IL RAPPORTO TRA RAGAZZO E RAGAZZA

dal libro "Si può vivere così?" di Luigi Giussani

Un ragazzo frequenta una ragazza e capisce che, oltre che piacevole, è brava, si può fidar di lei; allora incomincia a diventare amico perché la vuol sposare. Ma è coi mesi che passano, con gli anni che passano che - non è sempre uguale e senza novità, monotono - quel sentimento di persuasione si approfondisce, fin quando diventa così chiaro che decide di sposarla: "Il 24 dicembre ci sposiamo". Lui è persuaso fin dal primo momento, ma non è che nel primo momento in cui è persuaso dice : "Il 24 dicembre ci sposiamo", frequentandola quell'impressione si approfondisce. E' certo fin dal principio, ma è una certezza che diventa sempre più grande. E quando diventa grande grande, diventa fondamento della vita. (39)

Comunque, il giudizio è l'applicazione dei criteri, che hai nel cuore, all'oggetto che ti crea un'emozione. Può darsi che sia un'emozione intensa e favorevole. Per esempio, ti innamori di un ragazzo: l'innamorarti di un ragazzo è un'emozione che provi. E' giusta perché la senti? La senti, cosa fai? L'emozione che provi per questo ragazzo corrisponde o no al destino che mi ha dato Dio? Corrisponde alla chiamata, alla vocazione che Dio mi ha dato? E perciò corrisponde alla strada della mia felicità? Perché la strada della felicità è il destino a cui Dio ti ha chiamato, è la vocazione a cui Dio ti ha chiamato, è il compito che Dio ti ha affidato.
Una volta, avevo detto messa alle 11 in una chiesa di Milano, finita la messa vado in sacrestia…viene dentro una donna pallida, con una bambina in braccio, mi dice: "Padre - non l'avevo mai vista prima - mio marito è andato via di casa stamattina". Io, così a bruciapelo, mi fermo: "Cosa? E perché è andato via?". "E' andato via perché si è innamorato della segretaria." "Ma, avevate litigato?" "No, no, no, anzi, è andato via piangendo, dicendo: "Sono tutto addolorato del dolore che ti do, mi rincresce, ma devo farlo, sono innamorato" E prendeva la bambina, e continuava a baciarla - guardate fino a che punto si può giungere! - straziato perché doveva lasciare la bambina, ma doveva farlo perché era innamorato." Questo è l'emblema della emozione eretta a giudizio. Mi spiego? Dell'emozione eretta a criterio di azione, senza giudizio. (53)
 
Come dico sempre agli universitari: amico mio, la ragazza a cui vuoi bene di che cosa è fatta? Non è mica fatta di polenta, non è mica fatta di cenere, non è mica fatta di oro, ..., la ragazza a cui vuoi bene è fatta di un Altro, è fatta di Cristo:<>, le montagne, il corpo di questa ragazza è fatto di un Altro, perché da sola sarebbe nulla, nulla. Chi te l'ha fatta trovare? Il Signore del tempo, che è padrone del tempo, il Signore della storia. Chi te la dà per sempre? Chi assicura l'eternità del rapporto, senza del quale uno o non ci pensa (ed è scemo) o muore, soffoca. Perché un rapporto amato, se tu immagini che finisca, questa fine diventa come un muro davanti alla tua faccia, che si avvicina sempre più alla tua faccia fino a soffocarti: ti soffoca quella presenza, è una disperazione. E non si dispera soltanto il superficiale, il rozzo, il distratto (tutti gli uomini, insomma!)…per questo la necessità più grande che tutti hanno è sentire frastuono, e l'orrore più grande che hanno è il silenzio, perché il silenzio fa venir su chiare queste cose. (56)
 
Quando un uomo e una donna diventano padre e madre hanno dentro - senza che se ne accorgano, senza pensarci neanche - hanno dentro la passione per il destino del bambino a cui danno vita: non se ne accorgono neanche, però ce l'hanno dentro. Tant'è vero che se il figlio o la figlia decidono una strada che è contraria a quella che prevedono loro, cedono soltanto di fronte ad una cosa, alla felicità del figlio. (59)
 
