Introvigne

 Lettura iconografica del Cenacolo di Leonardo nel Refettorio di S.Maria delle Grazie a Milano - di d.Andrea Lonardo

 Le fantasie del "Codice da Vinci" e la realtà storica - Intervista allo storico Marco Fasol, autore de "Il codice svelato"

 Londra: Dan Brown vince il processo, ma il giudice conferma che la storia del Priorato di Sion è fasulla - Testo integrale della sentenza

 Le inesauribili bufale di Dan Brown - di Giulio Meotti (il Foglio, 3 settembre 2005)

 Facciamoci un regalo boicottiamo il film - Avvenire Sabato 29 aprile 2006

 «Codice Da Vinci», diritto all'obiezione - di Andrea A. Galli - Avvenire 4.5.2006

 Jesus Decoded (ING)

 L'Opus Dei: "Il Codice da Vinci? Ci rende più forti" - Vittorio Messori - Corriere della Sera, 12 maggio 2006.

 Sito Ufficiale Opus Dei

 Obiettivo Dan Brown: dissacrare la Purezza

 "Il Codice Da Vinci" - Di Renato Farina

 LA STORICITA' DEI VANGELI - Marco Fasol - (documento .rtf)



DOCUMENTO DELLA CONFERENZA EPISCOPALE MESSICANA SU "IL CODICE DA VINCI"
CITTA' DEL MESSICO, lunedì, 8 maggio 2006 (ZENIT.org-El Observador)

Di fronte all'imminente uscita della versione cinematografica del libro di Dan Brown, "Il Codice da Vinci", la Conferenza Episcopale Messicana ha pubblicato un documento nel quale analizza le possibili conseguenze per i fedeli di questa iniziativa.

Poiché si tratta di un best-seller mondiale, e che potrebbe essere visto sul grande schermo da 800 milioni di persone, la Chiesa cattolica messicana si è rivolta ai cattolici del Paese e del mondo, soprattutto affinché possano approfittare di questo momento e si preparino a parlare di Cristo dal punto di vista della verità.

LA CHIESA DI FRONTE AL "CODICE DA VINCI"
  Dalla sua pubblicazione, nella primavera del 2003, il romanzo "Il Codice Da Vinci", di Dan Brown, ha venduto 40 milioni di esemplari: lo si può considerare il "best-seller del decennio".

  Il film basato sul romanzo sarà presentato al festival di Cannes il prossimo 17 maggio, e verrà proiettato simultaneamente per la prima volta sui maxi schermi dei cinema di tutto il mondo il venerdì 19 maggio.

  Secondo "Newsweek", questa superproduzione di Hollywood, diretta da Ron Howard e con attori di prima fila (Tom Hanks, Jean Reno, Audrey Tautou, Alfred Molina, Ian McKellen, etc.), sarà il grande evento del 2006. Si stima che 800 milioni di persone andranno a vedere il film.

L'ARGOMENTO DE "IL CODICE DA VINCI":

  Gesù ha sposato Maria Maddalena ed ha avuto diversi figli. La sua discendenza è il vero Santo Graal (sangue di re = sang reale = Santo Graal)

  Cristo ha affidato la Chiesa a Maria Maddalena, ma gli apostoli hanno tramato contro di lei, tanto da costringerla a scappare in Francia. D'allora il clandestino "Priorato di Sion" protegge la discendenza di Cristo dagli attacchi della Chiesa Cattolica, e trasmette i suoi segreti in codici occulti. Per esempio, nell' "Ultima Cena" di Leonardo Da Vinci, la figura insieme a Cristo non è quella dell'apostolo Giovanni, bensì di Maria Maddalena.

  Il romanzo incomincia quando una commissione di cardinali fa pressione sul prelato dell' Opus Dei affinché uno dei suoi membri, assassino di professione, uccida gli ultimi discendenti viventi di Cristo.

LE IDEE DI FONDO DE "IL CODICE DA VINCI" SONO:

  Gesù non pensava di essere Dio e nemmeno i suoi discepoli lo consideravano divino. La credenza nella divinità di Gesù Cristo fu imposta dall'imperatore Costantino nel Concilio di Nicea del 325.

  Gesù e Maria Maddalena rappresentavano la dualità maschile - femminile (come Marte e Atena, Iside e Osiride); i primi seguaci di Gesù adoravano "il sacro femminile", ma dopo fu eliminato, e la Chiesa divenne misogina.

  La Chiesa si fonda su una grande bugia: Cristo era un uomo normale e di tutti i giorni. Per nascondere la verità, essa ha distrutto documenti, ha assassinato milioni di streghe ed eretici, ha manipolato le Scritture.

QUESTO ROMANZO PRESENTA DUE PROBLEMI:

  Si tratta di un'opera di finzione, nella quale tutti i personaggi della Chiesa sono rappresentati in modo odioso;

  L'autore afferma nella presentazione del libro: "Tutte le descrizioni di opere d'arte, architettura, documenti e rituali segreti contenute in questo romanzo rispecchiano la realtà". Tuttavia, l'opera contiene innumerevoli errori: d'arte, di storia, di religione e di cultura

IL FILM AGGRAVERÀ ANCORA LA SITUAZIONE:

  perché queste falsità giungeranno a moltissime persone (800 milioni, e ancora di più qualora concorresse per i premi Oscar)

  perché le immagini sono più potenti delle parole, e lasciano un'orma più profonda.

  perché i film arrivano alle folle, pure a coloro dotati di scarsa formazione e mancanti di risorse critiche per distinguere tra finzione e realtà.

  perché sarà usata dai nemici della Chiesa per lanciare altre accuse e attacchi su temi che non riguardano per nulla il libro.

COSA SI PUO' FARE DI FRONTE A QUESTA SITUAZIONE?

Approfittare dell'opportunità per parlare di Gesù Cristo e della Chiesa:

  Molti cattolici ben formati e praticanti si sentiranno offesi: occorre saper incanalare la loro reazione in modo sereno e costruttivo;

  Molti più cattolici avranno dei dubbi riguardo al fatto se quel che dice il libro è vero o no: bisognerà intensificare la catechesi, e trattare alcuni temi (richiesti o meno);

  Tante altre persone finora indifferenti proverranno la curiosità di sapere di più riguardo alla fede: sarà necessario essere preparati per soddisfare il loro interesse con una evangelizzazione attraente.

  Può essere una buona occasione di lavorare insieme ad altri credenti: con gli ortodossi e protestanti, perché il libro e il film offendono tutti i cristiani; con gli ebrei e musulmani (perché è una nuova manifestazione d'intolleranza contro coloro che hanno una visione religiosa del mondo); e con gli intellettuali non credenti, che si sentono offesi dai numerosi errori storici, artistici, culturali, etc., messi in scena per guadagnare soldi.

  Si può approfittare per spingere i cattolici di una certa posizione (intellettuali, giornalisti, imprenditori, etc.) a muoversi maggiormente e a vivere la loro fede con più responsabilità.


LE BUGIE DEL CODICE DA VINCI
...E CIÒ CHE C'È DIETRO QUESTO ROMANZO


DI CORRADO GNERRE

LA TRAMA DEL ROMANZO

Jacques Saunière, anziano studioso del culto pagano della Dea Madre e del sacro femminino e curatore del Louvre, viene assassinato in una delle sale del museo da un "monaco" appartenente all'Opus Dei.
Prima di morire, Saunière lascia degli indizi per comunicare un grande segreto.
Per decifrare questi indizi, la polizia parigina convoca il professor Langdon, docente dell'Università di Harvard, che in quei giorni si trova a Parigi.
Intanto arriva sul posto del delitto anche l'agente di polizia Sophie Neveu, nipote dello stesso Saunière, che capisce che gli indizi lasciati dal nonno sono rivolti a lei.
La giovane, insieme al professor Langdon (che intanto è sospettato dalla polizia di essere l'omicida di Saunière), inizia un percorso d'indagini in cui sarà svelato un grande segreto.
I due riescono a decifrare due indizi lasciati dalla vittima. La frase "O, draconian devil! Oh, lame saint!", che è l'anagramma di "Leonardo da Vinci! The Mona Lisa!"; e anche le iniziali "PS", che stanno per "Priorato di Sion", associazione segreta di cui Saunière era Gran Maestro.
Questo Priorato di Sion sarebbe una setta antichissima nata per custodire un grande segreto. Ad essa sarebbero appartenuti importanti personaggi. Tra questi, Leonardo da Vinci, che ne sarebbe stato Gran maestro tra il 1510 e il 1519.
Il Priorato avrebbe sempre avuto una venerazione pagana per il culto del principio femminile.

