IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA O CONFESSIONE

INTRODUZIONE
Questo libretto sul sacramento della Penitenza e della riconciliazione nasce da un'esperienza vissuta a Roma. Fu stampato la prima volta all'inizio degli anni '80. Era stato pensato in particolare per quei giovani e adulti che - essendo attratti da incontri significativi - si accostavano per la prima volta o facevano ritorno, dopo anni di abbandono, alla pratica religiosa. Proprio dai nuovi "convertiti" veniva la domanda di un aiuto per conoscere in modo semplice e conciso l'insegnamento della Chiesa sulla Confessione. Il guaio dei catechismi ufficiali - a quel tempo in circolazione - era la loro inguaribile verbosità. Un mare di parole e sociologismi in cui, alla fine, si faceva persino fatica a scorgere i termini concreti ed essenziali del sacramento: la grazia del perdono, il decalogo e l'esame di coscienza, la distinzione fra i peccati gravi e quelli veniali. Paradossalmente risultò molto più utile il formulano del vecchio Catechismo di san Pio X. Attingendo a questa fonte - e ad altri documenti del Magistero - fu possibile riassumere in poche paginette tutto quanto il comune fedele è tenuto a sapere per vivere sanamente il gesto della Confessione. Non solo i "lontani" ma anche chi frequentava da anni la Chiesa cominciò ad usare il libretto. Molti sacerdoti e numerose comunità cristiane, anche parrocchiali - prima a Roma e poi in altre città -ne fecero richiesta. Una diffusione nata dal basso. Spontanea. Fino ad oggi ne sono state stampate circa duecentomila copie. Un piccolo "caso" editoriale. Che la dice lunga sulla fame di cose semplici ed essenziali presente nel popolo di Dio.
Per venire incontro a questa esigenza 3OGiorni offre ai suoi lettori una ristampa del libretto sulla Confessione. E un tempo strano, il nostro. Mai nella Chiesa e nell'opinione pubblica laica si è parlato così tanto di etica e morale. Eppure mai come oggi i confessionali sono deserti. E solo una minoranza di cattolici è in grado di dire quali sono i dieci comandamenti. Si presenta il cristianesimo come la religione dell'amore, ma come suonano astratti e deprimenti tanti inviti ad essere più buoni che ogni domenica ci vengono dal pulpito. Si dimentica forse che per voler bene al prossimo -non l'umanità idealizzata ma le facce in cui ci imbattiamo tutti i giorni - occorre aver ricevuto una grande grazia. La carità nasce da una gratitudine per qualcosa di vero e bello che si è incontrato. L'impeto naturale del sentimento prima o poi decade, come dimostrano tristemente le ultime statistiche sull'aumento di separazioni e divorzi in Italia.
L'uomo non prende coscienza del proprio male, del proprio peccato, studiando i trattati d'etica. Ma solo quando gli è concesso sperimentare la grazia di un amore reale alla sua persona. Come insegna il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica: "È il dinamismo del "cuore contrito" attirato e mosso dalla grazia a rispondere all'amore misericordioso di Dio che ci ha amati per primo. Lo testimonia la conversione di san Pietro dopo il triplice rinnegamento del suo Maestro. Lo sguardo di infinita misericordia di Gesù provoca le lacrime del pentimento..." (n. 1429).
Quello che manca nella Chiesa non è tanto la ripetizione letterale dell'annuncio - disse don Giussani al Sinodo sui laici del 1987 - quanto l'esperienza di un incontro. Non c'è alcun surrogato possibile ad una grazia così. Dopo l'ultimo Concilio molti pensarono di supplire a questa mancanza di esperienza gettando alle ortiche il vecchio Catechismo di san Pio X. E inondando le parrocchie di nuovi materiali catechetici improntati ad un genere discorsivo che, teoricamente, doveva partire più dalla vita che dalle antiche formule. Ma crebbe solo l'astrattezza. E il cardinale Joseph Ratzinger interpretò uno stato d'animo diffuso quando, nel 1983, parlò di "insuccesso catastrofico della catechesi moderna".
Nella vita cristiana ogni cosa ha il suo posto. La catechesi è solo l'eco di un avvenimento. Un aiuto alla coscienza e alla memoria. È qualcosa che viene dopo la grazia di un incontro, non può mai sostituirlo. E quando un incontro è avvenuto, e una storia è iniziata, bastano poche semplici parole per richiamare alla memoria fatti di grazia. E illuminare un cammino già cominciato. E stato sempre così. Ed è ancor più vero oggi, in una società in cui tutte le parole - anche le parole cristiane -non sembrano avere più alcun peso reale.