Quanto più uno vuol bene, tanto più gli importa Cristo, perché gli salvi per sempre quello a cui vuol bene: almeno da questo punto di vista Cristo dobbiamo accettarlo. O non si ama niente o, quanto più si ama, tanto più è necessario Cristo per salvaguardare quel che si ama, per mantenere quello che si ama, altrimenti lo perdiamo, dopodomani non c'è più. (68)
 
La sera di primavera il muricciolo era zeppo di coppiette, e io passavo tante volte e dicevo:"Mah, chissà 'sti poveri, 'sti poveracci qui che vivono senza sapere perché vivono, di che cosa vivono, e perciò vivono d'istinto ( ma tutta la gente è così) ". (87)
 
...se la libertà non aderisce alla fede, si alterano tutti i termini dei rapporti. L'esempio che sempre bisogna fare è quello dell'affezione tra l'uomo e la donna, perché questo è l'esempio che Dio ha messo per primo al mondo. Si altera il rapporto tra l'uomo e la donna: diventa egoismo invece che amore, negazione invece che affermazione, fragilità rinsecchita invece che creatività feconda, chiusura invece che apertura. Invece che spalancare le braccia ad abbracciare il mondo, si vuole ridurre l'abbraccio all'oggetto che piace, che ci è davanti, e così uno lancia le braccia - secondo il paragone dell'Eneide - e stringe il nulla, abbraccia e stringe il niente. (140)
 
...se invece ognuno segue quel che pensa,... saranno divisi gli uni dagli altri, neanche due sono uniti, neanche se si sposassero. (142)
 
Novecentonovantanove su mille al mondo fanno così: seguono e aderiscono a ciò che li attira perché li attira, come li attira nel presente, alle circostanze come si presentano; dopo un po' sono soffocati, e non possono non ammettere come principio fondamentale della convivenza la separabilità.
Il problema della indissolubilità del matrimonio è l'accento significativo di qualsiasi compagnia umana: è impossibile che resista.
Se resiste è per interesse di potere politico, economico; perché la soddisfazione come tale è così scadente che decade subito. Sembra non decadere fino a quando non l'hai ancora; quando l'hai decade. Allora come si fa ad avere, senza che decada, qualcosa da cui veramente Dio ci fa attirare ? Quando più la presenza dell'altro desta in te la passione per il suo destino, cioè diventa vero amore... (143)
 
...la tenerezza è la sensibilità verso la gioia dell'altro, una sensibilità tesa ad augurare ed affermare la gioia dell'altro...(185)
 
La parola <<ti amo >> è al 99% una bugia; deve essere ben frenata e guidata, ben misurata, ben commisurata se deve essere giusta, allora diventa potente, allora diventa come la speranza, che non è più una bambina che tira la fede e la carità, ma un cavallo che tira due carri pieni di ogni ben di Dio,... (194)
 
...la speranza non può essere posta nel fatto che uno ha moglie, che uno ha la fidanzata. La letizia non deriva da quello, da quello deriva la contentezza, più o meno passeggera, ma la letizia no, perché la letizia si appoggia a un possesso la cui prospettiva non termina più. (218)
 
In un rapporto amoroso, affettivo è la prospettiva dell'eterno che lo rende lieto e mentre lo rende lieto, lo rende libero dalle condizioni: quanto più c'è questo distacco dentro, tanto più diventa lieto. (220)
 
Così una madre che è protesa al suo bambino in modo possessivo - senza distacco dentro, senza alcun distacco dentro, proprio dentro il rapporto - non può né conoscere, né suggerire utilmente al figlio, né educarlo, né goderne: non può goderne lei. Un uomo non può godere la donna se non stando a una determinata distanza, altrimenti ne può godere, ma nel senso puramente istintivo del termine. (224)
 