IL GRANDE SEGRETO CUSTODITO È:
1. L'imperatore Costantino (280-337) volle definitivamente distruggere la religione pagana del femminino sacro e, per fare questo, "inventò" la divinità di Gesù, fece occultare i veri vangeli (quelli gnostici) e promosse solo i vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni (cioé i vangeli canonici) perché questi presenterebbero un Gesù poco umano.
2. Gesù non era Dio, ma un semplice predicatore che addirittura si sposò con Maria Maddalena, da cui ebbe anche dei figli (la stirpe del sang rèal, del sangue reale).
3. Gesù indicò la stessa Maria Maddalena come capo della sua chiesa (priorità del principio femminile).
4. Questa "successione femminile" non fu però accettata dagli apostoli che, per impadronirsi della chiesa, decisero di far fuori Maria Maddalena che fu costretta a fuggire.
5. La discendenza di Gesù si stanziò in Francia dando origine nel V secolo alla dinastia dei Merovingi.
6. Questo grande segreto è custodito dal Priorato di Sion e da tutti i suoi Gran Maestri, fra cui l'assassinato Saunière.
Il Romanzo dice che la Chiesa cattolica, per evitare che questo segreto fosse svelato, non ha esitato nel corso dei secoli a commissionare omicidi. Questo accadrebbe ancora ai nostri giorni anche grazie ad alcune organizzazioni ecclesiali, come l'Opus Dei esplicitamente citata nel Romanzo.

IL TASSELLO CHE FA CADERE TUTTI GLI ALTRI: LA DATAZIONE DEI VANGELI CANONICI

Dan Brown, per la costruzione del suo romanzo, si richiama ad una teoria, che però è falsa. La teoria è questa: i vangeli cosiddetti "gnostici" ed "eretici" sarebbero i "veri" vangeli, mentre quelli cosiddetti "canonici" (Matteo, Marco, Luca e Giovanni) la Chiesa li avrebbe successivamente ufficializzati proprio perché non parlerebbero della vera vita di Gesù.
Attenzione: questa convinzione avrebbe una sua logica se davvero i vangeli gnostici ed eretici fossero contemporanei a quelli canonici. Se così fosse, effettivamente sarebbe difficile poter dire quali vangeli dicano davvero la verità.
Dan Brown, però, nasconde un fatto ormai indiscutibile e cioé che i vangeli canonici (Matteo, Marco, Luca e Giovanni) sono non solo molto anteriori ai vangeli gnostici ed eretici (che partono dal II secolo inoltrato per arrivare fino al IX), ma anche molto vicini alla vita di Gesù.
Schematizziamo in maniera tale che il lettore possa capire meglio.
Primo: fino a qualche decennio fa gli studiosi erano concordi nel ritenere che i vangeli canonici fossero databili tra gli anni 70 e 90, il che vuol dire che sarebbero stati scritti in un periodo che va dai 35 ai 55 anni dopo la vita di Gesù, cioé in un periodo in cui erano ancora in vita i testimoni oculari dei fatti.
Secondo: recenti studi hanno ulteriormente abbassato la datazione dei vangeli canonici.
Terzo: nel campo linguistico si è dimostrato che i testi in greco dei vangeli canonici che noi possediamo sono la traduzione di testi più antichi scritti in ebraico e in aramaico, ovvero la lingua parlata da Gesù. La dimostrazione verte sulla costruzione di alcune frasi e sull'uso di alcune parole ebraiche che non esistono in greco come "amen", "alleluja", ecc. e sulla costruzione del periodo. Ora –riflettiamo- se la prima redazione è in aramaico, vuol dire che i vangeli canonici sono stati scritti in un periodo in cui l'aramaico aveva ancora un valore, ovvero il periodo dei primissimi anni della Chiesa. Infatti, le comunità cristiane degli anni più lontani dalla vita di Gesù utilizzeranno la lingua greca.
Quarto: risultati utilissimi sono emersi anche nel campo papirologico. La Provvidenza ha donato delle scoperte di frammenti di papiri antichissimi dei vangeli canonici, databili a pochi anni dalla morte e Resurrezione di Gesù: il 7Q5, ritrovato a Qumran; e il P64, conservato nel Magdalen College di Oxford. Diciamo qualcosa sul 7Q5. A Qumran, una località sul Mar Morto, esisteva una comunità di monaci esseni. Tra il 66 e il 68 questi monaci fuggirono da Qumran dopo che gli eserciti romani, al comando prima di Vespasiano e poi di Tito, assediarono Gerusalemme. Questi monaci prima di fuggire decisero di nascondere la loro biblioteca in alcune grotte vicine, con la speranza di tornare al più presto e riprendere i testi. Nel 1947 (quasi 1900 anni dopo!) la Provvidenza volle che un pastore arabo, inseguendo una pecora che si era smarrita (immagine molto evangelica!), entrò in una di quelle grotte e scoprì un vaso pieno di manoscritti antichi. Dette la notizia e molti studiosi si
catapultarono a Qumran. Un frammento trovato nella grotta numero 7 e catalogato con il numero 5 (perciò 7Q5, "Q" sta per "Qumran") ha riservato una grande sorpresa. Nel 1972 un celebre papirologo spagnolo, il gesuita padre José O'Callaghan, scoprì che questo frammento è di un testo del Nuovo Testamento, precisamente si tratta dei versetti 52-53 del capitolo VI del Vangelo di Marco. L'identificazione di padre O'Callaghan è stata confermata dal computer con il potente programma Ibykus contenente tutta la letteratura greca antica. Dunque, certamente il frammento è stato scritto prima del 66-68, cioé quando fu nascosto dai monaci esseni che avevano deciso di fuggire; ma l'esame della scrittura ci dice che è addirittura anteriore agli anni 50, cioé quando lo stile cosiddetto "ornato erodiano", con cui è scritto, non venne più utilizzato. A questo poi si aggiunge che il 7Q5 è una traduzione greca dall'aramaico. Pertanto la prima redazione del Vangelo di Marco fu scritta ben prima del 50, forse ad appena 5-8 anni dalla vita di Gesù!

Facciamo questo esempio: se scrivessi di Mario Rossi che è morto venti anni fa, non potrei permettermi di alterare la verità storica, perché sarebbero ancora in vita coloro che lo hanno conosciuto. E costoro potrebbero benissimo contestarmi ciò che scrivo. Ma se scrivessi di un Mario Rossi vissuto due secoli fa, potrei dire tutto ciò che vorrei, perché nessuno ormai mi potrebbe contestare ciò che scrivo sulla base della testimonianza.
Altro esempio: non bisogna essere storici di professione per sapere che dovendo fare una ricerca su un personaggio, devono essere ricercati documenti quanto più vicini alla sua vita. Se non si trovano documenti vicini, si possono eventualmente utilizzare documenti più lontani, ma con l'onestà intellettuale di dire che c'è un buco tra la vita del personaggio e i documenti trovati. Ma se si trovano documenti vicini e documenti posteriori, non si possono scartare i primi per privilegiare unicamente i secondi. Così non si farebbe storia, ma fantasia!
Ebbene, per conoscere Gesù bisogna rifarsi ai vangeli canonici (Matteo, Marco, Luca e Giovanni), per un motivo molto semplice: perché questi sono i più vicini alla sua vita!
La datazione dei vangeli canonici e il sapere che quelli gnostici ed eretici sono molto posteriori sono argomenti che da soli basterebbero a smontare tutto il romanzo del Codice da Vinci. E' un pò come far cadere il primo tassello di un domino; fatto cadere questo, cadono inevitabilmente tutti gli altri.
Ma – chiediamoci – come mai la figura di Gesù sarebbe stata così alterata nei secoli successivi dai vangeli gnostici ed eretici? Qui possiamo e dobbiamo rispondere coinvolgendo la Fede. Il santo è il capolavoro di Dio e se si vuole colpire l'Artista va imbrattata l'opera d'arte. Allo stesso modo il diavolo ha sempre cercato di rovinare le meraviglie della santità: quale santo non è stato calunniato? Ma se il diavolo cerca di calunniare il santo, a maggior ragione ha sempre tentato di calunniare Colui che è il Santo dei Santi, cioé Gesù.
Ricapitolando: i fatti dimostrano che il Cristianesimo è storico ed è storico il legame di Cristo con la Sua Chiesa, che è quella apostolica, cattolica e romana. La Chiesa, cioé, che da sempre ha avuto l'autorità di giudicare le Scritture.
Insomma, più di dilungarsi nel confutare tutte le sciocchezze presenti nel Codice da Vinci, va ricordato e ribadito che ciò che afferma la Chiesa cattolica è ciò che affermano i vangeli canonici e che questi sono stati scritti da chi ha conosciuto Gesù e ha convissuto con Lui!
Se si vuole, ci si potrebbe fermare qui e non andare più oltre.
Se il lettore ha capito bene e ha conservato nella sua memoria, già l'utilizzazione di questo argomento basta a smontare tutto il romanzo.
Se poi si vogliono più argomenti per contrastare questo romanzo, ecco qualcosa in merito alle singole bugie in esso contenute. Attenzione: per ogni "bugia" si sarebbe potuto dire molto di più, ma questo opuscolo vuole essere solo uno strumento di rapidissima lettura.