L'essenziale è il contrario del generico. Questo libretto lo dimostra. In poche paginette è riassunto tutto quanto la Chiesa insegna e chiede concretamente ai fedeli che si accostano al sacramento del Perdono. Niente di più, niente di meno. Una simplicitas liberante. Se anche all' inizio non comprendiamo tutto, sentiamo qualcosa di profondamente familiare in queste formule e in questi precetti. Non solo il sapore antico dei ricordi dell'infanzia - per i più anziani, educati in famiglie ancora cristiane - ma la familiarità di parole che nascono da un'esperienza. Dalla stessa identica esperienza. Come la consapevolezza del peccato più grave: la "disperazione della salvezza". E la supplica umanissima del Memorare: "Ricordati, piissima Vergine Maria, che non si è mai udito che alcuno sia ricorso alla tua protezione, abbia implorato il tuo aiuto, abbia cercato il tuo soccorso e sia stato abbandonato...".

Pubblichiamo di seguito la lettera che monsignor Luigi De Magistris, reggente della Penitenzieria apostolica, ha inviato al direttore di 3OGiorni, Giulio Andreotti.


Penitenzieria apostolica

4 maggio 1995
 
Eccellenza,

 a suo tempo ricevetti, con 30Giorni, l'opuscolo "IlSacramento della Penitenza o Confessione
Le sarà motivo di giusto compiacimento sapere che quel testo è stato, da noi della Penitenzieria, segnalato al Comitato centrale per l'Anno santo, in ordine all'approntamento - quando ne sarà venuta l'opportunità - di libretti per i pellegrini. Mentre, purtroppo, quasi in contemporanea,
La Domenica della Pia Società San Paolo diffondeva analogo opuscolo, con gravi inesattezze. Nel testo di 30Giorni, abbiamo qui rilevato piccole mende: mi permetto di segnalarle, così che in una eventuale nuova edizione, tutto conduca alla piena validità di quel sussidio, già prezioso.

Con ossequi e assicurandole le mie preghiere sac. Luigi De Magistris

IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA O CONFESSIONE
La Chiesa, custodendo il sacramento della Penitenza. afferma espressamente la sua fede nel mistero della Redenzione, come realtà viva e vivificante, che corrisponde alla verità interiore dell'uomo, corrisponde all'umana colpevolezza ed anche ai desideri della coscienza umana. "Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati" (Vangelo di san Matteo 5, 6). Il sacramento della Penitenza è il mezzo per saziare l'uomo con quella giustizia, che proviene dallo stesso Redentore. (Giovanni Paolo II, enciclica Redemptor hominis).

IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA O CONFESSIONE

Che cosa è il sacramento della Penitenza?

La Penitenza, detta anche Confessione, è il sacramento istituito da Gesù Cristo per rimettere i peccati commessi dopo il Battesimo.

Quante e quali cose si richiedono per fare una buona Confessione?

Per fare una buona Confessione si richiedono cinque cose: 1. l'esame di coscienza; 2. il dolore dei peccati; 3. il proponimento di non commetterne più; 4. l'accusa dei peccati; 5. la soddisfazione o penitenza.

IL PECCATO

Che cos'è il peccato?

Il peccato è un'offesa fatta a Dio disobbedendo alla sua legge.

In quanti modi si commette il peccato attuale?

Il peccato attuale si commette in quattro modi, cioè, in pensieri, in parole, in opere e in omissioni.

Che cos'è il peccato mortale?

Il peccato mortale è una disobbedienza alla legge di Dio in cosa grave, fatta con piena avvertenza e deliberato consenso.

Perché si dice mortale?

Si dice mortale perché dà morte all'anima, col far perdere la grazia santificante, che è la vita dell'anima, come l'anima è la vita del corpo.

Quali danni fa all'anima il peccato mortale?