La ragazza ha il ragazzo: è a posto! Passano qualche mese o qualche anno, con la certezza di avere tutto: questo è un rapporto non povero.La ragazzina ha il ragazzino: è a posto! Passano qualche mese o qualche anno, con la certezza di avere tutto: questo è un rapporto non povero. Non perché una non debba avere il ragazzino in modo serio, ma perché ripone lì la certezza della sua speranza, la certezza del suo futuro; e così accade al 99 per cento… virgola novantanove, dimenticavo! (215)
 
...quanto più ti preme una persona, tanto più ci tieni a trattarla come strumento per il cammino comune verso il tuo destino e il suo destino, tanto più ci tieni alla povertà del rapporto: la povertà del rapporto è la verità del rapporto. (231)
 
 
Nel rapporto la cosa che ti piace o la persona che ami, ti si porrebbe come menzogna, se ti dicesse, o tu la trattassi come se essa dicesse:"Ti basto io. Io sono tutto quello per cui tu vivi.", e questo non è vero. (231)
 
...nel disegno di Dio c'è qualcosa che ti è più vicino e altre cose che sono più lontane, e tu raggiungi le più lontane attraverso le più vicine. E' l'idea di sposa che nessuno capisce; l'idea di sposa è questo: ciò che ti è più vicino e più segno del tutto.. (240)
 
Quanto più voglio bene a lei tanto più la voglio con me al destino. (232)
 
Da una parte, uno dovrebbe vivere questa povertà, cioè questo uso provvisorio delle cose e questo uso dei rapporti con le persone, letteralmente esaurito dalla tensione al destino comune. Non mi posso soffermare con questa persona, se mi soffermo faccio del male a lei, dico una menzogna: non è fatta per avermi, né io per averla, ma essa ed io siamo fatti per un destino comune, per avere in comune qualcosa di infinito. (232)
 
E, infatti, cos'è l'amore se non volere il bene dell'altro? Non per avere qualche cosa io, ma per il bene dell'altro, e il bene dell'altro è il rapporto col suo destino. Il rapporto col suo destino è il rapporto con una Presenza, perché il suo destino è diventato uno che cammina per le strade, che prende i bambini in braccio, che guarda la società e piange dall'alto della collina, che vien preso per un malfattore, e l'assassino è liberato e lui crocifisso…
L'oggetto autentico dell'amore cos'è? Il bene dell'altro, il destino dell'altro, perciò il suo rapporto con Cristo. (272)
 
...come uno, veramente innamorato, pensa alla persona di cui è innamorato (anche lì capita rarissimamente perché tutto è calcolato in base al ritorno), puramente, in modo assolutamente, totalmente distaccato, come puro desiderio del bene... tanto che se l'altro non lo riconosce lui alimenta il desiderio del bene dell'altro più ancora. (275)
 
Uno, innamorato, per essere commosso veramente, deve stare a un metro, anche a due, lontano dalla faccia, e guardando la faccia si commuove. Non esiste devozione a se stessi se non è piena di commozione, perché ci si vede in qualche modo uscire da sé, abbandonare sé e muoversi per amore. Altrimenti non vedi l'amore nella faccia della persona di cui sei innamorato; neanche lì. (286)
 
Quando uno applica la legge dell'amore nel rapporto con la ragazza in modo autentico, vero, cioè disposto ad andare fino in fondo, aperto al fondo, aperto all'ultimo, aperto alla morte e quindi all'eterno, quando uno si dona all'altra così, per l'altra egli è tutto, tutto.
Se la ragazza sapesse riflettere, guardando lui in questa disposizione amorosa verso di lei, gli direbbe: " ma tu sei tutto per me". (290)
 
Voler bene vuol dire muoversi. C'è una mamma che "vuol bene" al suo bambino; ma se il bambino si ammala, lei non fa neanche un passo perché "è un po' pigra": il bambino può crepare…con la madre che "gli vuol benissimo!". (290)
 
...l'amore vero è guardare l'altro e trattare l'altro col desiderio che si avveri, che si compia il suo destino. Senza amore al destino non c'è amore, senza amore al destino dell'altro non c'è amore all'altro. (291)
 