PRIMA BUGIA
Maria Maddalena sposa di Gesù
Nel Codice da Vinci si dice che Gesù "doveva" essere sposato, perché la cultura del tempo disapprovava il celibato.
Ciò è falso e viene da chiedersi come mai un docente universitario (Dan Brown) possa dire una simile sciocchezza.
Come sempre schematizziamo per facilitare la comprensione:
Primo: basterebbe ricordare la già citata Comunità degli Esseni a Qumran. Plinio il Vecchio e Giuseppe Flavio attestano che quei monaci (che non erano cristiani ma di fede giudaica) vivevano nella castità completa.
Secondo: lo stesso Giovanni Battista viene presentato dalle fonti come una sorta di eremita, che viveva da solo e nessuna di queste fonti ci dice che il suo vivere da solo fosse, per questo, malvisto.
Terzo: prendiamo delle parole di Gesù dal Vangelo di Matteo (19,12):"Ci sono eunuchi che così sono nati dal ventre della madre; ci sono eunuchi resi tali per mano umana; e ci sono eunuchi che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca." Qui Gesù dice a chiare lettere che per dedicarsi alle cose di Dio bisogna vivere casti. Si potrebbe obiettare: ma è un vangelo canonico. Non vuol dire nulla, perché, secondo Dan Brown, i vangeli canonici non sarebbero di per sé falsi piuttosto sarebbero inutili perché eviterebbero di dire molte cose.
Quarto: dire che Gesù doveva essere sposato perché altrimenti sarebbe andato contro le consuetudine finisce con l'essere proprio una contraddizione per chi afferma che si sarebbe sposato con Maria Maddalena. Sposarsi a trent'anni, quando conobbe la Maddalena, è fuori da tutte le consuetudini ebraiche, ove invece l'uomo si sposava tra i diciotto e i venti anni. José Antonio Ullate Fabo nel suo libro Contro il Codice da Vinci (Sperling & Kupfer Editori, 205, pp.91-92) scrive: "Che senso avrebbe che Gesù fosse arrivato celibe a trent'anni e si fosse sposato solo allora? Se davvero il celibato fosse stato uno scandalo insopportabile per gli ebrei, come sostengono i sapienti personaggi di Brown, quando Gesù fosse arrivato all'età giusta per prendere moglie san Giuseppe e la Vergine gli avrebbero trovato una ragazza di Nazaret, e si sarebbe sposato con lei prima dei diciotto anni, per esempio. La cosa assurda è voler vedere 'sensato' il matrimonio con Maria Maddalena quando è la cosa più inverosimile."

SECONDA BUGIA
Costantino avrebbe inventato la divinità di Cristo
Dan Brown dice che Costantino (280-337) avrebbe voluto la divinizzazione di Gesù per legittimare ancor più il Cristianesimo e farne la religione dell'Impero per rafforzare l'Impero stesso. Costantino per "divinizzare" Gesù avrebbe utilizzato il Concilio di Nicea (325), dove –dice Brown- si raggiunse questa decisione grazie ad un solo voto di maggioranza.
Primo: non fu Costantino a fare del Cristianesimo la religione ufficiale dell'Impero, ma Teodosio con il famoso Editto di Tessalonica del 380.
Secondo: le fonti ci dicono che i vescovi che parteciparono al Concilio di Nicea furono tra i 250 e i 318...e altro che maggioranza di un voto! A votare contro la definizione della consustanzialità (cioé il Figlio è Dio come il Padre) furono solo due vescovi: Teone di Marmarica e Secondo di Tolemaide (cfr.A.TORNIELLI, Processo al Codice da Vinci, Milano, 2006, p.125).
Terzo: nel Concilio di Nicea si discusse sì della divinità di Cristo ma non perché questa costituisse una novità, bensì perché questa convinzione era minacciata dalla diffusissima eresia ariana che negava appunto il Mistero dell'Incarnazione. La fede nella divinità di Gesù era pienamente presente e diffusa sin dall'inizio.
Quarto: i vangeli canonici (che abbiamo visto essere stati scritti immediatamente dopo la vita di Gesù) lo attestano chiaramente. Oltre al classico esempio del prologo di San Giovanni: "In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio...", ci sono tante altre espressioni in cui Gesù si fa uguale al Padre, per esempio: "Io e il Padre siamo una cosa sola" (Giovanni 10,30). Obiezione: ma come mai nei Vangeli abbiamo anche dichiarazioni in cui Gesù si fa inferiore al Padre? La risposta è semplice. Quando a Gesù chiedono qualcosa riguardante il suo essere, risponde come Verbo facendosi uguale al Padre; quando invece chiedono qualcosa sulla sua missione, non risponde solamente come Verbo ma come Verbo incarnato; e Il Verbo incarnato non è coeterno al Padre, ma ha avuto inizio nella storia: nel grembo della Vergine Maria!

TERZA BUGIA
Costantino avrebbe occultato i "veri" vangeli
Altra bugia di Dan Brown: Costantino, sempre con il Concilio di Nicea, avrebbe deciso l'occultamento dei vangeli gnostici e ufficializzato quelli che oggi vengono chiamati canonici (Matteo, Marco, Luca e Giovanni).
Anche in questo caso Dan Brown prende (o vuole prendere) una cantonata.
Primo: le fonti ci dicono che il Concilio di Nicea non si è occupato del canone delle Scritture.
Secondo: già nella metà del II secolo il canone delle Scritture del Nuovo Testamento in vigore era pressoché uguale a quello definitivo. Ricordiamo che nella seconda metà del II secolo mancavano ancora 150 anni all'impero di Costantino!
Terzo: Dan Brown dimostra di non conoscere il cosiddetto Frammento muratoriano, chiamato così perché prende il nome da Ludovico Antonio Muratori che nel 1740 scoprì questo documento che risale all'VIII secolo e dove si parla di Pio (è Pio I), vescovo di Roma morto nel 157 e anche dell'esistenza dei quattro vangeli di Marco, Luca, Matteo e Giovanni, degli Atti degli Apostoli attribuiti a Luca e delle tredici Lettere di Paolo. Dove però il Frammento è interessante è quando elenca alcuni criteri di selezione per i testi canonici. Primo tra tutti l'antichità (cioé devono essere il più possibile vicini ai fatti narrati). Con questo criterio tutta la produzione gnostica ed eretica va a carte quarantotto!
Quarto: non c'è solo il Frammento muratoriano. Nella sua Storia ecclesiastica, che Eusebio di Cesarea scrisse nel 325, è scritto che nel II secolo (quindi molto prima di Costrantino!) nelle Chiese d'Oriente le Scritture lette erano: i quattro Vangeli canonici, gli Atti degli Apostoli, le Lettere di Paolo, le prime Lettere di Pietro e di Giovanni...e anche alcuni scritti che non saranno poi inclusi nel canone definitivo. Ma tra questi ultimi non compaiono affatto i vangeli gnostici ed eretici!