1.Il peccato mortale priva l'anima della grazia e dell'amicizia di Dio; 2. le fa perdere il paradiso; 3. la priva dei meriti acquistati, e la rende incapace di acquistarne dei nuovi; 4. la fa schiava del demonio; 5. le fa meritare l'inferno, ed anche i castighi di questa vita.

Differenza essenziale tra peccato mortale e peccato veniale.

I peccati mortali estinguono nel cristiano la vita della grazia. I peccati veniali sono in qualche modo in contraddizione con la vita della grazia, ma non sino al punto da distruggerla.

Perché vi sia peccato mortale si richiedono tre elementi:

1. Un oggetto strettamente proibito o strettamente prescritto (materia grave).

2. Una coscienza sufficientemente chiara dell' importanza dell'oggetto e del rigore del comandamento (piena avvertenza).

3. Una volontà libera nella decisione (deliberato consenso).

Quando manca uno di questi tre elementi, in tutto o per una parte essenziale, non si ha peccato mortale, ma peccato veniale.

IL DOLORE

Che cosa è la contrizione, ossia il dolore dei peccati?
La contrizione, ossia il dolore dei peccati, è un dispiacere dell'animo, per il quale si detestano i peccati commessi e si propone di non farne più in avvenire.

Che cosa vuol dire questa parola contrizione?
La parola contrizione vuol dire rottura o spezzamento, come quando una pietra è pestata e ridotta in polvere.

Perché si dà il nome di contrizione al dolore dei peccati?

Si dà il nome di contrizione al dolore dei peccati, per significare che il cuore duro del peccatore in certo modo si spezza per il dolore di avere offeso Dio.

Di quante sorta è il dolore?

Il dolore è di due sorta: perfetto, ossia di contrizione; imperfetto, ossia di attrizione.
Qual è il dolore perfetto, o di contrizione?

Il dolore perfetto è il dispiacere di avere offeso Dio, perché infinitamente buono e degno per se stesso di essere amato.
Perché chiamate voi perfetto il dolore di contrizione?
Chiamo perfetto il dolore di contrizione per due ragioni: 1. perché riguarda esclusivamente la bontà di Dio, e non il nostro vantaggio o danno; 2. perché ci fa subito ottenere il perdono dei peccati, restandoci però l'obbligo di confessarci.

Dunque il dolore perfetto ci ottiene il perdono dei peccati indipendentemente dalla Confessione?

Il dolore perfetto non ci ottiene il perdono dei peccati indipendentemente dalla Confessione, perché sempre include la volontà di confessarsi.

Perché il dolore perfetto, o contrizione, produce questo effetto di rimetterci in grazia di Dio?

Il dolore perfetto, o contrizione, produce questo effetto, perché nasce dalla carità la quale non può trovarsi nell'anima insieme col peccato mortale.
  
ESAME Dl COSCIENZA

Come si fa l'esame di coscienza?

L'esame di coscienza si fa richiamando alla mente i peccati commessi, a cominciare dall'ultima Confessione ben fatta.

NORME FONDAMENTALI DELLA VITA CRISTIANA

I DIECI COMANDAMENTI O DECALOGO

Io sono il Signore Dio tuo:

1.         Non avrai altro Dio fuori di me.

2.         Non nominare il nome di Dio invano.

3.         Ricordati di santificare le feste.

4.         Onora il padre e la madre.

5.         Non uccidere.

6.         Non commettere atti impuri.

7.         Non rubare.

8.         Non dire falsa testimonianza.

9.         Non desiderare la donna d'altri.

10.       Non desiderare la roba d'altri.

I DUE COMANDAMENTI DELLA CARITÀ

1.         Amerai il Signore tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con

tutta la tua anima e con tutta la tua mente.