…il che è proprio dell'aspetto più grande della affezione, che è quello della madre e del padre. Perché l'ideale dell'affezione non è quello tra l'uomo e la donna; tra l'uomo e la donna si avvera alla fine, se si percorre bene la strada. (320)
 
...senza sacrificio non ci può essere verità in un rapporto. (329)
 
Provate a pensare quando siete attaccati affettivamente a una persona: è bugia su bugia, se non è continuamente controllato dal sacrificio. Senza sacrificio non c'è rapporto vero, che vuole dire che l'altro - l'oggetto qualsiasi o la persona - non è valorizzato secondo la sua natura (anzi, è invertito il senso della natura): è affermato per il tuo gusto, per il tuo istinto, perché vuoi arraffare come l'avaro arraffa il denaro. Che bugie! "Perché è bello": credo che sia l'aggettivo più normale per la bugia…pretesto, insomma.
Identifichiamo l'affermare una cosa con l'afferrarla: affermare una cosa è amore, affermare l'altro; afferrarla vuol dire piegarla a te, renderla schiava.
Perciò il sacrificio non è sospendere la volontà di qualche cosa, sospendere l'amore a qualcuno o a qualcosa, non è eliminare niente, ma arrestare la volontà che si sta comportando contro la natura della cosa.
...Il sacrificio non è sospendere la volontà di qualche cosa, ma arrestare la volontà che non è secondo la natura della cosa. Per questo tutti i rapporti prematrimoniali sono sbagliati, tutti; e impongono strade storte che non si raddrizzano mai più; e affermano un egoismo come ultimo criterio "quel che pare e piace" come ultimo criterio di rapporto, che non si redime mai più. (329)
 
..."Vieni, Signore Gesù", vieni Tu, perché Tu che sei morto in croce, solo Tu, puoi rendere felice - puoi essere il destino compiuto -, puoi rendere felice la persona che amo; e così rendere felice me, ma come conseguenza! (331)
 
Tu vuoi bene particolarmente a una persona, ma come fai a voler bene particolarmente a una persona, a sentirne tenerezza, pensando che domani non la vedi più, che domani muore o che domani va nel Kamciatka, che è in fondo, a est della Russia ? Come faresti? Solo se tu percepisci l'eternità della compagnia con questa persona, solo se tu percepisci che il rapporto con questa persona, ciò che essa suscita in te, è segno del tuo rapporto con l'eterno, allora il rapporto con questa persona è un rapporto eterno, l'amore per questa persona è un amore eterno. (340)
 
E' il sacrificio, nel presente, che permette la permanenza della tenerezza….Ma è così difficile il capire queste cose? E' difficile capire queste cose in due casi: o non si è mai amato particolarmente nessuno o si è finito di amare qualcheduno (o si è amato in modo tale che l'amore dovesse finire, cioè non era voler bene: non si può concepire un "Io ti voglio bene per ventitré anni". Per questo il divorzio è la riduzione oscena dell'amore dell'uomo e della donna: "Io ti amo intensamente, perdutamente fino a quando ho voglia, cioè per tre anni". Bellissimo!). (341)
 
Devi seguire circostanze che non fissi tu,..., un uomo non può amare una donna senza passare attraverso queste condizioni, non può; infatti vuol amare la donna come vuole lui e così la distrugge o la perde, che è lo stesso. È più sano perderla, perché almeno si accorge! Si può distruggere senza accorgersi. (344)
 
Se un uomo vuol bene a una donna, o non ci riflette… oppure, se uno ci riflette, capisce che tutto quello che fa, in casa o nei rapporti, è costretto a farlo, ad agirlo secondo il temperamento e la volontà della persona amata: è costretto a far tutto come vuole un altro... vi pare che uno possa voler bene a un'altra persona facendo tutto ciò che pare e piace a lui? (345)
 
Riconoscere la presenza di un altro è sempre l'inizio di una storia di sacrifici, sempre: quando una madre fa nascere un bambino è l'inizio di una storia di sacrifici; quando un ragazzo sposa una ragazza è l'inizio di una storia di sacrifici. (347)
 
Concepire la propria vita per il destino degli altri, che è una cosa che incomincia a non essere astratta perché si tratta del destino della ragazza per cui senti affezione....