QUARTA BUGIA
L'antichità e la storicità del Priorato di Sion
Dan Brown dice che per difendere il segreto della vera vita di Gesù e la sua discendenza, nel corso della storia sarebbe nata una misteriosa organizzazione: Il Priorato di Sion. La nascita risalirebbe – sempre secondo Dan Brown - nientedimeno che al 1099 con il re crociato Goffredo di Buglione. Al Priorato sarebbero stati collegati i Templari e successivamente anche la Massoneria. Molti uomini illustri sarebbero stati Gran Maestri di questa associazione segreta. Fra questi Leonardo da Vinci, che ne sarebbe stato a capo tra il 1510 e il 1519. Questo Priorato di Sion sopravviverebbe ancora oggi e sopravviverebbero anche i discendenti di Gesù in famiglie aventi soprattutto i cognomi Plantard e Saint Clair.
Primo: il Priorato di Sion, come sigla, non è comparso in pieno medioevo (nel 1099) per poi rimanere per tanti secoli nascosto, ma è comparso nel 1956: dunque "solo" (si fa per dire!) 900 anni più tardi!
Secondo: non fu fondato da Guglielmo di Buglione, ma da un Plantard, precisamente da c(1920-2000), un personaggio tutt'altro che di nobili imprese come Goffredo di Buglione. Pierre Athanase Plantard fu prima sostenitore del governo collaborazionista di Vichy e ammiratore di Adolf Hitler; poi, tra il 1956 e il 1957, dovette scontare dodici mesi di carcere perché accusato di corruzione di minorenni, tant'è che la moglie volle divorziare da lui.

QUINTA BUGIA
Un codice segreto nelle opere di Leonardo da Vinci
Leonardo da Vinci, Gran Maestro del Priorato di Sion, avrebbe nelle sue opere lasciato indizi di questa sua appartenenza. E' vero? Assolutamente no.
Primo: Judith Veronica Field, docente alla University of London e presidentessa della Leonardo da Vinci Society, ha dichiarato "assurda" l'idea che nelle opere leonardiane vi sia un codice segreto.
Secondo: le inesattezze di Dan Brown sulle opere leonardiane sono tali che parlare di una sua così grande conoscenza da esser capace di individuare o di avvalorare un codice segreto è quanto mai fuori posto. Sentite questa: Dan Brown nel suo romanzo dice che il quadro di Leonardo La Vergine delle rocce è alto un metro e mezzo, quando invece è più di due metri! In un suo articolo Rino Cammilleri (Il Timone, n.39) cita Cynthia Grenier che sul Weekly Standard dell 22.9.2003 ha scritto su Dan Brown: "Per favore, qualcuno fornisca a quest'uomo e ai suoi editori le lezioni di base sulla storia del cristianesimo e una cartina geografica." E Peter Millar, sul Times del 23.6.2003: "Questo libro è, senza dubbio, il più stupido, inesatto, poco informato, stereotipato, scombinato e popolaresco esempio di 'pulp fiction' che io abbia mai letto."
Terzo: una considerazione che non ci sembra peregrina, ma che nessuno ha fatto. Dan Brown dice che nell'Ultima Cena di Santa Maria delle Grazie, colui (anzi colei) che sta a fianco non sarebbe Giovanni ma la Maddalena, ciò perché il personaggio ha un volto troppo femminile. La risposta sta nel fatto che Giovanni era il discepolo giovane, che aveva conosciuto Gesù direttamente e non come gli altri che avevano "vissuto" e alcuni erano anche sposati. Ma poi (ecco la considerazione): se fosse realmente la Maddalena, perché in questo affresco i personaggi sono tredici e non quattordici? Se a fianco a Gesù fosse la Maddalena, sarebbero dovuti essere in quattordici!

SESTA BUGIA
La veridicità di fantasiosi documenti
In una pagina (precisamente la 9 dell'edizione italiana, che poi – guarda un pò - nelle successive ristampe è stata modificata) si afferma che tutta la storia sarebbe confermata da documenti inoppugnabili, documenti che sarebbero stati ritrovati nel 1975 nella Biblioteca Nazionale di Parigi.
Primo: i documenti sono stati sì ritrovati, ma – come ampiamente dimostrato per ammissione degli stessi interessati - questi documenti sono stati "ritrovati" proprio dalle persone che li avevano nascosti nella stessa Biblioteca.
Secondo: è certissimo – come conferma il noto studioso Massimo Introvigne - che non si tratta di documenti antichi ma di falsi moderni.

CHE COSA DAVVERO VUOL DIRCI IL CODICE DA VINCI?

Accanto alle bugie nel Codice da Vinci ci sono delle verità?
Più che verità, si può dire che questo romanzo mette in evidenza alcune verità nascoste, che pochi dicono...ma che sono verità.
Certamente il romanzo, e più ancora il film, sono una grande e riuscitissima operazione commerciale, ma – a nostro parere - non sono solamente questo.
Il racconto, così come è costruito, giocando in maniera molto ambigua sull'elemento né del falso né del vero ma del "verosimile" si rende funzionale ad un progetto. Un progetto che si esprime a sua volta funzionale al radicamento e al trionfo di una mentalità ben precisa.
Per semplificare si può utilizzare questo esempio: s'immaginino due fiumi che scorrono per affluire e dare acqua ad un grande lago. I fiumi sono due "correnti" che insieme si rendono funzionali al raggiungimento di una mèta ben precisa, che è il trionfo di quella mentalità a cui abbiamo alluso prima.

I DUE FIUMI:
IL RELATIVISMO E IL SINCRETISMO

I due fiumi sono il relativismo e il sincretismo.
Il relativismo è la convinzione che la verità debba ridursi ad opinione: non possono esistere verità assolute, ma tutto è relativo e discutibile.
Il sincretismo è la convinzione che le religioni possano o debbano fondersi. Oggi è molto diffusa la religione fai-da-te: mi piace qualcosa del Cristianesimo, me lo prendo; mi piace qualcosa del Buddismo, me lo prendo; mi piace qualcosa del Taoismo, me lo prendo; ecc...poi si mescola il tutto e viene fuori una religione a proprio gusto.
Con il relativismo e il sincretismo il Cristianesimo si nullifica. Che ne rimane della frase di Gesù: Io sono la via, la verità, la vita? Con il relativismo Gesù non è più la verità, ma una verità; e con il sincretismo non è più la via e la vita, ma una via e una vita.
Il Codice da Vinci cerca di ridurre il Cristianesimo da "fatto" a "mito", attaccando i suoi fondamenti storici. Ma se il Cristianesimo diviene mito e Gesù un personaggio mitico, allora se ne annulla qualsiasi pretesa totalizzante e assoluta.

IL GRANDE LAGO:
il trionfo della gnosi

Abbiamo visto come il Gesù di Dan Brown non è il Dio incarnato ma una sorta di predicatore, di capo-popolo, che però aveva un'idea ben precisa. L'idea era quella di voler restaurare, anche in Palestina (la terra del monoteismo per eccellenza) l'antico culto del femminino sacro, legato a sua volta al culto della Grande Dea. Dunque, un Gesù non cristiano ma paradossalmente pagano.
Ebbene, questa esaltazione del paganesimo è perfettamente coerente con la mentalità gnostica.
Per chi non lo sapesse già, con il termine Gnosi s'intendono tutte quelle credenze pseudo-religiose che ritengono che l'uomo possa raggiungere la salvezza attraverso la conoscenza (gnosis, infatti, vuol dire "conoscenza").
La Gnosi (che preesisteva al Cristianesimo e che poi ha cercato di contaminarlo) crede in un divino impersonale (chiamato pleròma o plèroma a secondo dell'accentuazione latina o greca). Da questo divino impersonale sarebbero venute fuori delle "scintille" spirituali, che poi sarebbero state "imprigionate" nella materialità (cioé nei corpi) da un dio inferiore, una sorta di demiurgo cattivo.
Stando così le cose, per la Gnosi l'uomo avrebbe una componente divina (il suo spirito), ma questa componente divina sarebbe purtroppo "imprigionata" in un corpo. Concezione, questa, diametralmente diversa da quella cristiana che invece concepisce l'uomo come sintesi di spirito e corpo.
Ma per la Gnosi chi sarebbe questo demiurgo cattivo? Il Dio tradizionale e personale. E, per quanto riguarda il Cristianesimo, sarebbe Colui che viene chiamato Dio Padre!
La Gnosi, dunque, dice all'uomo che non solo non è inferiore a Dio, ma che lui stesso è Dio; e perché questo si realizzi pienamente, l'uomo deve quanto prima spogliarsi della sua individualità e corporeità.
A questa conoscenza specialissima (convincersi di essere Dio nel proprio spirito) possono aspirare in pochi (ecco perché la Gnosi è il comune denominatore di molte sette esoteriche) ma questa conoscenza, e solo questa, permetterebbe la vera salvezza.
Ora –è chiaro- questa pretesa gnostica va di pari passo con la mentalità moderna e postmoderna che esigono che l'uomo trovi solo in se stesso la risposta e il senso della sua vita; che esigono che l'uomo non si assoggetti a nessuna autorità (Dio), ma che faccia di se stesso e della sua coscienza l'unico criterio di giudizio.
Ma torniamo al Gesù di Dan Brown. Egli non è il Dio incarnato ma si presenta molto vicino al Gesù così come lo ha pensato e lo pensa la Gnosi, cioé un uomo specialissimo che è riuscito ad arrivare alla "vera conoscenza", cioé al fatto che l'uomo è Dio.
Il "sang réal", di cui parla il romanzo, non è altro che la "vera conoscenza" che deve trasmettersi in coloro che credono in questo vero Gesù, così come il sangue si trasmette di generazione in generazione.