2.         Amerai il tuo prossimo come te stesso.

I CINQUE PRECETTI GENERALI DELLA CHIESA

1.            Partecipare alla Messa la domenica e le altre feste comandate.

2.            Santificare i giorni di penitenza, secondo le disposizioni della Chiesa.

3.            Confessarsi almeno una volta all'anno e comunicarsi almeno a Pasqua.

4.            Soccorrere alle necessità della Chiesa, contribuendo secondo le leggi e le usanze.

5.            Non celebrare solennemente le nozze nei tempi proibiti (Avvento e Quaresima).

I PECCATI PIÙ GRAVI

I SEI PECCATI CONTRO LO SPIRITO SANTO

1.            Disperazione della salvezza.

2.            Presunzione di salvarsi senza merito.

3.            Impugnare la verità conosciuta.

4.            Invidia della grazia altrui.

5.            Ostinazione nei peccati.

6.            Impenitenza finale.


I QUATTRO PECCATI CHE GRIDANO VENDETTA AL COSPETTO DI DIO

1.            Omicidio volontario.

2.            Peccato impuro contro natura.

3.            Oppressione dei poveri.

4.            Frode nel salario agli operai.


Sesto comandamento
 Riportiamo un brano di un discorso di Giovanni Paolo II

ai vescovi degli Stati Uniti d'America: "Con la schiettezza del Vangelo, la compassione di Pastori e la
carità di Cristo, voi avete affrontato la questione dell'indissolubilità del matrimonio, affermando giustamente: "Il patto tra un uomo e una donna uniti in matrimonio cristiano è tanto indissolubile e irrevocabile quanto l'amore di Dio per il suo popolo e l'amore di Cristo per la sua Chiesa".
 Esaltando la bellezza del matrimonio voi avete giustamente preso posizione sia contro la teoria della contraccezione sia contro gli atti contraccettivi, come fece l'enciclica Humanae vitae. Ed io stesso oggi, con la stessa convinzione di Paolo VI, ratifico l'insegnamento di questa enciclica, emessa dal mio Predecessore "in virtù del mandato affidatoci da Cristo".

Descrivendo l'unione sessuale tra marito e moglie come una speciale espressione del loro patto d'amore, voi avete giustamente affermato: "Il rapporto sessuale è un bene umano e morale soltanto nell'ambito del matrimonio: fuori del matrimonio esso è immorale".
Come uomini che hanno "parole di verità e la potenza
di Dio" (Seconda lettera ai Corinzi 6, 7), come autentici maestri della legge di Dio e pastori compassionevoli, voi avete anche giustamente affermato: "Il comportamento omosessuale (che va distinto dall'orientamento omosessuale) è moralmente disonesto" ".

".. . Sia il magistero della Chiesa, nella linea di una tradizione costante, sia il senso morale dei fedeli hanno affermato senza esitazione che la masturbazione è un atto intrinsecamente e gravemente disordinato". (Dichiarazione della sacra Congregazione per la dottrina della fede circa alcune questioni di etica sessuale, 29 dicembre 1975,n. 9).

 
N.b.: ". . . Nelle colpe di ordine sessuale, visto il loro genere e le loro cause, avviene più facilmente che non sia pienamente dato un libero consenso" (Dalla stessa Dichiarazione, n. 10).

Per comprendere esattamente questo N.b. rimandiamo alla lettura dell'ultima parte del paragrafo 10 della stessa Dichiarazione (vedi Appendice pag. 29).

Settimo comandamento
 
Importanza del lavoro quotidiano: .... . E infatti, quando eravamo presso di voi, vi demmo questa regola: chi non vuoi lavorare, neppure mangi. Sentiamo infatti che alcuni fra di voi vivono disordinatamente, senza far nulla e in continua agitazione. A questi tali ordiniamo, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, di mangiare il proprio pane lavorando in pace. Voi fratelli, non lasciatevi scoraggiare nel fare il bene. Se qualcuno non obbedisce a quanto diciamo per lettera, prendete nota di lui e interrompete i rapporti, perché si vergogni; non trattatelo però come un nemico, ma ammonitelo come un fratello" (Seconda lettera ai Tessalonicesi 3, 10-15).

DOLORE DEI PECCATI E PROPONIMENTO DI NON COMMETTERNE PIÙ

Atto di dolore

Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi e molto più perché ho offeso te infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo col tuo santo aiuto di non offenderti più e di fuggire le occasioni prossime di peccato.

Signore, misericordia, perdonami.

Preghiere dalla liturgia

Non chiudere la tua porta,
anche se ho fatto tardi.

Non chiudere la tua porta:

sono venuto a bussare.

A chi ti cerca nel pianto
apri, Signore pietoso.

Accoglimi al tuo convito,
donami il Pane del regno.