Un uomo che guardi la donna, di cui è innamorato e con cui si sposa, senza pensare mai al suo destino, è un povero squilibrato, che schizofrenizza la sua vita e la vita dell'altra; infatti vivranno schizofrenici. E quanti sono così! (351)
 
Per amare il destino di un altro devo sacrificare la reazione immediata, di piacere o di dispiacere, di simpatia o di antipatia. (351)
 
Per amare veramente una persona occorre un distacco: adora di più la sua donna un uomo che la guarda ad un metro di distanza, meravigliato dell'essere che ha davanti, quasi inginocchiato, anche se in piedi, quasi inginocchiato davanti ad essa; o quando la prende? No! No, quando la prende, finisce. (352)
 
Non si può stabilire rapporto con niente…se non con un distacco dentro….se tu fissassi una stella senza un distacco, non capiresti che è una stella dentro l'infinità stellare: è il sacrificio che permette lo svelarsi della verità della "cosa" o "persona" presente. (353)

Insomma, un uomo non può guardare una donna e dire:<<Che bella!>>, e desiderarla, se non desiderando di essere perfetto come essa è bella; se non desidera di essere perfetto come essa è bella, non è vero che la ama; ne abuserebbe e basta. (355)
 
La fedeltà mantenuta mantiene tutto, ma mantenere la fedeltà è un sacrificio. Perché uno si innamora: è con sua moglie, vede una certa donna dall'altra parte della strada, guarda di là; deve rinunciare, deve strapparsi via e la fedeltà con sua moglie è premiata, non subito, ma nel lungo arco del tempo; mentre nel lungo arco del tempo quella, l'avesse seguita, si sarebbe volatilizzata, trentaquattro anni prima! (358)
 
E' solo per un Tu, che prende consistenza anche il Tu che diciamo alla persona amata. (369)
 
"Ma anche rimanendo nell'ambito della gioia che la donna nell'uomo e viceversa, non c'è corrispondenza, mai: ciò che corrisponde di più alla gioia che un uomo ha di sentirsi camminare verso il destino con la sua donna, è un'altra cosa, è il "vieni Signore Gesù": vieni, Signore, sul nostro cammino; dà consistenza al nostro rapporto, che sia vero!" (SPVV?!C)

" Senza sacrificio un rapporto - di qualsiasi natura - non può essere vero (anche il rapporto tra l'analista chimico e l'oggetto della sua indagine). Senza sacrificio, senza distacco, è impossibile un rapporto vero. L'arte stessa non nasce quando un uomo è preso dalla passione, ma quando si è come staccato dall'urlo della passione ed essa diventa come una linea d'orizzonte; solo quando c'è questo distacco può cominciare ad esserci arte." (Dal libro "Un avvenimento di vita cioè una storia", pag. 454)
( Il n. tra parentesi è la pagina)

(Ringrazio Piero Bonaguri per le correzioni)


"L'amore, l'amore vibra nelle tempie,
l'amore nella mente diventa pensiero
e volontà:
volontà di Teresa di essere Andrea,
volontà di Andrea di essere Teresa.

È strano, però necessario
allontanarsi poi l'uno dall'altro.
Perché l'uomo non riesce a durare nell'altro
senza fine
e l'uomo non basta.

Come arrivarci, Teresa,
come rimanere in Andrea per sempre?
Come arrivarci, Andrea,
come rimanere per sempre in Teresa?
Come arrivarci se l'uomo non riesce a durare nell'altro,
se l'uomo - non basta?

Il corpo... il pensiero scorre nel corpo,
ma non trova in esso appagamento.
E anche per l'amore il corpo non è che un tramite.
Teresa, Andrea, per i vostri pensieri
trovate approdo nei vostri corpi
finché esistono,
trovate approdo al vostro amore".
(Giovanni Paolo II - "La bottega dell'orefice", ed. Vaticana,1988, pag.31)