CONCLUSIONE

Che dire? Che ancora una volta viene tradita quella sofferenza grandissima e specialissima che il Signore Gesù ha offerto per tutti noi. Viene tradita perchè se ne stravolge il significato, ma soprattutto perché se ne respinge il senso meraviglioso.
Qual é questo senso meraviglioso? E' un Dio che si è fatto uomo per accompagnare l'uomo nell'avventura del suo esistere, redimerlo dal più grande problema (che è il peccato!) e condurlo alla Salvezza. E' un Dio che si è fatto vittima per indicare all'uomo la strada dell'amore...è un Dio che ha teso e tende le sue braccia per rialzarci e sostenerci.
Il tradimento è ancora quello di sempre: rifiutare quella Compagnia, quel Sangue, quella Sofferenza, quelle Braccia...per illudersi di fare di se stesso il proprio Salvatore!



CODICE, CARI CATTOLICI C'È POCO DA RIDERE
Questo film non è un'opinione su Gesù. Ma un vero e proprio tentativo molto applaudito di espiantare il cuore della nostra civiltà cristiana...
di Renato Farina - Libero 24 maggio 06
C'è una grande regola nella vita. Quando ti dicono bravo, mentre altri ti stanno infilando qualcosa diciamo tra le costole, qualcosa non va. Forse non sei stato tanto bravo, forse sei bravo solo perché lasci fare. Parlo del "Codice da Vinci" e dei complimenti che si sono meritati cattolici per il loro fair play. La cosa non mi convince. Possibile che il politicamente corretto si sia infilato come undicesimo comandamento persino là dove dovrebbe valere la regola del sì sì no no? Il film intanto è un successone. Come e più del libro. La macchina per il lancio di queste merci para-religiose è stata lei sì veramente leonardesca. Una trappola meravigliosa. Parte da due fatti: Gesù interessa sempre, la Chiesa piace poco. Per cui qualsiasi cosa facessero o dicessero prelati o uomini ritenuti di Chiesa, si risolveva per forza in una curiosità rafforzata e in un successo commerciale. Io mi domando però. Com'è possibile che questo nostro popolo cattolico in Italia e comunque cristiano in Occidente conosca così poco Gesù, e non creda abbia sofferto sulla croce? Adesso che abbiamo imparato che nemici del nostro modo di vivere odiano il simbolo della croce in special modo, anche noi accettiamo con un sorriso l'idea che sia una bambinata atroce e non ci sia mai stata, comunque non con Gesù appeso? Bisognerebbe informare Bin Laden, forse ci lascerebbe in pace, siamo scivolati nel nichilismo gaio per cui la salvezza anche secondo Gesù è un buon orgasmo... Questo è il massimo della cultura popolare ancora interessata a Gesù... Non ci credo. Comunque non c'è da essere contenti. I contenuti proposti dal romanzo e dalla pellicola, al di là della trama da poliziesco, sono sintetizzabili in questo modo ammetto un po' rozzo:
1) I Vangeli sono stati scritti da falsari.
2) Gesù non è morto in croce e neanche risorto.
3) Si è sposato con Maddalena ed è scappato in Francia, dove ha avuto figli.
4) Maddalena era stata nominata da Gesù suo successore.
5) La discendenza di Gesù e Maddalena è la stirpe dei re Merovingi. Il luogo della divinità cercato nel Medioevo con il nome di Santo Graal è questo Sangue Reale (Sang Réal).
6) Pietro l'ha giurata a Maddalena, per questo si è inventato con i suoi compari il cristianesimo.
7) Altro che battesimo e sacramenti, confessione e comunione. Il culmine del cristianesimo consiste in una pratica sessuale complicata, una specie di prostituzione sacra, che mette in contatto grazie al piacere amoroso con il divino.
8) Questa è la vera religione, tramandata segretamente da una casta di sapienti tra cui Leonardo da Vinci.
9) I Papi e l'Opus Dei sanno tutto, ovviamente. Per mantenere il potere tengono viva la loro (poco) pia frode, nascondendo la verità a costo di omicidi. Potrei arrivare a dieci, uno più pignolo arriverebbe a settanta volte sette: ma non voglio dare soddisfazione a Dan Brown parificando il suo lavoro alle tavole di Mosè o al numero di volte che bisognerebbe perdonare secondo il Vangelo.
D'accordo: perdonare. Ma qui si è scambiata l'attitudine evangelica a porgere l'altra guancia con quella di lasciar menare tranquillamente nostro Signore, la verità della sua persona. Per non parlare della Chiesa trattata come una masnada di briganti e assassini. Non si può lasciar fare increspando gentilmente le labbra. Scusate l'ardire, ma i cattolici hanno questa convinzione che coincide con quanto più caro hanno: che offendere la Chiesa sia violare il corpo stesso di Cristo. Che cosa bisognava fare allora? Escludo gesta di tipo islamico come incendiare i cinema dove si proietta l'evento o la casa editrice Mondadori che ingrassa in questo mercato blasfemo. Qui in Occidente c'è la libertà, anche di sparare balle grandi come una casa. Per fortuna non c'è più l'inquisizione eccetera. Ok. Ma da qui alla rinuncia a qualsiasi opposizione culturale, fa spavento. Mi sarebbe piaciuto qualche intervento pesante di un rabbino capo, di un imam. Oppure di un manipolo di laici così propensi oggi ad impugnare la croce. Ehi, su quella croce c'era inchiodato Gesù ed è risorto, non è un logo elaborato da qualche creativo. Lì c'è dentro la nostra essenza, la nostra speranza. Io so che molti, tra i semplici fedeli, le suore che ancora si vedono sugli autobus con le loro sporte, sono restati male di questo successo di massa del film. Non per loro, ma per Gesù. E poi perché ci sono tanti creduloni. Gli dispiace non ci sia rispetto tra molti per quanto è stato loro tramandato dalle generazioni. E si possa far tutto, perché tutto è uguale. Bisognerebbe lanciare una bella battaglia culturale. Accidenti. Questo film non è un'opinione su Gesù. Ma un vero e proprio tentativo molto applaudito di espiantare il cuore della nostra civiltà cristiana. Essa non coincide con una morale dell'amore, ma con il bel racconto (evangelo) di un fatto storico. Incontrando quella persona ieri e oggi c'è la possibilità di essere uomini. Invece niente. Si lascia fare, con un sorriso. Possibile che tutti parlino di croce e di Gesù solo per reazione agli islamici, e invece guardino con benevolenza alle offese alla figura di Cristo? Don Brown è un'occasione per lottare contro l'ignoranza su Gesù - dicono i vescovi. Giusto. Altri fustigano: peggio di Dan Brown sono certi teologi. Sottoscrivo. Ma intanto qui abbiamo Dan Brown e non possiamo sorridergli mentre tira sotto il suo camion le verità della nostra vita, solo perché qualcuno prima ci ha già provato con il bulldozer. Io mi ribello a questa logica dell'acqua di rose sparsa sulle ferite. Dinanzi allo scempio, non apprezzo che il Corriere della Sera in prima pagina esalti come vittoriosa la strategia del sorriso. Per una volta anche i vescovi hanno meritato affettuosi complimenti. Nell'articolo di Gianni Riotta c'erano molti elogi all'Opus Dei e ai cattolici per la trasparenza. È nella glasnost alla Gorbaciov l'essenza del cristianesimo? Secondo me, ora gli Alti Papaveri della cultura e del giornalismo auspicherebbero una telefonata del Papa a Dan Brown, per riconoscerne il trionfo. Chi non ci sta alzi la mano.