Guarda, Dio onnipotente, l'umanità sfinita per la sua debolezza mortale, e fa' che riprenda vita per la passione del tuo unico Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Memorare, piissima Virgo Maria, a saeculo non esse auditum quemquam ad tua currentem praesidia, tua implorantem auxilia, tua petentem suffragia esse derelictum.

Ego, tali animatus confidentia, ad te, Virgo virginum Mater, curro, ad te venio, coram te gemens peccator assisto.

Noti, Mater Verbi, verba mea despicere, sed audi propitia et exaudi. Amen.

Ricordati, plissima Vergine Maria, che non si è mai udito che alcuno sia ricorso alla tua protezione, abbia implorato

il tuo aiuto, abbia cercato il tuo soccorso e sia stato abbandonato.

Animato da tale confidenza, a te ricorro, Madre Vergine delle vergini, da te vengo, dinanzi a te mi prostro, gemendo peccatore.

Non disprezzare, Madre di Dio, le mie parole, ma ascolta benevola ed esaudisci. Amen.

DELL'ACCUSA DEI PECCATI
AL CONFESSORE

Di quali peccati siamo obbligati a confessarci?
Siamo obbligati a confessarci di tutti i peccati mortali; èbene però confessare anche i veniali.

Quali sono le condizioni che deve avere l'accusa dei peccati o Confessione?

Le condizioni principali che deve avere l'accusa dei

peccati sono cinque: deve essere umile, intiera, sincera, prudente e breve.

Che vuol dire:
l'accusa dev 'essere intiera?

L'accusa dev 'essere intiera, vuol dire che si debbono manifestare con le loro circostanze e nel numero tutti i peccati mortali commessi dopo l'ultima Confessione ben fatta e dei quali si ha coscienza.

Quali circostanze si devono manifestare, perché l'accusa sia intiera?

Perché l'accusa sia intiera, si devono manifestare le circostanze che mutano la specie del peccato.

Quali sono le circostanze che mutano la specie del peccato?

Le circostanze che mutano la specie del peccato sono:

1. quelle per le quali un'azione peccaminosa da veniale diventa mortale; 2. quelle per le quali un'azione peccaminosa contiene la malizia di due o più peccati mortali.

Se taluno non fosse certo di avere commesso un peccato, deve confessarsene?

Se taluno non fosse certo di avere commesso un peccato, non è obbligato a confessarsene; se però volesse accusarlo, dovrà aggiungere che non è certo di averlo commesso.

Chi non ricorda precisamente il numero dei suoi peccati, che cosa deve fare?

Chi non ricorda precisamente il numero dei suoi peccati, deve accusarne il numero approssimativo.

Chi ha taciuto per pura dimenticanza un peccato mortale, o una circostanza necessaria, ha fatto una buona Confessione?

Chi ha taciuto peri pura dimenticanza un peccato mortale, o una circostanza necessaria, ha fatto una buona Confessione purché abbia usata la debita diligenza per ricordarsene.

Se un peccato mortale dimenticato nella Confessione torna poi in mente, siamo obbligati ad accusarcene in un 'altra Confessione?

Se un peccato mortale dimenticato nella Confessione torna poi in mente, siamo obbligati senza dubbio ad accusarlo la prima volta che di nuovo ci confessiamo.

Chi per vergogna, o per qualche altro motivo, tace colpevolmente nella Confessione qualche peccato mortale, che cosa commette?

Colui che per vergogna o per qualche altro motivo tace colpevolmente qualche peccato mortale in Confessione, profana il sacramento e perciò si fa reo di un gravissimo sacrilegio.

Conclusione:

Siamo obbligati a confessare tutti i peccati mortali, non ancora confessati in una Confessione valida, di cui, dopo un serio esame, abbiamo coscienza di essere colpevoli.

Non siamo obbligati a confessare i peccati sulla cui esistenza o sulla cui gravità si nutrono dubbi.

Si commette sacrilegio quando (per colpa grave cioè pienamente coscienti e per libera decisione) non si confessa un peccato mortale. In questo caso occorre ripetere la Confessione e accusare anche il peccato di sacrilegio.

PENITENZA ED EUCARESTIA

Quante cose sono necessarie per fare una buona Comunione?

Per fare una buona Comunione, sono necessarie tre cose: 1. essere in grazia di Dio; 2. sapere e pensare chi si va a ricevere; 3. osservare il digiuno eucaristico.
a) Chi si converte al cristianesimo incontrando la comunità, e inizia a viverne i gesti con consapevolezza e fedeltà, non può assolutamente ricevere l'Eucarestia se non essendosi prima accostato al sacramento della Confessione che è il sacramento della conversione.

Evidentemente si accenna al caso di una persona già battezzata che si fosse totalmente allontanata dalla vita cristiana. Chi si converte al cristianesimo e non è battezzato non deve confessarsi, ma ricevere il Battesimo, che cancella non solo il peccato originale, ma anche tutti i peccati attuali.

b)Chi abbandona la pratica della comunità cristiana (in particolare la Messa domenicale), anche per un breve periodo, non può ricevere l'Eucarestia se non essendosi prima accostato al sacramento della Confessione.
c)Come norma, dopo un peccato mortale, occorre sempre confessarsi prima di ricevere l'Eucarestia.

d)Se non è immediatamente possibile confessarsi, è possibile, per un motivo grave*, ricevere l'Eucarestia chiedendo prima umilmente perdono al Signore e decidendo di confessarsi quanto prima.

(Vedi pag. 12: dolore perfetto o contrizione).

* Per motivo grave si intende, per esempio, il fatto che non accostarci alla santa Comunione potrebbe destare tra i fedeli presenti stupore o addirittura scandalo. Il semplice desiderio di ricevere la santa Comunione comunemente non costituisce motivo grave.

Dopo aver compiuto la penitenza imposta dal confessore, si può recitare il salmo 130

Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo; non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze.

Io sono tranquillo e sereno come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, come bimbo svezzato è l'anima mia.

Speri Israele nel Signore,

ora e sempre.

ANGELO DI DIO

Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me che ti fui affidato dalla Pietà Celeste. Amen.

APPENDICE

Dichiarazione della sacra Congregazione della dottrina della fede circa alcune questioni di etica sessuale (29 dicembre 1975), paragrafo 10

(...) L'uomo pecca, dunque, mortalmente non soltanto quando il suo atto procede dal disprezzo diretto di Dio e del prossimo, ma anche quando coscientemente e liberamente, per un qualsiasi motivo, egli compie una scelta il cui oggetto è gravemente disordinato. In questa scelta, infatti, come è stato detto sopra, è già incluso il disprezzo del comandamento divino: l'uomo si allontana da Dio e perde la carità. Ora, secondo la tradizione cristiana e la dottrina della Chiesa, e come riconosce anche la retta ragione, l'ordine morale della sessualità comporta per la vita umana valori così alti, che ogni violazione diretta di quest'ordine è oggettivamente grave.

E vero che nelle colpe di ordine sessuale, visto il loro genere e le loro cause, avviene più facilmente che non sia pienamente dato un libero consenso, e questo suggerisce di esser prudenti e cauti nel dare un giudizio circa le responsabilità del soggetto. Qui, in particolare, è il caso di richiamare le parole della Scrittura: "L'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il cuore".

Tuttavia, raccomandare una tale prudenza di giudizio circa la gravità soggettiva di un atto peccaminoso particolare, non significa affatto che si debba ritenere che, nel campo sessuale, non si commettano peccati mortali.

I Pastori devono, dunque, dar prova di pazienza e di bontà; ma non è loro permesso né di render vani i comandamenti di Dio, né di ridurre oltre misura la responsabilità delle persone. Non sminuire in nulla la salutare dottrina di Cristo è eminente forma di carità verso le anime. Ma ciò deve sempre accompagnarsi con la pazienza e la bontà di cui il Signore stesso ha dato l'esempio nel trattare con gli uomini. Venuto non per giudicare ma per salvare, Egli fu certo intransigente con il male, ma misericordioso verso le persone.

A TE O BEATO GIUSEPPE


A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, insieme con quello della tua santissima Sposa.

Deh! Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all'Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto soccorri ai nostri bisogni.

Proteggi, o provvido Custode della divina Famiglia, l'eletta prole di Gesù Cristo; allontana da noi, o Padre amatissimo, la peste di errori e di vizi che ammorba il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta contro il potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del bambino Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire, e conseguire l'eterna beatitudine in cielo. Amen