TEMO PIU' CERTI TEOLOGI CHE "IL CODICE DA VINCI" 01.05.2006 - da Antonio Socci.it

"Il fumo di Satana è entrato nel Tempio di Dio", disse drammaticamente Paolo VI. E anche Papa Ratzinger ci mette in guardia dagli Anticristi che sono fra noi, più insidiosi di certi attacchi calunniosi dei nemici esterni (come il romanzo di Dan Brown). Per esempio sulla Resurrezione…
Ci ha pensato il Papa, ieri all'Angelus, a chiarire anche il problema relativo a Dan Brown e al suo dozzinale polpettone, "Il Codice da Vinci". Ma prima di vedere cos'ha detto precisamente Benedetto XVI (perché vi sorprenderà), facciamo il punto. L'altroieri monsignor Angelo Amato, segretario della Congregazione per la dottrina della fede, ha stroncato questo libro come una storiella fatta di "calunnie, offese ed errori che se fossero stati indirizzati al Corano o alla Shoah avrebbero provocato, giustamente, una sollevazione mondiale", ma siccome sono "rivolti alla Chiesa e ai cristiani rimangono impuniti". Amato ha suggerito che almeno i cattolici evitino di finanziare l'autore di questo "romanzo pervicacemente anticristiano" e gli autori del film ad esso ispirato. Ha chiesto ai cattolici il "rifiuto della menzogna e della diffamazione gratuita", in sostanza: "spero che tutti voi boicottiate quel film".
E' il minimo. Ma ieri il radicale Daniele Capezzone ha subito lanciato la sua fatwa da Radio Radicale tuonando: "oscurantismo". Cosa dovrebbero fare i cattolici? Subire questa "diffamazione gratuita" e andare pure al cinema a finanziare gli ideatori di questa aggressione mediatica? Non mi risulta che i radicali facciano così quando si sentono bersagliati da calunnie. Anzi, contrattaccano con tutti i mezzi a loro disposizione. E fanno bene, ovviamente, ne hanno il diritto. Come qualunque altro gruppo umano. Soprattutto se perseguitato come sono oggi i cristiani nel mondo. Spero che nessuno domani accusi di "oscurantismo" le comunità ebraiche se verranno trasformati in film certi libelli calunniosi e alcuni intellettuali ebrei inviteranno a non andare al cinema. E' il minimo che possano fare. Ma ieri sulla prima pagina della Stampa c'era un editoriale di Gian Enrico Rusconi – noto intellettuale laico - che andava perfino oltre Capezzone. Egli ha ammesso che la storiella inventata da Dan Brown è "avventurosa e calunniosa", ma ha spiegato che i cattolici non devono fare le "vittime", non devono reagire alle calunnie e anzi devono unirsi al suddetto Brown per demolire anch'essi la Chiesa. Rusconi ha anche ironizzato su "l'onore offeso" dei cattolici: lo scrive fra virgolette quasi che l'onore dei cattolici non esista o comunque non meriti tutela.
Ma il suo messaggio forte è quell'invito ai cattolici all'autodemolizione. Parafrasando Marx è come se Rusconi avesse detto: cattolici di tutto il mondo, suicidatevi. Che poi è la celebre "profezia" di Antonio Gramsci: "il cattolicesimo democratico fa ciò che il socialismo non potrebbe: amalgama, ordina, vivifica e si suicida". Praticamente una biografia di Prodi e compagnia, da Dossetti fino alle elezioni del 9 aprile scorso. Ma il problema non riguarda solo la politica: riguarda soprattutto la fede e dunque la teologia (che per la Chiesa è ben più importante).
Rusconi è così a digiuno di cattolicesimo che non sa nemmeno che proprio questo "suicidio", da decenni, è il vero problema del mondo cattolico. Una quantità di teologi, "intellettuali cattolici" e "pastori" si sono accodati al mondo, a balorde teorie mondane e a ideologie assurde (dalla vulgata marxista della teologia della liberazione, alla fissa psicoanalitica, dalla gnosi di un certo ecumenismo conciliare, all'esegesi storico-critica di Bultmann).
Già Paolo VI lo denunciò con parole pesantissime: "da qualche parte il fumo di Satana è entrato nel Tempio di Dio… L'apertura al mondo fu una vera invasione del pensiero mondano nella Chiesa". Ed ancora nel 1974, con dolore, il papa parlò di "coloro che tentano di abbattere la Chiesa dal di dentro". In un famoso colloquio con Jean Guitton, Paolo VI usò toni quasi apocalittici. Ricordò la frase di Gesù nel Vangelo di Luca: "quando il Figlio dell'Uomo tornerà, troverà ancora la fede sulla terra?". La applicò ai giorni nostri. Disse: "Ciò che mi colpisce quando considero il mondo cattolico, è che all'interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non-cattolico, e può avvenire che questo pensiero non-cattolico all'interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa".
Con il vigoroso pontificato di Giovanni Paolo II e il lavoro ventennale del cardinale Ratzinger è stata compiuta un'opera immane, di ritorno all'ortodossia: specialmente nella fede del popolo cristiano che oggi non appare più così subalterno a ideologie mondane. Ma il ceto intellettuale e teologico lo è. Proprio alle loro fumisterie dottrinali era rivolto il messaggio del papa all'Angelus di ieri: "La risurrezione di Cristo è il dato centrale del cristianesimo, verità fondamentale da riaffermare con vigore in ogni tempo, poiché negarla come in vario modo si è tentato di fare e si continua a fare o trasformarla in un avvenimento puramente spirituale, è vanificare la stessa nostra fede. 'Se Cristo non è risuscitato – afferma san Paolo – allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la nostra fede' (1Cor, 15, 14) ".
Secondo l'agenzia AsiaNews in queste parole "alcuni hanno voluto vedere un indiretto riferimento anche al 'Codice da Vinci' ". Ma la mia impressione è che, oltre a quel libro, siano rivolte soprattutto al mondo ecclesiastico e teologico che – sotto fumisterie heideggeriane – continua a mettere in discussione il fondamento della fede cristiana - la resurrezione nella carne di Gesù Cristo – trasformando questa "carnalissima" vittoria sulla morte in un concetto spirituale. Su questo la Chiesa si gioca il fondamento. Già nel 1970 Paolo VI – di fronte all'autodemolizione scatenata nel dopo Concilio – volle realizzare un grande simposio internazionale sulla resurrezione.
Il Papa sottolineò i capisaldi storici della testimonianza degli apostoli: la tomba trovata vuota e le apparizioni di Gesù risorto. Veramente risorto nella carne, come appurò san Tommaso, che era incredulo, mettendo le dita nelle grandi ferite del suo corpo. Paolo VI a questo punto volle scandire bene proprio queste parole: "Il fatto empirico e sensibile delle apparizioni pasquali". Ed aggiunse un monito che colpì molti: "Se non manteniamo la fede in questo fatto empirico e sensibile trasformiamo il cristianesimo in una gnosi".
Guarda caso quando nel 1974 uscirono gli Atti del Simposio, pubblicati dalla Libreria editrice vaticana, dall'allocuzione pontificia era sparita proprio quella frase. Si disse: "perché fu pronunciata a braccio…". Ma molti ne furono colpiti. Perché era la metafora di ciò che stava accadendo nel mondo ecclesiastico. Molti anni dopo, nel 1992, per la rivista "30 Giorni", realizzai un'inchiesta e scoprii che quasi tutto il mondo teologico più potente (compresi due teologi tedeschi che poi hanno fatto carriera) andava per la sua strada. Rosino Gibellini, molto importante nel mondo teologico italiano, mi disse apertamente: "la critica di Rudolf Bultmann ai racconti delle apparizioni del risorto è ormai universalmente accettata da tutti i teologi moderni".
Ecco a chi erano rivolte e come si spiegano le parole di ieri di Benedetto XVI. Il quale penso che tema molto più l'avvelenamento delle sorgenti operato dall'interno della Chiesa che non gli attacchi esterni, in fondo risibili, come quello di Dan Brown. Una volta, quando era ancora cardinale, Ratzinger intervenne a un convegno di esegeti e con la sua voce dolce e mite esordì con una bomba atomica: "Nella 'Storia dell'Anticristo' di Wladimir Soloviev, il nemico escatologico del Redentore si raccomanda segnatamente ai credenti per aver ottenuto il proprio dottorato in Teologia a Tubinga e per aver scritto un'opera esegetica che gli vale il riconoscimento di pioniere in questo campo. L'Anticristo, celebre esegeta! Con questo paradosso Solovev – circa cento anni fa – ha messo in luce l'ambivalenza che caratterizza l'esegesi biblica moderna".
Più chiaro di così non si può. L'Anticristo non è uno dei tanti diffamatori esterni, che attaccano la Chiesa da fuori. Ma un celebre teologo. La Chiesa non ha paura dei nemici esterni perché ha la promessa che mai prevarranno, ma teme solo la demolizione della fede dall'interno: "quando il Figlio dell'Uomo tornerà troverà ancora la fede sulla terra?".
Un anno fa anche il cardinal Ratzinger, scrivendo per papa Wojtyla la Via Crucis del venerdì santo, ricordò quelle terribili parole di Gesù. E disse che Gesù trovò la risposta quando si trovò inchiodato sulla croce. Tutti i suoi se n'erano scappati. Ma era rimasta Maria: "I discepoli sono fuggiti, ella non fugge. Ella sta lì, con il coraggio della madre, con la fedeltà della madre, con la bontà della madre e con la sua fede che resiste all'oscurità…. Sì, in questo momento egli lo sa: troverà la fede. Questa, in quell'ora, è la sua grande consolazione".
Non è un caso se dall'oscurità degli anni Settanta la fede è rinata grazie a un papa totalmente mariano, grazie ai santuari mariani (da Lourdes a Medjugorje), grazie a movimenti e opere (come Radio Maria) nati sotto la protezione della Madonna. Perciò ieri il papa, parlando del mese di maggio, dedicato alla Vergine ha chiesto di "riscoprire la funzione materna che Lei svolge nella nostra vita, affinché siamo sempre discepoli docili e testimoni coraggiosi del Signore risorto. A Maria affidiamo le necessità della Chiesa e del mondo intero, specialmente in questo momento segnato da non poche ombre".
Non a caso Maria è così malsopportata da tutti i modernismi teologici.


IL CODICE DA VINCI : "SUMMA" DI ERRORI STORICI E TEOLOGICI
Ercolina Milanesi

Fantascienza o realtà il libro di Dan Brown ? Perché il Vaticano ha tanta paura di un romanzo come "Il Codice da Vinci " ?
A questa domanda ha risposto il cardinale arcivescovo di Genova, Tarcisio Bertone, nel corso di un convegno interamente dedicato al best seller di Dan Brown.
" Questo libro pasticciato può fare dei danni. Il problema principale è l'ignoranza dei cristiani e dei cattolici – ha detto il cardinale – Brown è un romanziere che da l'impressione di distribuire pillole di verità, ma non è così. Diffonde menzogne. Il nostro amore per la verità ci spinge ad affrontare questo problema, come disse Gesù, "la verità vi farà liberi".
L'arcivescovo di Genova ha quindi esaminato alcuni punti teologici e storici che la Chiesa ritiene vengano forzati nel romanzo: " Non è vero che i quattro Vangeli sono stati approvati da Costantino nel 321 d.C., già nel Codice Muratoriano del 190 d.C. erano stati considerati la parola del Signore. I quattro Vangeli sono i più antichi e documentati e anche i più storici e danno un resoconto vero di quello che è stata la passione di Cristo. Ebbene, nel "Codice da Vinci" c'è la negazione del dato centrale del Cristianesimo: la passione, la morte e la risurrezione di Cristo ".
Ma il cardinale Bertone ha pure ammesso che la Chiesa cattolica è intervenuta in ritardo rispetto, ad esempio, alle confessioni protestanti che subito dopo l'uscita del libro hanno avuto reazioni molto dure. Inoltre aggiunge che siamo sì arrivati in ritardo, ma la Chiesa non ha più l'Indice dei libri proibiti e si fida della coscienza matura dei cristiani, ma questo libro così confuso può solo nuocere e creare patema d'animo in chi non ha la fede più assoluta e ben radicata.
Al convegno era presente una folla di giornalisti italiani e stranieri. Massimo Introvigne, uno dei maggiori studiosi nel campo delle sette esoteriche è intervenuto per spiegare dettagliatamente quelli che ritiene siano gli errori storici e teologici di Dan Brown: dalla presunta segretezza dei Vangeli cosiddetti "apocrifi", che in realtà sono acquistabili in qualsiasi libreria, ai presunti documenti rinvenuti alla Biblioteca Nazionale di Parigi, che proverebbero la discendenza di Gesù e dalla sua sposa, Maria Maddalena ( come dice il libro di Brown ), della dinastia francese dei Merovingi, " documenti riconosciuti falsi perfino da chi li aveva materialmente costruiti", ha spiegato Introvigne.
Lo studioso ha poi smontato la teoria del Priorato di Sion, associazione che secondo Brown ha appunto il compito di custodire il segreto e la discendenza dei Merovingi che venne costituita da tale Plantard nel 1951, un uomo che fu poi uno dei tre autori dei falsi documenti che vennero depositati alla Biblioteca Nazionale di Parigi.
Massimo Introvigne, uno dei migliori studiosi nel campo delle sette esoteriche, ha vivisezionato il libro, mettendone in luce quelle che secondo lui sono le caratteristiche più significative.
Il cardinale Bertone ha chiuso la serata ribadendo che la Chiesa " non ha paura ma ama e vuole la verità"

MONSIGNOR AMATO PARLA DE "IL CODICE DA VINCI" E DEL "VANGELO DI GIUDA"
Il fatto che la Chiesa sia l'unica istituzione a difendere esplicitamente le questioni fondamentali per l'uomo spiega i tentativi di screditarla attraverso le calunnie, sostiene il Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede.
L'Arcivescovo Angelo Amato ha riflettuto mercoledì ai microfoni della "Radio Vaticana" su due pubblicazioni recenti: "Il Codice Da Vinci" e il "Vangelo di Giuda".
"E' un fatto che oggi si possa impunemente sparlare del Papa, come si sta facendo in Germania, con un cartone animato. Si può anche falsificare a piacimento la storia del cristianesimo, senza un minimo, non dico di rispetto religioso, ma di elementare etica storica", ha avvertito.
In questo senso, il contenuto delle suddette pubblicazioni, "privo di fondamento reale", "sembra una vera e propria diffamazione nei confronti della Chiesa e intesa a screditare la Chiesa".
Questa intenzione, per il presule, si spiega perché la Chiesa è "oggi la sola a proteggere chiaramente, esplicitamente, la vita umana dal suo sorgere al suo tramonto, la sola a tutelare la famiglia, la sola a dire una parola chiara in temi di etica sessuale e di bioetica, la sola che riproponga il valore dei Dieci Comandamenti".
Quanto a "Il Codice Da Vinci" – il film tratto dal romanzo sta per essere lanciato a livello mondiale –, ha denunciato: "tutto il libro è una proterva distorsione della verità".
"Per esempio, negare la divinità di Gesù e affermare che la inventò il Concilio di Nicea del 325 d.C. significa proprio falsificare la storia", ha constatato.
Monsignor Amato ha ricordato che "già subito dopo la morte e la risurrezione di Gesù, quindi intorno agli anni 40 d.C., la Chiesa così cantava nel famoso inno contenuto nella lettera di San Paolo ai Filippesi": "Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio" (Fil 2,6, ndr).
Per difendere le verità di fede, la Chiesa "continua la sua opera di difesa della dottrina mediante il Magistero del Papa e dei Vescovi" e, attraverso la Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede, "continua a proteggere il popolo cristiano anche mediante la correzione di ipotesi teologiche sbagliate", ha sottolineato.
"Le Chiese e le comunità cristiane dovrebbero parlare più forte, cioè gridare la verità dai tetti, come dice il Vangelo, per arginare la menzogna, che purtroppo usa tutte le armi della persuasione mediatica per ottenere questo consenso di massa", ha poi osservato.


IL DIRITTO DEI CATTOLICI A CONTESTARE (SENZA CENSURE) I MITI DEL CODICE DA VINCI
Corriere della Sera 1 maggio 2006 - di PIERLUIGI BATTISTA
Dicono: il libro di Dan Brown è stato uno strepitoso successo planetario e il tentativo di confutare la ricostruzione contenuta nel Codice da Vinci che sta per approdare nei cinema di tutto il mondo è impresa velleitaria e patetica. Forse, anzi certamente. Ma se la fiction viene presa per buona e se viene letta come incondizionata verità storica il racconto di Dan Brown sui millenari, ancorché criminali, maneggi ecclesiastici per occultare la discendenza di Gesù e Maddalena, ci sarà pure un diritto d'obiezione da parte di chi rivendica e difende il patrimonio storico e dottrinario della Chiesa di Roma? Dicono inoltre: i soliti cattolici intolleranti vogliono accendere il rogo per abbrustolire le pellicole del Codice da Vinci . Ma, come sostiene giustamente Vittorio Messori, non è tipico di una società aperta e liberale contrastare una tesi che si considera diffamatoria, squadernare punti di vista conflittuali, contrapporre opinioni plurali? Gian Enrico Rusconi sulla Stampa contesta la posizione del Segretariato della Congregazione per la dottrina della fede e par di capire che consideri esagerata l'affermazione di Monsignor Angelo Amato secondo il quale quelle di Dan Brown sono «calunnie, offese ed errori che se fossero stati indirizzati al Corano o alla Shoah avrebbero provocato giustamente una sollevazione mondiale». Effettivamente Monsignor Amato sembra annettere un'importanza eccessiva a un romanzo tecnicamente ben congegnato e ricco di quelle peripezie complottarde destinate ad appagare gli appetiti stimolati da una fiction storica che aggiunge mistero al grande Mistero sotteso alla figura di Gesù Cristo. Ma se i cattolici non cedessero alla tentazione censoria, se si astenessero dalla irricevibile richiesta di bloccare l'uscita di un film e di nascondere i manifesti allestiti per pubblicizzarlo, non sarebbe una discreta prova di vitalità culturale una disputa pubblica su qualcosa che i cristiani considerano fonte essenziale della propria identità e nucleo centrale della propria fede?
Se la cultura cattolica mostrasse una capacità reattiva, anche chi non è credente, anzi soprattutto chi non è credente, non potrebbe che esclamare: finalmente, alla buonora. Lo stesso Rusconi ammette che nel lavoro di Brown, che pure a un elementare esame storico-filologico appare un rutilante assemblaggio di leggende borderline , il resoconto affascinante partorito da una mente paranoide, c'è qualcosa che ha «colpito la fantasia dei lettori più di tante dotte analisi storiche». Se il mondo cristiano reagisse energicamente contro questo «qualcosa» dimostrerebbe finalmente di avere molto a cuore le sue radici. Fiction ? Opera di fantasia e dunque irriducibile a una guerra culturale fondata sul criterio del vero o non vero? Ma è proprio sul terreno della cultura popolare che la cultura cattolica ha sempre dimostrato la propria bravura. È sulle suggestioni, sul crinale sottile che divide il mito dalla realtà, che le parole dei cristiani e le immagini dei cristiani hanno saputo esprimere una maestria che, per riprendere l'espressione di Rusconi, ha saputo «colpire la fantasia» non dei «dotti» ma dell'universo umano più vulnerabile agli influssi della narrazione mitologica. Nel mondo contemporaneo, secolarizzato ma ancora assetato di grandi narrazioni in grado di cucire l'esperienza della realtà con quella della fantasia, la narrazione egemone si esprime prevalentemente attraverso la fiction e nella fiction declina un complesso codice logico ed emotivo in cui necessariamente il ruolo del «cattivo» viene rappresentato dalle norme che emanano dall'autorità cattolica. Se i cattolici si chiedessero il perché, sarebbe una buona cosa. Senza censure, ovviamente.



Il cardinale di Genova Tarcisio Bertone invita a non leggere "Codice Da Vinci" di Dan Brown. Ritiene che ci sia un pregiudizio anticattolico che permette e anzi propaganda senza che nessuno si scandalizzi delle falsità gravi sulla Chiesa. E si chiede: se ci fosse un libro altrettanto falso su ebrei o altre "categorie" non si sarebbe sollevato un polverone di indignazione? Bertone, che è di cervello fino (è stato il vice di Ratzinger fino a pochi anni fa) ha molti argomenti dalla sua. Già autorevoli sociologi hanno ravvisato i segni di un "razzismo" anticattolico. Noi non abbiamo la vocazione dei martiri, e tantomeno al lamento. Perciò aggiungiamo all'autorevole richiamo porporato una chiosetta. Ci sono pregiudizi che nascono dall'astio e altri che nascono da impressioni sbagliate o superficiali. Certo c'è chi odia la Chiesa per il messaggio "rivoluzionario" che porta tra gli uomini. E non è una novità. Ma c'è anche una gran parte di persone che dalla Chiesa hanno ricevuto un'impressione di realtà lontana, dai tratti disumani o spesso noiosissimi. Su questa gran parte l'odio di alcuni alligna. Se tutti parlano male di nostra madre, è giusto indignarci e chiedere rispetto. Ma è anche giusto andare da lei e dirle: oh, mamma, ma cos'hai combinato? E mentre ascoltiamo il nostro Vescovo, ascoltiamo cosa diceva il nostro Péguy che dice di Gesù: "Vi era la disgrazia dei tempi, del suo tempo. Egli non incriminò nessuno, egli non accusò nessuno. Egli salvò. Facendo il cristianesimo."
dr

Presa di posizione di Mel Gibson nei confronti de "Il Codice Da Vinci": l'attore newyorchese, fervente cattolico, ha apertamente criticato la pellicola durante un'intervista rilasciata nei giorni scorsi a poche ore di distanza dall'uscita nelle sale del controverso film di Ron Howard. "Quello che mi preoccupa realmente è come la gente creda a tutto ciò che gli viene mostrato nel film. Non sono arrabbiato perchè il Codice mette in dubbio o nega qualcosa su cui baso la mia Fede, ma piuttosto per come rappresenta la questione...è come se spingesse gli spettatori a crederci ad occhi chiusi!". (da www.peoplez.it)

Vi sono i quattro vangeli "canonici" – quelli che leggiamo da secoli e che ascoltiamo proclamare durante la liturgia: sobrietà letteraria, fascino poetico, sintesi di realtà pur mirabili, oggetti di ammirazione e di devozione. Poi vennero i vangeli "apocrifi": racconti più lunghi, fantastici, preoccupati di stupire, protesi alle sorprese più vistose, inclini a una bontà molliccia o a una durezza ferrea: senza equilibrio e senza misura: spesso preoccupati di inventare ciò che i quattro vangeli – veri – non fanno che accennare. La degradazione raggiunge una sorta di ridicolo quando dagli apocrifi si passa ai romanzi ispirati ai vangeli, senza tener conto di alcuna ricerca storica e di alcun approfondimento teologico.
MONS. ALESSANDRO MAGGIOLINI
APPELLO: E' iniziato in modo spontaneo e in diverse parti d'Italia il boicottaggio dei prodotti Sony in vista della programmazione del film blasfemo "Il Codice da Vinci", che in Italia uscirà venerdì 19 maggio 2006.
L'azione consiste nell'invitare tutti i cristiani, non solo i cattolici, a non acquistare alcun prodotto Sony fino al 19 maggio: questo, allo scopo di scoraggiare la distribuzione del film o almeno di ottenere la censura delle parti più offensive nei riguardi della sensibilità religiosa. Moltissime e-mail già denunciano il vilipendio compiuto dal film, ed invitano ad iniziare l'azione di boicottaggio. Se, nonostante il calo delle vendite dei prodotti Sony, il film dovesse uscire ugualmente, il boicottaggio durerà per tutta la durata della programmazione.
A risentire del danno commerciale saranno tutti i prodotti col marchio Sony, dagli articoli fotografici a quelli Hi-FI, dalle autoradio alle videocamere, dai componenti informatici ai computer, dai lettori DVD o MP3 alle TV, dai cellulari ai palmari, dai walkman alle videocamere, dalle stampanti agli scanner, fino ad ogni genere si software. Si tratta quindi di un'iniziativa che non tarderà a far sentire ampiamente i suoi effetti.